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La morte di Prigozhin: forza e debolezza di un regime

24-08-2023 16:37 - Opinioni
GD - Roma, 24 ago. 23 - La cronaca riporta che è stato abbattuto dalla contraerea russa un jet privato su cui viaggiava il fondatore della milizia mercenaria privata Wagner, Yevgeny Prigozhin e alcuni dei suoi uomini. Com'è ovvio pensare, Vladimir Putin ha presentato il conto a colui che era una volta suo grande amico e sodale in questa assurda guerra scatenata contro l'Ucraina, ma che aveva osato mettere in discussione le strategie militari adottate nell'attacco all'Ucraina e che aveva persino minacciato di marciare con i suoi uomini verso Mosca. Tentativo da cui ha desistito non perché ostacolato dalle forze regolari russe, ma semplicemente perché ha pensato di aver già raggiunto il suo obiettivo creando il panico nell'apparatchik del Cremlino.
Le truppe della Wagner si sono ritirate in Bielorussia da dove continuano ad operare sia come supporto alla formazione delle truppe della Bielorussia, sia per preparare ulteriori azioni militari in Africa. Prigozhin evidentemente ha creduto che la situazione conflittuale che si era creata con l'ex amico e sodale Vladimir Putin fosse superata, se ha commesso la “leggerezza” di recarsi a San Pietroburgo e di utilizzare un indifeso jet privato per effettuare il suo viaggio. Niente di più vulnerabile, facile da individuare ed abbattere da parte dei russi.
Questa non rara azione di vendetta “a freddo” del Cremlino, anche se ha conseguito il risultato di eliminare un potenziale oppositore al regime di Putin, non dimostra però la forza dello zar Valdimir, semmai conferma la sua debolezza ed il suo isolamento.
Troppi russi vedono in Prigozhin un “eroe”, un uomo fuori dal corrotto sistema degli apparati militari sovietici. L'unico che è riuscito sul teatro di guerra a conseguire, con i suoi tagliagole, qualche risultato tangibile in questa assurda guerra.
L'uccisione di Prigozhin, per punirlo dall'avere alzato la voce contro gli apparati militari regolari russi, può avere effetti molto diversi da quelli ottenuti, ad esempio, incarcerando Alexei Navalny. Quest'ultimo è un oppositore politico, che ha qualche seguito tra quella fascia di popolazione esclusa dall'apparato di regime. Ma che non ha alcuna forza effettiva, tranne fomentate manifestazioni di piazza a cui partecipano sparuti gruppi di intellettuali e oppositori del regime, che gli apparati del Cremlino riescono a controllare e contenere senza alcuno sforzo.
Prigozhin controllava le bande dei sanguinari “musicisti”, come si definiscono i mercenari della Wagner; un manipolo di avanzi di galera che nulla ha da perdere e che adesso non possono più sentirsi al sicuro ovunque si trovino.
Molto probabilmente i meno noti tra loro, proveranno ad eclissarsi e sparire dai radar dell'FSB, già KGB, che certamente proverà ad individuarli per eliminarli uno ad uno. I più noti delle milizie mercenarie della Wagner non potranno nascondersi facilmente e saranno i bersagli su cui si concentreranno i giannizzeri dello Zar Putin.
Nessuno di loro potrà mai più sentirsi al sicuro e questo è, da un lato, una ragione per provare a fuggire lontano dall'insidiosa Russia e Bielorussia, ma dall'altro potrebbe innescare l'esigenza di ricompattare le fila per provare a difendersi, o almeno vendere cara la pelle. Loro stessi, i “musicisti”, hanno rimproverato a Prigozhin di aver disatteso alla regola della Wagner: portare sempre a termine quanto si è cominciato!
Questa incertezza per il loro status potrebbe far nascere uno scenario imprevisto e, allo stesso tempo, molto interessante per gli sviluppi del conflitto in Ucraina.
Come dice un vecchio adagio, «il nemico del mio nemico è mio amico!». I mercenari della Wagner potrebbero venirsi a trovare nella situazione assurda di dover combattere contro le truppe regolari russe per difendersi. Ma poiché hanno bisogno di armi per combattere, queste le potranno ottenere solo dagli ucraini.
Lo Zar Putin potrebbe aver innescato con l'abbattimento del jet su cui viaggiava Prigozhin, un effetto valanga ben superiore a quello che era nelle intenzioni e cioè liberarsi di un potenziale rivale. Ma questo rivale non era un uomo isolato, un politico pacifista come Navalny. Prigozhin era un uomo con una milizia agguerrita e ben addestrata al suo seguito. Milizia che adesso è minacciata e braccata e che certamente farà di tutto per vendere cara la pelle. E magari provare a prendere il controllo nell'apparatchik russo, visto che godono anche di una certa popolarità tra il popolino russo. Certamente i prossimi giorni e le prossime settimane ci potranno riservare sorprese.

Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment Internazionale

Fonte: Ciro Maddaloni
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