05 Maggio 2024
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IIC Marsiglia: con “Rhizomes” Marco Angelini indaga radici e migrazioni

19-03-2023 09:42 - Arte, cultura, turismo
GD - Marsiglia, 19 mar. 23 - Inaugurata da poco nella Salle Amerigo Vespucci dell’Istituto Italiano di Cultura di Marsiglia, la mostra di Marco Angelini dal titolo “Rhizomes”. Avevamo già notato l’artista in una mostra che aveva tenuto nel 2018 all’Università La Sapienza di Roma, e questa uscita all’estero meglio documenta il suo lavoro in rapporto con la storia.
Il progetto espositivo, a cura di Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci, indaga il rapporto identità-migrazione in relazione alla storia del luogo che lo ospita, nonché l’impatto e il ruolo della cultura italiana all’estero.
La mostra si compone di trenta tele che vedono, misto al colore acrilico, l’impiego ora della foglia oro, ora di elementi seriali), insieme a 6 sculture in gesso di cuori, rappresentati a livello anatomico, a dimensione naturale: Angelini racconta le sue emozioni sotto forma di ricordi, che si intrecciano come fitte trame con i dettami della storia e cultura della città di Marsiglia.
Le opere dell’artista intercettano quindi delle trame emozionali ideali come fossero radici e diramazioni, “Rhizomes” appunto. Il titolo della mostra facilmente suggerisce l’idea di migrazione come felice estensione, rigoglioso ideale rigonfiamento e dunque crescita, espansione evolutiva, esponenziale e continua: ecco che alle macchie di colore informi e accoglienti delle tele si affiancano i cuori idealmente pulsanti in gesso colorato, simbolo di vita; la stessa vitalità, lo stesso moto, si ritrova nei calzini che idealmente si affrancano dalle tele colorate, lapalissiani simboli delle ondate migratorie e di un’inesorabile deriva evolutiva che, in modo irreversibile e granitico, s’innesta nella storia del territorio marsigliese.
Così Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci, che ha curato la mostra, scrive nel testo critico del catalogo che ne accompagna l’esposizione: “Marsiglia possiede un centro storico rimasto lo scrigno di una certa anima popolare, crogiolo di culture. Tale capillarità è minuziosamente ma non didascalicamente descritta dalle tele toccate dal colore acrilico di Marco Angelini, artista sociologo di formazione, che, completamente scevre da forzature e obblighi interpretativi e adempiendo perfettamente alla logica astrattista, raccontano una commistione visiva e ideologica al contempo, la coesistenza e la coesione di culture e sottoculture differenti. La capillarità è, per scientifica definizione, l’insieme di fenomeni dovuti alle interazioni fra le molecole di un liquido e un solido sulla loro superficie di separazione. Le forze in gioco che si manifestano in tale fenomeno sono la coesione, l’adesione e la tensione superficiale. Le campiture piatte di Angelini accolgono, divenendo habitat colorati, macchie che tendono alla circolarità benché informi, fluide, in un continuo divenire; questi elementi coabitano con elementi più netti, forme più precise, che rimandano ad un infinitesimo rapporto spazio-temporale tra macro e micro, tra la collettività e l’individuo, tra le collettività stesse e vicendevoli”.
La mostra sarà visitabile fino al 3 maggio 2023.

Carlo Franza
Storico dell’arte



Fonte: Carlo Franza
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