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Italia-Russia: amb. Terracciano, "Aperture italiane non sono giro di valzer"

03-10-2020 17:18 - Ambasciate
GD - Mosca, 3 ott. 20 - L'ambasciatore italiano a Mosca sgombra il campo da equivoci sulle iniziative italiane in Russia. «Le aperture italiane al dialogo con la Russia non sono mai state dei giri di valzer ma, al contrario, hanno sempre voluto essere un contributo concreto all'interesse strategico di lungo periodo di tutta la comunità transatlantica», ha sottolineato Terracciano intervenendo al "Transatlantic Forum on Russia", organizzato dal Centro Studi Americani in collaborazione con Aspen Institute Italia, European Council on Foreign Relations e Ministero degli esteri.
«L'assioma secondo il quale qualsiasi forma di dialogo con la Russia corrisponde a un ritorno al 'business as usual' è sbagliato. Il dialogo non è un premio alla Russia, ma una scelta che noi facciamo perché risponde a un nostro interesse», ha precisato Terracciano. E il dialogo, oltre a tutto, può influenzare in senso a noi favorevole la dialettica interna alla Russia.
«Il deterioramento del rapporto fra la Russia e la comunità euroatlantica, che sembra non avere fine, ci pone di fronte a dei rischi molto gravi per tutti. Il primo è l'azzeramento della fiducia reciproca, quasi totale, che è uno sviluppo molto serio e preoccupante proprio nel momento in cui rischiamo di vedere lo smantellamento del sistema di controllo degli armamenti con un ritorno a prima del Trattato Salt nel 1972», ha aggiunto il diplomatico italiano in Russia.
«Il secondo rischio è la nascita di un nuovo asse anti occidentale, con il progressivo avvicinamento si Mosca a Pechino», ha affermato.
Poi ha aggiunto che «la Russia si è molto avvicinata alla Cina, ma non si sente a proprio agio ad avvicinarsi troppo a Pechino. Mosca scappa dall'Occidente perché non si sente trattata alla pari, non sente che le viene riconosciuto quel ruolo di grande potenza a cui ambisce tornare. Quindi, la Cina non sarebbe una soluzione. Per alcuni settori del'establishment russo, è un paese da guardare con molta cautela. C'è quindi ancora l'opportunità di ricostruire quel minimo di fiducia reciproca senza la quale non si può ricostruire il sistema del controllo degli armamenti».
Quanto al ruolo dell'economia, non sappiamo quanto durature saranno anche in Russia le conseguenze della pandemia. Ma se la contrazione inciderà sulla capacità del presidente Putin di attuare il piano di investimenti nazionali che ha promesso (infrastrutture, sanità, scuola, programmi con ricadute immediate sulla società e quindi molto importante per raccogliere consenso - ndr), sono possibili politiche più nazionaliste in politica estera, in particolare nel caso in cui ci saranno ulteriori sanzioni, soprattutto se queste porteranno a un downgrading del Paese da parte delle agenzie di rating, quindi un calo del valore del rublo e a conseguenti problemi per l'economia russa.


Fonte: Redazione
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