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Italia-UK: intervento amb. Morris a Commissione Parlamentare Schengen

25-03-2021 11:15 - Ambasciate
L'amb. Jill Morris L'amb. Jill Morris
GD - Roma, 25 mar. 21 - L’ambasciatore britannico Jill Morris è intervenuta questa mattina davanti al Comitato Parlamentare di Controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen, di vigilanza sull’attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione. Questo l'intervento del diplomatico britannico.
° Amb. Jill Morris: «Vorrei iniziare il mio intervento con un aggiornamento sul sistema di registrazione “EU Settlement Scheme” messo a punto dal Governo britannico per i cittadini italiani, e quindi dell’Unione Europea, e i propri familiari residenti nel Regno Unito. Farò riferimento ai numeri di domande ricevute, ma posso dire che il sistema di registrazione “EU settlement scheme” si è rivelato uno strumento utile e di successo.
In dettaglio, il sistema è accessibile, semplice e digitalizzato. Questo permette l’ottenimento dello status “settled” (o permesso permanente) o “pre-settled” (provvisorio, antecedente all’ottenimento del permesso permanente) ai cittadini italiani che sono residenti nel Regno Unito da data antecedente il 31 dicembre 2020 (fine del periodo di transizione). La differenza tra i due status, come ben saprete, dipende dalla durata della residenza nel Regno Unito.
Come dicevo poc'anzi, il sistema è digitale, pertanto le domande pervengono attraverso un sistema online nella stragrande maggioranza dei casi. Sono previste eccezioni per determinate categorie che prevedono la possibilità di presentare istanza in maniera cartacea. Ad esempio per coloro i quali hanno poca dimestichezza con la modalità online e sono impossibilitati nel ricevere supporto; oppure per coloro i quali non sono in possesso di un documento di identità valido e non sono nella posizione di ottenerne uno.
Per quanto riguarda il supporto messo a disposizione delle categorie vulnerabili, vorrei citare i 250 centri “settlement resolution” e il personale dispiegato a queste funzioni, più di 1.500 funzionari. Nel periodo 2019-2021, il Ministero dell’Interno britannico ha messo a disposizione 17 milioni di sterline per il supporto delle categorie vulnerabili, per evitare che queste incontrassero ostacoli nel processo di presentazione delle domande. Nello specifico, questi fondi sono stati destinati a organizzazioni, governative locali e non, per l’assistenza dei cittadini.
Inoltre, per i cittadini europei, con scarsa alfabetizzazione digitale, il Governo britannico ha messo a disposizione centri dove è possibile presentare domanda col supporto di personale specializzato, ce ne sono 80 in tutto il Regno Unito.
Lo schema è stato ufficialmente lanciato il 30 marzo 2019 e sarà possibile registrarsi fino al 3 giugno 2021. Secondo gli ultimi dati disponibili, il numero totale di domande ricevute al 28 febbraio 2021 è stato di poco superiore ai 5 milioni (5.175.100), di cui 4 milioni e ottocentomila sono state concluse con esito positivo (4.807.900). I dati relativi agli italiani nel Regno Unito ci dicono che, al 31 dicembre 2020, sono state ricevute 472.300) domande, di cui 441.310 sono state concluse.
Al 42% è stato riconosciuto il settled status, mentre il pre-settled status è stato corrisposto al 56% dei richiedenti. Solo il 2% del totale delle domande ha avuto esito negativo, per mancanza di requisiti o per ritiro dell’istanza da parte del richiedente.
Questi dati ci dicono che la comunità italiana è la terza per dimensione a registrarsi al EU settlement scheme.
Come dicevo, c’è ancora tempo fino a fine giugno per presentare domanda e registrarsi. Ci sono campagne di comunicazione promosse dal governo per incoraggiare i cittadini che non lo avessero ancora fatto, a registrarsi. L’obiettivo di queste campagne di comunicazione resta di raggiungere quanti più cittadini possibile, anche quelli delle categorie definite vulnerabili, inclusi gli anziani o la popolazione nelle carceri, a esempio.
UK points based system - Quanto appena delineato, vale la pena ripeterlo, è valido per i cittadini italiani ed europei già residenti nel Regno Unito prima della fine del periodo di transizione. Per i nuovi arrivi, a partire dal gennaio 2021, bisogna far riferimento al sistema a punti che regola l’immigrazione.
Coloro i quali desiderino stabilirsi nel Regno Unito per motivi di lavoro, studio o questioni personali, dovranno essere in possesso dei prerequisiti delineati dal sistema a punti.
Il nuovo sistema di immigrazione si basa sul raggiungimento di un punteggio minimo e su parametri numerici e criteri validi globalmente, ovvero non discriminatori e anche più trasparenti. Infatti, i cittadini europei e non europei che cercheranno impiego nel Regno Unito saranno trattati esattamente allo stesso modo, e le domande saranno valutate sulla base di criteri e standard universali.
Il nuovo sistema a punti ha come obiettivo l’attrazione di talenti e di forza lavoro che possa attivamente contribuire all’economia del Regno Unito e combattere lo sfruttamento del lavoro.
All’interno del sistema a punti vi sono dei percorsi specifici, pensati per rispondere alle singole esigenze delle diverse categorie di lavoratori (altamente qualificati e non) e studenti, e chiaramente non si applicano ai turisti o visitatori per brevi periodi, per i quali non è richiesto alcun visto.
