05 Maggio 2024
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Italia-Giappone: consegna Premio “Tokyo – Roma: parole in transito”

29-11-2022 18:21 - Arte, cultura, turismo
Laura Testaverde Laura Testaverde
Noriko Morishita photo by Sakurako Kuroda Noriko Morishita photo by Sakurako Kuroda
La Giuria del Premio “Tokyo – Roma: parole in transito”, istituita dalla Fondazione Italia Giappone con il contributo del Centro per il Libro e la Lettura, di Alcantara e del Parco dei Principi Grand Hotel & SPA, ha selezionato il vincitore della prima edizione.
“Tokyo – Roma: parole in transito” è un riconoscimento unico nel suo genere che sarà conferito sabato 10 dicembre a Roma, nell'ambito della manifestazione Più libri. Più liberi presso La Nuvola di Fuksas. È la prima volta che insieme all'autore di un romanzo viene premiato anche il suo traduttore.
Ma perché un Premio da assegnare a traduttori e traduttrici dal giapponese all’italiano, così come agli autori e autrici di cui si occupano? La Fondazione Italia Giappone da tempo considera con crescente attenzione quanto sia rilevante e fondamentale lavorare alla traduzione di un romanzo. Sono i traduttori e le traduttrici che ci permettono il meraviglioso viaggio dentro l’universo contenuto in un libro, interpretando al meglio accadimenti, sentimenti, personaggi e atmosfere nate dalla creatività giapponese, che ci arrivano grazie ad una professione che sa come “interpretare”, “trasferire” e infine “condurre” da una lingua ad un’altra.
La Fondazione Italia Giappone ha dato l'avvio a questo progetto, con l'entusiastico appoggio del Centro per il Libro e la Lettura, dell'Ambasciata d'Italia in Giappone e dell'Ambasciata del Giappone in Italia e ha istituito una giuria composta da accademici e esperti di entrambi i Paesi. È presieduta dall'amb. Umberto Vattani, presidente della Fondazione Italia Giappone, ed è composta da: Tetsuro Akanegakubo, direttore Generale dell’AGIS Associazione Giapponese per l'Istruzione scolastica e giornalista; Luisa Bienati, professore all’Università Ca' Foscari di Venezia; Silvana De Maio, direttrice dell'Istituto Italiano di Cultura di Tokyo; Matilde Mastrangelo, professore alla Sapienza Università di Roma; Junichi Oue, professore all’Università di Napoli “L’Orientale”; Fabiola Palmeri, scrittrice e giornalista; Paolo Puddinu, già professore all’Università di Sassari; Ikuko Sagiyama, professore all’Università di Firenze; Enrico Vanzina, regista, scrittore e giornalista; Stefania Viti, scrittrice e giornalista.
Con la collaborazione delle case editrici che negli ultimi due anni hanno pubblicato romanzi contemporanei tradotti dal giapponese, i giurati hanno letto oltre trenta titoli, selezionando quello che meglio degli altri risponde ai criteri inizialmente individuati: la qualità del racconto e della traduzione e il fatto che quest'ultima trasmetta al lettore le stesse emozioni del testo originale, aprendo una finestra sulla cultura e sulla società giapponese contemporanea:“Ogni giorno è un buon giorno” di Noriko Morishita, tradotto da Laura Testaverde, edito da Einaudi.
