05 Maggio 2024
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Istituto Giapponese Cultura: mostra di Adolfo Farsari, fotografo di fine ‘800

06-10-2020 20:43 - Arte, cultura, turismo
GD – Roma, 6 ott. 20 – L'Istituto Giapponese di Cultura di Roma dal 15 ottobre all'8 gennaio 2021 ospita la mostra di Adolfo Farsari, il fotografo e avventuriero vicentino che ha ritratto il Giappone di fine ‘800. La rassegna si svolge in collaborazione con l'Istituto Italiano di Cultura di Tokyo e l'orario di visita è dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 12.3 e dalle 13.30 alle 17.00.
Le mirabolanti imprese di Adolfo Farsari rivivono nelle 64 immagini della mostra, espressioni della fotografia in bianco e nero colorata a mano dopo la stampa, detta Yokohama Shashin. Ne esce il racconto struggente di un Giappone in lento e ineluttabile divenire, descritto nei topos estetici destinati a costituire l'immaginario occidentale in tema fino ai giorni nostri.
Farsari è il fotografo dell'album “Viste e Costumi del Giappone” di Osano Shigetoshi, professore emerito e Project Professor dell'Università di Tokyo. In Giappone si è creduto a lungo che Adolfo Farsari fosse un americano perché aveva già ottenuto la cittadinanza degli Stati Uniti. Infatti, approdò a Yokohama l'8 settembre 1876 con la nave “Belgic”, partita da San Francisco. Dopo aver lavorato alla Yokohama Cigar Company e poi alla Sargent, Farsari & Co., nel 1884 costituì la propria ditta A. Farsari & Co., e nel 1885 acquisì da Franz Stillfried lo studio della Japan Photographic Association, con l'assortimento e i negativi. Così decise di cominciare la sua attività da fotografo. Come scrisse il fotografo scozzese William K. Burton, che lo aveva incontrato personalmente, in un articolo dai toni entusiastici sulla sua tecnica di colorazione delle fotografie, il Farsari aveva riscosso un certo successo professionale.
La riscoperta del fotografo Adolfo Farsari è dovuta soprattutto agli sforzi di Elena Dal Pra. L'abitazione della famiglia Farsari a Vicenza, una grande casa con giardino e orto, fu ereditata da Emma Garbinati Farsari, sorella minore di Adolfo. Poi Emma, non avendo prole, lasciò la casa in eredità alla nonna paterna di Elena. Nella stessa casa fu scoperto un gran fascio di lettere di Adolfo indirizzate dagli Stati Uniti e dal Giappone ai suoi genitori e ad Emma. I due articoli di Elena negli anni ‘90 del secolo scorso, derivati dalla sua tesi di laurea presentata all'Università degli Studi di Padova nell'anno accademico 1990-91, e altri due articoli di Lia Beretta gettarono una luce sulla vita avventurosa di Adolfo e le sue attività in Yokohama. Ciononostante, è rimasto un vasto spazio per svolgere ulteriori ricerche farsariane.
La mostra presenta al pubblico una parte del risultato della ricerca sul fotografo condotta da di Osano Shigetoshi con una équipe negli anni 2005-07 in Italia, in particolare a Vicenza, ed in Giappone. In effetti, si mettono a fuoco tre album di fotografie, tutti recentemente ritornati all'attenzione della ricerca e con verificate provenienze che possono essere riferite a documenti e materiali conservati in istituzioni italiane, oltre a particolari riferimenti ad articoli apparsi su giornali quali il Japan Mail e il Japan Weekly Mail, pubblicati in Giappone negli anni ottanta dell'Ottocento.


Fonte: Redazione
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