Nello specifico, il sistema al momento prevede dei canali “routes” dedicati ai:
· lavoratori qualificati;
· innovatori (canale relativo alle attività di business dei neolaureati. C’è un requisito di finanziamento pari a £50,000 e di sostegno da parte di un ente di garanzia. La permanenza nel Regno Unito è esclusivamente legata alle attività necessarie per portare avanti il business e c’è un visto separato per le start-up);
· lavoratori stagionali;
· studenti (gli studenti internazionali dovranno dimostrare di essere in possesso di un’offerta formativa da parte delle istituzioni ufficiali, di possedere un livello di inglese adeguato e di avere mezzi per il sostentamento durante il periodo degli studi. Il Regno Unito continuerà ad accogliere studenti da tutto il mondo, senza mettere limiti ai numeri e con l’obiettivo di arrivare ad accogliere 600,000 studenti stranieri entro il 2030. Al completamento del proprio percorso universitario, coloro i quali lo desidereranno, potranno restare nel Regno Unito per lavorare per due anni (3 anni per gli studenti in possesso di dottorato / PhD);
· talenti (il Global Talent Route – per discipline umanistiche e artistiche, oltre che a scienziati e ricercatori. Non è richiesta alcuna offerta di lavoro con l'approvazione del relativo ente di garanzia né richiesto un salario minimo, il visto flessibile fino a 5 anni e comprende un percorso accelerato per l'insediamento e possibilità di portare familiari a seguito);
· lavoratori qualificati in ambito sanitario (un sistema di fast-track per sostenere il nostro sistema sanitario nazionale, affinché’ possa continuare a contare su personale qualificato per il contrasto alla pandemia in corso, future emergenze e continuare ad offrire un servizio sanitario di livello elevato).
Assistenza sanitaria - Restando in ambito salute e sanità, vorrei parlare di assistenza sanitaria reciproca, e mi avvio così anche alla conclusione del mio intervento. Gli accordi sull'assistenza sanitaria reciproca permettono alle persone di accedere all'assistenza sanitaria quando vivono, studiano, lavorano o viaggiano all'estero. Danno alle persone maggiori opportunità di scelta, sostengono il turismo e le imprese e favoriscono la cooperazione sanitaria.
L'accordo sugli scambi e la cooperazione (TCA) tra l'UE e il Regno Unito è entrato in vigore il 1° gennaio 2021.
La tessera europea di assicurazione malattia (TEAM) rilasciata dall'Italia e altri paesi UE rimane valida quando si visita il Regno Unito. La TEAM continuerà a coprire qualsiasi assistenza medica necessaria durante un soggiorno temporaneo nel Regno Unito.
Le attuali UK EHIC (Tessere Sanitarie Europee) rimangono valide fino alla data di scadenza sulla carta. Una volta scadute, possono essere sostituite con una nuova Global Health Insurance Card (GHIC) emessa dal governo britannico.
I pensionati che ne hanno diritto, i lavoratori frontalieri e alcuni altri gruppi - e i loro familiari - continueranno ad avere le loro spese sanitarie coperte dal Regno Unito se si spostano nell'UE, e viceversa.
Le persone potranno anche continuare ad accedere all'assistenza sanitaria programmata, rispettivamente in UK e paesi UE, se preventivamente autorizzata (comprese le cure legate alla maternità).
Le persone che risiedono o lavorano nel Regno Unito o nell'UE prima del 31 dicembre 2020, continueranno ad avere diritto all'assistenza sanitaria reciproca secondo i termini dell'accordo di recesso, purché rimangano beneficiari dell'accordo.
Molti dei diritti sanitari coperti dall'accordo di recesso sono anche coperti dall’accordo di libero scambio.
L'accordo raggiunto con l'UE implica anche che i cittadini residenti in UK continueranno ad essere coperti per qualsiasi trattamento di emergenza e necessario derivante dalla COVID-19 in uno Stato membro dell'UE.
Inoltre nel gennaio 2019 il ministero della Sanità britannico ha modificato l'NHS (Charges to Overseas Visitors) Regulations 2015, per esentare da spese i servizi per la diagnosi e il trattamento della Covid-19 per tutti i visitatori d'oltremare. Nessun addebito si applica quindi a un test diagnostico anche se il risultato è negativo e, nessun addebito può essere applicato a qualsiasi trattamento per Covid-19 fornito fino al punto in cui viene diagnosticato negativamente. Ciò senza pregiudizio al coordinamento dei regimi di sicurezza sociale relativo alle prestazioni sanitarie.
Conclusione - Spero di aver coperto in maniera esaustiva i temi di interesse per il dibattito odierno. Prima di raccogliere le vostre domande e I vostri commenti, vorrei ringraziarvi per la cooperazione. Sono molto orgogliosa del livello di collaborazione e dialogo tra I nostri Paesi sui temi della tutela dei diritti dei cittadini e spero possiamo continuare a lavorare insieme per una piena implementazione di quanto previsto nell’accordo di recesso e dall’accordo di cooperazione del 24 dicembre 2020», ha concluso l'amb. Jill Morris in Parlamento.


Fonte: Redazione
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