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IRAN: Principe Reza Pahlavi con gruppo parlamentari italiani su crisi MO

24-10-2023 16:11 - Parlamento
GD - Roma, 25 ott. 23 - A Roma si è svolto un dibattito promosso dall’Istituto Milton Friedman, rappresentato da Alessandro Bertoldi, in collaborazione con l'Associazione Italia-Iran, rappresentata da Mario Filippo Brambilla di Carpiano, in cui si è parlato della crisi mediorientale, delle prospettive per un IRAN democratico e laico e dei rapporti con l'Europa. L’evento ha visto la partecipazione, in video collegamento da Washington DC, del Principe Reza Pahlavi, erede dell’ultimo Scià di Persia, figura chiave dell'opposizione laica e democratica in Iran.
Il Principe è stato precedentemente accolto in Italia in diverse occasioni su iniziativa dell'Istituto Milton Friedman e dell’Associazione Italia-Iran. Questo nuovo incontro ha avuto un significato particolare, perché avvenuto alla presenza di un ampio spettro di rappresentanti trasversali della politica italiana: i parlamentari Roberto Bagnasco, Chiara Tenerini, Benedetto Della Vedova, Matteo Gazzini, Isabella De Monte, Simonetta Matone; Souad Sbai.
“Alla luce di quanto accaduto di recente in Israele, ritengo che il rischio di un conflitto globale incombe forse come mai prima. Abbiamo visto nella guerra russo ucraina uno scontro di alcuni valori che non sono prettamente sovrapponibili tra noi e la Russia. Non abbiamo tuttavia mai visto uno scontro di civiltà come nel caso mediorientale. E lo scontro di civiltà è dato proprio dalla radicalizzazione dell’Islam e di come si sia diffuso anche in Paesi non tradizionalmente fondamentalisti. Andiamo verso una spirale di radicalizzazione in tutto il mondo, come dimostrano gli atti di terrorismo compiuti in Europa. E la domanda è fino a che punto il regime iraniano sia disposto ad agire contro Israele rischiando di condurre la tensione in Medio Oriente ad una soglia critica”, ha detto Alessandro Bertoldi, direttore esecutivo dell’Istituto Milton Friedman.
Da parete sua Mario Filippo Brambilla di Carpiano, rappresentante dell’Associazione Italia-Iran, ha detto: "ritengo che il dialogo e il sostegno internazionale siano fondamentali per promuovere un cambiamento positivo in Iran. Sosteniamo pienamente la visione del Principe Reza Pahlavi e lavoriamo per creare consapevolezza sulle sfide che affronta il popolo iraniano nel perseguire la democrazia e i diritti umani nel paese. È fondamentale quindi unire le forze per consentire la nascita di un futuro più luminoso per tutti gli iraniani”.
Gli ha fatto eco il Principe Reza Pahlavi “Questo è un incontro di grande importanza perché ritengo fondamentale il dialogo con i rappresentanti dei governi occidentali. Noi cerchiamo di unire tutte le forze politiche iraniane. Abbiamo tre punti fondamentali attorno a cui cerchiamo di costruire una congiuntura contro il regime. Il primo è il principio della democrazia, laica e secolare, in cui il potere religioso è separato dallo Stato. Il secondo riguarda il rispetto dei diritti umani. Il terzo invece riguarda l’integrità territoriale. In passato una parte rilevante della società iraniana ha creduto nel riformismo del regime islamico, però ora non si crede più a questa possibilità. Quindi dobbiamo cercare attraverso la massima partecipazione e creare una coalizione capace di essere un’alternativa al regime attuale. Da ciò sarebbe possibile anche ricostruire l’Iran dal punto di vista economico. Una delle questione più importanti che vorrei affrontare è la questione idrica, che il regime ha condotto in una dimensione critica”.
