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Italia-Danimarca: collaborazione per innovazione energia riciclo ecologia

12-05-2023 21:03 - Ambasciate
GD - Bari, 12 mag. 23 - Il Politecnico di Bari e l’Ambasciata di Danimarca in Italia collaboreranno per lo sviluppo di nuove tecnologie per l’ambiente. Lo prevede un accordo firmato al Politecnico dal rettore Francesco Cupertino e dall’ambasciatore Anders Carsten Damsgaard. Lo rende noto l’ateneo pugliese.
La convenzione prevede attività di ricerca e trasferimento tecnologico, formazione, consulenza, scambio di studenti e docenti per agevolare soluzioni innovative nel settore del trattamento dei rifiuti, acque reflue e fanghi di depurazione.
Inoltre, l’incontro tra il rettore e l’ambasciatore danese è servito a porre le basi per ulteriori sinergie in materia di energie pulite. In particolare, l’amb. Damsgaard ha mostrato grande interesse per le attività di ricerca che il Politecnico sta svolgendo nel settore delle rinnovabili e per i rapporti tra l’ateneo e le imprese in questo ambito.
«Il PNRR, in particolare, rappresenta una grande opportunità per i nostri ricercatori, gli studenti e i neolaureati, per le aziende e per le nuove startup interessate al tema della transizione energetica», ha dichiarato il rettore Cupertino».
Il Politecnico, infatti, è impegnato in alcuni grandi progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in particolare NEST, un partenariato pubblico privato (università, centri di ricerca, grandi aziende) sulle energie verdi del futuro, nell’ambito del quale l’ateneo svolge il ruolo di hub nazionale per la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie.
«Abbiamo la responsabilità», ha spiegatp il rettore Cupertino, «delle attività di ricerca che si svolgeranno in questo ambito nei prossimi anni e che coinvolgono 25 partner in Italia, tra cui il CNR e l’ENEA, in particolare ci concentreremo sulle nuove reti nazionali per l’energia, l’utilizzo dell’idrogeno e i sistemi per il recupero di energia dai rifiuti».
Proprio su questi temi si è concentrato l’interesse dell’ambasciata di Danimarca in Italia, la quale svolge un ruolo di intermediazione e supporto per le imprese danesi che operano nel settore energia e acque-rifiuti.
All’incontro con il rettore, non a caso, hanno partecipato insieme con l’ambasciatore, due delegazioni di esperti in materia, rispettivamente di acqua e rifiuti e di energia. La Puglia, come naturale serbatoio di energie rinnovabili, è ovviamente un territorio attraente per le aziende danesi, che hanno raggiunto un livello tecnologico notevole in materia di chiusura del ciclo di rifiuti.
Dall’altra parte, la Puglia potrebbe ottenere grandi vantaggi dallo sviluppo di nuove tecnologie, in particolare nel settore del trattamento dei rifiuti, delle acque reflue e dei fanghi di depurazione. «Nella regione ci sono oltre 180 impianti di depurazione, che producono mediamente un totale di oltre 200.000 tonnellate di fanghi all’anno», ha spiegato il prof. Michele Notarnicola, responsabile scientifico dell’accordo per il Politecnico, «ma non abbiamo ancora impianti per il trattamento, per cui questa grande massa di fanghi viene spedita altrove, per il trattamento».
L’accordo siglato è maturato nell’ambito di un’attività di ricerca che il Politecnico di Bari, sotto la guida del professor Notarnicola, sta svolgendo in collaborazione con l’Acquedotto pugliese. Il progetto riguarda in particolare lo screening delle acque reflue e dei fanghi. L’occasione propizia è stata una visita ad alcuni impianti per il trattamento termo-chimico, che si trovano a Copenaghen.
Una delle attività che potranno partire subito, in attuazione dell’accordo, sarà studiare come le tecnologie danesi possano essere applicabili alle nostre tipologie di rifiuti. E questo si collega poi all’ambito energia, ricavabile sotto forma di metano, idrogeno, elettricità da un trattamento efficace dei rifiuti, che chiuda il ciclo in maniera efficiente e sostenibile.
«Questi rapporti inoltre potranno aprire nuove opportunità per i nostri ricercatori e le nostre startup», ha osservato il rettore Cupertino, «in una dimensione sempre più internazionale per il Politecnico di Bari».
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