05 Maggio 2024
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La disperazione amplifica gli errori di Russia e Hamash

02-01-2024 19:02 - Opinioni
GD - Roma, 2 gen. 24 - Quando la disperazione fa perdere il lume della ragione, invece di provare a rimediare agli errori già commessi e di cui si stanno subendo conseguenze gravissime, si finisce per commetterne di nuovi e più gravi. Dopo quasi due anni di sanguinosissima guerra in Ucraina, con danni materiali immensi, con perdite umane insostenibili e con la fuga dei “clienti europei”, ovvero gli unici clienti “paganti” che aveva la Russia prima di invadere l’Ucraina e dopo che le sanzioni internazionali hanno fatto decuplicare i costi di tutto ciò che viene importato in Russia, invece di approfittare di un momento in cui l’attenzione internazionale era stata dirottata da un’altra parte a causa dell’attacco di Hamas in Israele, cosa fanno gli intelligenti “strateghi” russi? Per una pseudo rivincita, anziché provare a consolidare le posizioni conquistate e mettere tutto a tacere, cominciano ad attaccare pesantemente le città e i civili ucraini con nuovi bombardamenti. A colpire non strutture militari ma prettamente civili con molti morti e feriti tra persone inermi.
Questo sta succedendo in Russia ora e, ovviamente, ha riportato alla ribalta il conflitto ucraino ed ha motivato di nuovo la comunità internazionale a sostenere l’Ucraina e a non tollerare uno status quo che in molti, anche in Europa, cominciavano a ritenere “consolidato” e proponevano di voltare pagina e andare avanti.
L’arroganza dei militari e dei governanti russi, zar Vladimir in testa, frustrati da una guerra che dura ormai da due anni contro un Paese che loro pensavano di poter conquistare in due settimane, li ha portati a commettere questo nuovo errore, ottenendo ancora una volta un risultato opposto alle loro intenzioni. La comunità internazionale, scioccata dalle immagini televisive che documentano i bombardamenti inutili e le sofferenze per le popolazioni civili ucraine, non ha fatta attendere la sua risposta nel rinnovare il sostegno all’Ucraina per la sua guerra di resistenza e di liberazione dei territori occupati dai russi. Ed ha subito ricominciato a sostenere Kyiv con la fornitura di nuovi aiuti umanitari e di nuovi armamenti più potenti.
Gli ucraini, che hanno dimostrato una capacità di resistenza e resilienza inimmaginabili prima dello scoppio del conflitto armato, adesso cominciano ad avere le capacità tecniche per colpire obiettivi militari in profondità sul territorio russo, minando all’origine le prerogative russe di attaccare l’Ucraina.
Abbiamo già visto che gli ucraini, pur non disponendo di una forza militare di mare, sono riusciti a colpire e a costringere a fuggire lontano dalle loro coste la “potentissima” flotta navale russa.
Con le batterie contraeree fornite dagli alleati occidentali, gli ucraini sono riusciti a proteggere i cieli del loro Paese e ad impedire agli aerei russi, anche agli “invincibili” aerei di ultimissima generazione, di avvicinarsi al territorio ucraino.
Con i nuovi HIMARS forniti dagli Stati Uniti saranno in grado di colpire obiettivi militari russi a centinaia di chilometri oltre il fronte di guerra, in modo da neutralizzare la già carente logistica di approvvigionamento dei militari russi al fronte.
Nelle prossime settimane ci si può attendere nuove iniziative belliche degli ucraini verso obiettivi militari russi: non vedremo né accordi di pace, né soluzioni ai conflitti in essere, ma la recrudescenza del conflitto in Ucraina con l’allargamento della guerra sul suolo russo.
Ci sarà anche un inasprimento della guerra in Israele dove due milioni di Palestinesi si stanno già trasformando in potenziali terroristi, come reazione ai bombardamenti che stanno subendo da parte degli Israeliani.
Ci sarà un inasprimento della guerra “dimenticata” in Yemen, perché non si intravede alcuna soluzione al conflitto scoppiato quasi 10 anni fa (16 settembre 2014), quando le milizie Houthi, di etnia sciita zaidita, hanno preso il controllo della capitale Sana'a. In Yemen si stima che oltre 377.000 persone siano morte, tra cui oltre 10.000 bambini.
Purtroppo, malgrado gli auguri istituzionali e i buoni auspici proclamati da più parti, il 2024 sarà un anno di dolore e di orrori superiori a quelli che abbiamo visto nel 2023. Perché, come dice in modo semplice e al tempo stesso ironicamente disarmante, la prima legge di Murphy: "Se qualcosa può andar male, lo farà!".
E gli uomini sembrano essere programmati per continuare a perpetrare ed aggravare gli errori commessi, perché chi commette un errore, di solito, lo commette perché non sa fare di meglio. È molto più facile, infatti, che le soluzioni ai problemi vengano dall’esterno e non dalle parti coinvolte nei problemi.
In questo la comunità internazionale, se volesse veramente, potrebbe dare un reale contributo. C’è questa volontà?

Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale

Fonte: Ciro Maddaloni
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