“Non potevamo che schierarci con grande chiarezza con le idee liberali di Reza Pahlavi e di quella parte del popolo iraniano a lui affine, che in questo momento rimane vittima di persecuzione. Lo dico oggi con maggiore convinzione anche se non ce ne sarebbe bisogno, in cui il mondo sta subendo gli attacchi, pericolosissimi, del terrorismo internazionale. Risulta una fase difficile che ha delle prospettive molto delicate, molto di più di quanto si possa immaginare. Proprio di recente ho organizzato un convegno sullo jihadismo internazionale ed è emersa una situazione di straordinario pericolo. Rinnovo la mia amicizia a Reza Phalavi anche perché è portatore di quei valori liberali in cui noi crediamo profondamente. Con lei, oggi, domani e sempre, con la speranza che in futuro si possa assistere alla nascita di un nuovo regime in Iran”, ha sostenuto l’on. Roberto Bagnasco (Forza Italia).
“Ritengo sia molto importante dare continuità a questi incontri, di modo tale che il suo attivismo trovi un solido sostegno nel nostro Parlamento. Riprendo i concetti espressi dall’on. Bagnsco, che condivido integralmente. Aggiungo solo che la sua partecipazione di oggi è importante anche per capire quello che potrebbe succedere in Medio Oriente, perché è preoccupante quanto avvenuto in Israele ma anche per la posizione più esplicita espressa dalla Cina. Quindi assistiamo a dinamiche diverse rispetto al passato. Infine ritengo fondamentale che questa vicinanza dimostrata da noi si manifesti anche a livello delle istituzioni europee, di modo tale da costruire una politica estera coesa tra tutti i paesi membri”, ha affermato l’on. Isabella De Monte (Italia Viva).
L’eurodeputato Matteo Gazzini (Lega), ha dichiarato: “Qui in Europa il mio gruppo è all’opposizione e ci stiamo battendo per le questioni interne. Però ovviamente il problema dei diritti umani e della guerra è inevitabile affrontarlo perché ci coinvolge tutti. Credo che attualmente la guerra sia diventata un metodo di far politica. Tutto si trasforma in un conflitto. Sarebbe necessario che tutti facessero un passo indietro e si desse maggiore peso alla parola. Ritengo che questo tipo di eventi siano importanti perché si possono scambiare delle idee e arrivare a capire questioni diverse e complesse. Ringrazio quindi l’Istituto Milton Friedman per questo. La questione iraniana ci tocca tutti da vicino. Le iniquità del regime attuale vanno ad intaccare la vita di tutti noi. Mi auguro che alle prossime elezioni europee l’asse politico in Commissione si sposti verso il centro destra e si possa manifestare un reale avvicinamento alla questione iraniana”.
L’on. Souad Sbai (Comitato scientifico Istituto Friedman), ha detto: “L’islamismo radicale, che non ha nulla a che fare con l’Islam, è purtroppo una realtà. Siamo di fronte ad un attacco che non ha eguali. Siamo tenuti quindi a rispondere e non possiamo restare a guardare. Voglio rivolgere un pensiero alle donne iraniane, che sono coinvolte in prima linea a fronteggiare il fondamentalismo. Loro più di altri conoscono il problema”.
Dopo i primi saluti e gli interventi di tutti gli interlocutori, Reza Pahlavi ha risposto ad alcune domande e dibattuto sui principali temi che riguardano la crisi attuale e la situazione in Iran. Alla domanda esplicita di Alessandro Bertoldi: fino a che punto è disposto a spingersi il regime di Teheran nel minacciare la pace e sostenere i terroristi, entrerebbero direttamente in guerra? il Principe ha risposto chiaramente: "andranno avanti finché ci vedranno tentennare, deboli e poco risoluti!".
Il Principe ha inoltre espresso la sua solidarietà a Israele per i terribili attacchi terroristici da parte di Hamas ed Hezbollah, organizzazioni finanziate e controllate dal regime degli Ayatollah.


Fonte: Redazione
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