05 Maggio 2024
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IIC PARIGI: Caravaggio, dialogo tra Francesca Cappelletti e Stefania Macioce

10-03-2024 18:07 - Arte, cultura, turismo
GD – Parigi, 10 mar. 24 – L’Istituto Italiano di Cultura di Parigi ha proposto un interessante e seguitissimo confronto su Michelangelo Merisi da Caravaggio (1571-1610), figura fondamentale nella storia dell’arte non solo italiana, precursore della modernità. Sulla sua rivoluzione artistica molto si è scritto, ma gli studi sulla sua straordinaria opera non smettono di arricchire le prospettive di analisi del suo lavoro. Il tema Caravaggio è così al centro di diverse iniziative anche da parte dell’Istituto Italiano di Cultura di Parigi. Nel mese di marzo il direttore Antonio Calbi presenta infatti ben due rilevanti eventi sulla vita travagliata e sul lavoro dell’artista lombardo. Si tratta di due occasioni per tracciare ritratti diversi e complementari su questo grande artista.
Il primo appuntamento è stato una conferenza che ha riunito la prof. Francesca Cappelletti, direttrice della Galleria Borghese, e la prof. Stefania Macioce, della Sapienza Università di Roma, considerate tra le voci più significative della storia dell’arte interessate a Caravaggio, l’artista che ha rivoluzionato la pittura italiana.
L’incontro è stato presentato dallo stesso direttore Calbi e introdotto e moderato dal prof. Nicolas Saint Fare Garnot, già direttore del Musée Jacquemart Andrée. Il confronto ha consentito di approfondire diversi aspetti, taluni inediti, dell’opera di Caravaggio prendendo lo spunto dalle recenti pubblicazioni delle opere delle due studiose intervenute: Stefania Macioce ha da poco pubblicato il terzo aggiornamento della ponderosa raccolta documentale “Michelangelo Merisi da Caravaggio. Documenti, fonti e inventari – 1513-1848” (Ugo Bozzi Editore, 2023; le due precedenti edizioni risalgono al 2003 e 2010); Francesca Cappelletti ha scritto “Caravaggio e come cercarlo. Alla Galleria Borghese, a Roma e in giro per il mondo”, (Editori Paparo, 2024). Le analisi e i documenti presentati nei loro due volumi ritraggono un quadro della magistrale svolta artistica operata da Caravaggio tra la fine del Cinquecento e l’inizio del secolo successivo, che ha aperto la strada alla modernità.
Nel suo articolato intervento Francesca Cappelletti ha affrontato il problema delle opere perdute di Caravaggio. Esistono infatti diversi dipinti del grande maestro lombardo che sono citati dalle fonti antiche e che non sono mai stati reperiti. Altre opere sono andate perdute durante la Seconda guerra mondiale, come ad esempio la prima versione del San Matteo e l’angelo destinata alla Cappella Contarelli di San Luigi dei Francesi a Roma. Per molto tempo si è pensato che questa prima versione fosse stata rifiutata dai committenti perché le caratteristiche iconografiche del Santo sarebbero state valutate come troppo dimesse e, dunque, non consone alle esigenze di decoro previste per un luogo di culto. Ma gli studi hanno dimostrato che le motivazioni erano diverse, probabilmente legate ad una esposizione provvisoria del dipinto. Anche per il ritratto di Fillide Melandroni, amante del Caravaggio, si sono perse le tracce nel 1945. Della Maddalena si conoscono molte repliche, ma non l’originale. Francesca Cappelletti ha mostrato un grande interesse per questa problematica delineando la possibilità di rintracciare alcuni dei dipinti perduti il che sarebbe davvero auspicabile.
Da parte sua Stefania Macioce ha presentato spunti molto interessanti e talvolta inediti della sua monumentale raccolta documentaria su Caravaggio e il suo ambiente considerata dagli studiosi come la Bibbia per conoscere l’artista lombardo.
In particolare, la studiosa ha presentato le recenti scoperte documentarie che hanno chiarito l’arrivo di Caravaggio a Roma e i suoi diversi rapporti con le numerose botteghe dei pittori attive nella Capitale e le problematiche aperte sulla vicenda della morte dell’artista che, in base alle conoscenze più aggiornate da lei raccolte, potrebbe essere avvenuta in circostanze particolarmente complesse anche in relazione ai dipinti che il pittore portava con sé nella feluca sulla quale da Napoli si imbarcò per raggiungere Palo Laziale.
La sua esposizione ha inoltre toccato vari inediti sull’intensa vita dell’artista, elementi che hanno molto attratto il folto pubblico, che le ha sollecitato diversi questi e domande.
Ma all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi il magnetismo di Caravaggio non finisce qui. Già il 14 marzo sarà il turno della proiezione del film “L’ombra di Caravaggio”, l’ultimo successo di Michele Placido, una produzione franco-italiana uscita nelle sale nel novembre del 2022 e che vede figurare attori di fama internazionale quali Riccardo Scamarcio, Louis Garrel, Isabelle Huppert e Michele Placido stesso. Sarà proprio quest’ultimo attore a presentare la sua opera nelle sale settecentesche dell’Hotel de Galliffet. Attraverso una trama in cui evasioni e inseguimenti si intersecano fino a tessere la complessa e tormentata storia di un uomo che deve sfuggire al proprio destino, viene alla luce in che modo i fatti della vita di una persona ne condizionino profondamente la produzione artistica. Nel caso di Caravaggio, il contatto diretto con la miseria, gli esclusi dalla società e la vita notturna che si consumava nei vicoli di Roma lo conducono a una ricerca della verità che si traduce in un rifiuto della tradizione pittorica rinascimentale. Raffigurando soggetti profani nei loro tratti profondamente reali, Caravaggio compie al contempo una divinizzazione dell’umano e un’umanizzazione del divino.
Oltre 270 persone hanno affollato le sale dell’Istituto di Rue de Varenne e tra i presenti, studiosi e appassionati, anche Paola Bassani, figlia dello scrittore Giorgio Bassani, e la baronessa Beatrice Caracciolo de Rothschild.

Fonte: Redazione
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