“Ogni giorno è un buon giorno“ è composto da una serie di brevi saggi in cui la scrittrice racconta della lunga frequentazione ai corsi di Cerimonia del Tè. Dai 20 anni fino ai 45 infatti, Morishita si è avvicinata passo dopo passo a uno dei rituali più tradizionali e tipicamente giapponesi. Un mondo fatto di piccoli, semplici e precisi gesti, azioni e modalità che nel tempo portano chi li pratica a concentrarsi sulla ricerca del sé, così come ad acquisire acuta sensibilità e capacità di vivere il presente. Seppure incentrato sul rituale del Sadō (Cerimonia del Tè) e sul suo significato di “via” che tende alla crescita della persona, questo romanzo riflette i cambiamenti della società giapponese a partire dagli anni ’70. In particolare per quanto riguarda la figura della donna. Attraverso le vicende della protagonista, per la quale la Cerimonia del Tè diventa nel tempo un punto fermo, il lettore scopre uno spaccato della società giapponese, e numerose similitudini con quella italiana. La scoperta avviene poco a poco e in maniera quasi impercettibile, così come ci si avvicina al lento disvelarsi del significato profondo di un rito rigidamente codificato, che tuttavia consente la libertà di scelta. Grazie alla frequentazione delle classi di Sadō la protagonista, e con lei il lettore, percorre e scopre una propria “via” che consente di attraversare al meglio le numerose vicissitudini che compongono l’esistenza.
Interessante per il lettore italiano è il paragone, che la scrittrice riporta nella prefazione al libro, tra la Cerimonia del tè e il film “La Strada” di Federico Fellini: “Ogni volta che l'ho visto, La Strada di Fellini è diventato una cosa diversa. Ogni volta che l'ho visto è diventato più profondo. Al mondo esistono due tipi di cose: quelle che capisci subito e le altre (...) Ma le cose che non ti sono subito chiare inizi a comprenderle dopo, piano piano, frequentandole, e diventano man mano una cosa diversa, come La Strada di Fellini. E ogni volta ti rendi conto che quello che vedevi non era che un piccolo frammento del tutto.” Due “strade” nate da società lontane geograficamente, ma probabilmente più vicine di quanto appaia.
Un romanzo autobiografico che apre a molteplici riflessioni. Una di queste è l’invito a prestare attenzione ad aspetti della quotidianità all’apparenza superficiali, che tuttavia si rivelano essenziali per l’equilibrio delle persone.
Armonia, rispetto, purezza, e tranquillità: i quattro pilastri della cerimonia per vivere pienamente il presente. Con “Ogni giorno è un buon giorno” scritto da Morishita Noriko e tradotto da Laura Testaverde si compie quindi un viaggio molto lento e paziente, che conduce verso una più acuta sensibilità nei confronti di sé e del mondo esterno.
La traduzione di questo testo, complesso per la ricchezza di riferimenti alla tradizione, si è rivelata particolarmente riuscita per le scelte stilistiche compiute. Come quella di avere lasciato molti dei termini in giapponese relativi all’arte della cerimonia del tè. Testaverde ha infatti preferito non tradire l’intento didascalico dell’opera, optando per la cura di un glossario ricco di spiegazioni sull’origine, l’uso e la forma degli oggetti cui si riferiscono. Ha così rispettato le finalità dell’autrice, offrendo conoscenze ulteriori ai lettori italiani e consentendo loro di immergersi totalmente nell'atmosfera del romanzo.
Noriko Morishita, laureata in letteratura giapponese alla Japan Women's University, mentre era ancora studentessa ha iniziato a lavorare come giornalista e rubricista. Nel 2002 pubblica “Ogni giorno è un buon giorno” (Einaudi 2020) che da allora diventa un autentico successo che non si è esaurito nel tempo, rendendolo così un longseller. Nel 2018 il regista Omori Tatsushi ne trae un film di grande successo.
Laura Testaverde è dottoressa di ricerca in civiltà dell'Asia estremo-orientale (Università L'Orientale di Napoli), ed ha conseguito un Master of Arts in Lingua e Letteratura Giapponese (Università Gakushūin di Tōkyō). Ha al suo attivo numerose traduzioni di diversi autori, tra cui Mishima Yukio, Ogawa Yōko, Hirano Keiichirō, Miyashita Natsu, Natsume Sōseki, Yokoyama Hideo, Akutagawa Ryūnosuke, Hiraide Takashi, Durian Sukegawa e Morishita Noriko.
Per info: fondazione@italiagiappone.it

Fonte: Redazione
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