05 Maggio 2024
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IIC Montreal: in mostra opera dell’architetto e designer Umberto Riva

21-03-2023 21:46 - Arte, cultura, turismo
GD - Montreal, 21 mar. 23 - In occasione della Giornata del Design Italiano 2023, l’Istituto Italiano di Cultura e il Consolato Generale d’Italia di Montreal hanno inaugurato una mostra sull’architetto e designer milanese Umberto Riva (1928-2021).
L’artista, considerato uno dei più grandi maestri della cultura progettuale del XX secolo, nel corso dei suoi anni di attività si è guadagnato diversi riconoscimenti internazionali, tra cui la Medaglia d’oro alla carriera della Triennale di Milano.
Uno degli aspetti più notevoli della carriera di Umberto Riva è l’estrema ricchezza e l’eclettismo delle sue realizzazioni: da lampade e pezzi di arredamento a interi edifici, dalla progettazione di interni a quella di spazi urbani.
La sua opera, sebbene così varia e multiforme, mantiene tuttavia una coerenza interna, data da una comune cifra stilistica che unisce l’universo dell’architettura a quello del design, della pittura e della grafica. La mostra ha maggior valore perché omaggia Umberto Riva, quello che chiamo “il maestro della luce”, venuto a mancare il 25 giugno del 2021 nella sua casa di Palermo all’età di 93 anni. Naturalizzato milanese, è stato allievo di Carlo Scarpa e lui stesso successivamente professore di Architettura a Palermo e a Venezia, al Politecnico di Milano e all’Istituto Europeo del Design. Ottenne la medaglia d’Oro alla Cassiera nel 2018. Ha scritto Umberto Riva su Domus: “Ho sempre trovato il vetro già di per sé un materiale molto bello, ragion per cui ho cercato di far realizzare soffiature che ricordassero forme che nascevano per inerzia, per la predisposizione materiale del vetro a essere soffiato come per esempio il fiasco, una delle forme più naturali che esistano. Il vetro chiuso tra due mezze ferme forme, rappresenta per me un tradimento nei confronti della natura di questo materiale. Il vetro è bello se viene portato al limite, a spessori ridottissimi, e acquista così grande luminosità. Se si andava al mattino presto a vedere le prime soffiature che i maestri facevano per controllare la qualità dell’amalgama, una situazione in cui non vi era alcuna astrazione formale, si potevano vedere delle forme molto speciali. È questo che ho sempre cercato di ottenere disegnando le mie lampade, e in particolare la Veronese”. E ancora: “Riflettendo sul progetto delle mie lampade devo premettere che ho sempre pensato che già la sola lampadina fosse la massima espressione possibile, per forma e finzione, in campo illuminotecnico: è l’elemento che ancora oggi mi dà meno fastidio vedere in uno spazio, quello meno invadente. Le occasioni per disegnare delle lampade le ho avute molti anni fa, quando i rapporti con le aziende produttrici erano molto semplici e spontanei, meno formali di oggi. Tramite Tobia Scarpa conobbi Toni Zuccheri, che lavorava per Barovier&Toso e mi propose, appunto, di disegnare lampade.” La mostra, che rimarrà in esposizione fino al 19 maggio 2023, è stata curata dall’architetto e storico dell’architettura Gabriele Neri.

Carlo Franza


Fonte: Carlo Franza
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