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In Russia è forse cominciata una guerra civile?

24-06-2023 12:45 - Opinioni
Evgenij Prigožin patron della Wagner Evgenij Prigožin patron della Wagner
Vladimir Putin Vladimir Putin
Evgenij Prigožin patron della Wagner Evgenij Prigožin patron della Wagner
GD – Roma, 24 giu.23 - Clamorosa la notizia che la Wagner sta marciando su Mosca, che sia iniziata la resa dei conti, oppure che si trova sempre qualcuno che può pagare di più? Sono tante le domande che sorgono in questi momenti di grande confusione e incertezze. Quello che è evidente è che da molte settimane il proprietario della brigata mercenaria Wagner, Evgenij Prigožin, ha iniziato prima a criticare i generali dell’esercito russo per la loro performance deludente sui campi di battaglia e, successivamente, ha cominciato ad attaccare direttamente il Cremlino per la carenza di rifornimenti e munizioni alle sue milizie.
Dopo un anno e mezzo di assurda guerra con oltre mezzo milione di morti tra le due parti, milioni di profughi Ucraini, danni inimmaginabili alle strutture soprattutto civili e anche russi, è normale comprendere che i tanti Paperoni russi che si erano arricchiti negli ultimi 20 anni e che adesso si vedono i loro patrimoni bloccati hanno il bisogno impellente che questa assurda guerra si risolva e che si ritorni al dialogo con l'Occidente.
Ma in che modo le esternazioni e le azioni di Prigožin stanno influenzando le azioni dei militari russi e le decisioni del Cremlino e stanno aiutando indirettamente la controffensiva in corso in Ucraina? Sappiamo con assoluta certezza che questa non è, o non è più, solo una piccola lotta di potere tra Prigožin e il ministro della Difesa, Shoigu. Nelle ultime affermazioni di Prigožin questa disputa assume sempre più la dichiarazione di voler effettuare un vero e proprio colpo di Stato per assumere la guida delle operazioni in Ucraina.
Vista la situazione attuale del conflitto non è ipotizzabile una recrudescenza della guerra, ma una pausa delle offensive e la ritirata progressiva delle truppe di invasione russe dal territorio ucraino. Per queste ragioni in Ucraina sono confortati e rinvigoriti dalle notizie che arrivano da Mosca.
Per quanto riguarda la controffensiva ucraina, basata sulla forza militare professionale messa in campo dagli ucraini, non cambia nulla. I disaccordi e i problemi della leadership politica del campo nemico conseguenti alle dichiarazioni ormai quotidiane di Prigožin, non hanno alcun impatto sulle operazioni avviate dagli ucraini per riprendere il controllo dei territori temporaneamente occupati dai separatisti russi e dalle truppe di invasione di Mosca.
Al momento la situazione è in continua evoluzione per cui è difficile prevedere l'andamento giornaliero. Ma alcune cose sono già chiare, come ad esempio il fatto che la Russia e la sua catena di comando sono in totale confusione e c’è un tumulto latente molto grande, più grande di quanto si potesse auspicare. Prova è la frenesia delle dichiarazioni rilasciate dal Cremlino per annunciare vittorie inesistenti sui campi di battaglia. Questo è un chiaro segnale che Putin è sempre più debole ogni giorno che passa, è queste sono ottime notizie per gli ucraini e per il mondo occidentale che è schierato a fianco degli ucraini.
I generali russi dell'esercito regolare stanno provando, senza successo sembrerebbe, a persuadere il fondatore di Wagner PMC Evgenij Prigožin a "cambiare idea", a "fermarsi" e "sottomettersi alla volontà" del presidente Vladimir Putin dopo che il fondatore del gruppo di mercenari ha minacciato di inviare 25.000 combattenti contro il Ministero della Difesa a Mosca.
Sergei Surovikin, ex comandante del gruppo congiunto delle forze militari russe e comandante in capo delle forze aerospaziali, ha esortato Prigožin a risolvere tutto "pacificamente". In un video messaggio registrato ha fatto appello alla leadership, ai comandanti e ai combattenti del Wagner PMC di desistere da qualsiasi azione contro la Russia. Ha ricordato nel suo videomessaggio che le forze regolari dell'esercito russo e quelle della Wagner hanno assunto rischi, subito perdite e hanno conseguito qualche risultato quando hanno combattuto fianco a fianco. Il messaggio si conclude in modo patetico con Surovikin che implora Prigožin ricordando che sono dello stesso sangue e esortandolo a fermarsi.
La stessa cosa ha fatto il generale Vladimir Alekseev, il primo vice capo del principale dipartimento di intelligence dello Stato Maggiore russo, che si è rivolto a Prigožin chiamando i mercenari Wagner PMC "fratelli" e ricordando, come in un Amarcord, le missioni di combattimento svolte insieme fin dalla nascita del gruppo Wagner.
Alekseev ha rilevato che solo il presidente Putin ha il diritto di nominare il più alto personale di comando delle forze armate; e che quello che sta facendo Prigožin è una invasione di campo del potere del presidente del Cremlino da considerare a tutti gli effetti come un tentativo di colpo di Stato invitandolo a desistere.
Anche l’FSB ha aperto un procedimento penale contro Prigožin, con l’accusa di "organizzazione di ribellione armata” (articolo 279 del codice penale). Con questa accusa dell’FSB Prigožin rischia dai 12 ai 20 anni di carcere, ragione per cui adesso è costretto dagli eventi a continuare la sua “ribellione” contro il Cremlino oppure consegnarsi e farsi arrestare (eliminare) dai fedelissimi del Presidente.
Situazione in fermento e scenari foschi all’orizzonte. È probabile che qualcuno che ha interessi importanti da difendere abbia pagato Prigožin di più di quanto abbia fatto il Cremlino.
Speriamo solo che non succeda con Prigožin quello che è successo con i talebani che sono stati aiutati dagli Stati Uniti a vincere la guerra contro i russi e che poi si sono rivoltati contro l’Occidente.

Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale

Fonte: Ciro Maddaloni
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