05 Maggio 2024
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IIC Madrid: in mostra collezione gallerista torinese Giorgio Persano

26-04-2022 20:07 - Arte, cultura, turismo
GD - Madrid, 26 apr. 22 - Giorgio Persano è fra i valorosi galleristi italiani che hanno promosso l'arte povera. Ora la sua collezione la troviamo esposta nelle sale dell'Istituto Italiano di Cultura di Madrid. “Tracce. Opere della Galleria Giorgio Persano 1971-2021” è il titolo della mostra con cui l'Istituto Italiano di Cultura a Madrid (visitabile fino al 4 giugno 2022) rende omaggio a Giorgio Persano, il gallerista torinese che ha fatto la storia della fiera Arco Madrid (che ha più di quarant'anni), contribuendo alla diffusione in Spagna dell'arte italiana contemporanea. In cinquant'anni di attività (tuttora in corso) ha promosso il lavoro di un'intera generazione di artisti, collaborando all'ideazione e alla creazione materiale delle loro opere, diffondendole attraverso la pratica dei multipli e appoggiando idealmente le loro scelte contro, ovvero “antisistema”, contro cioè il consumismo e in favore dell'impiego di materiali naturali e di formati nuovi, non convenzionali.
Con la maggior parte degli artisti presenti, Persano ha organizzato mostre nella sua galleria e nelle principali istituzioni pubbliche e private, in Italia e in Europa.
“Tracce sono piccoli momenti di una storia”, spiega il gallerista torinese illustrando i pezzi della sua collezione esposti a Madrid. “La storia degli artisti che ho appoggiato e promosso dal 1971 a oggi, che in quegli anni vivevano a Torino e per i quali ho prodotto i multipli. I multipli non sono però semplici edizioni o copie, come nella Pop Art, ma opere uniche, diverse e con caratteristiche simili fra loro”.
Basti vedere il poetico Alfabeto in acciaio del 1972 di Giuseppe Penone, uno degli artisti italiani più internazionali, oppure Odio del ‘72-‘73 di Gilberto Zorio, una serie di pelli di animali mondate, segnate a fuoco e, nel caso del pezzo presente a Madrid, costellate di chiodi, simbolo della Passione di Cristo.
La collezione di Giorgio Persano esposta a Madrid è di notevole interesse storico, mostrando anche non solo un notevole impatto visivo, ma meraviglia e sconcerto, soprattutto per chi non ha familiarità con la fervida e tumultuosa stagione dell'arte italiana degli Anni Settanta, non ne conosce l'estetica concettuale, e la varietà di linguaggi e materiali impiegati.
Fra i protagonisti indiscussi dell'Arte Povera ci sono Mario Merz, autore della grande tela degli Anni Ottanta che ritrae un animale arcaico, un po' storico, un po' inventato, e di una Chiocciola, simbolo della serie di Fibonacci; il greco italianizzato Jannis Kounellis con i suoi vecchi cappotti cuciti insieme, simbolo dell'uomo che non c'è più (di questi ricordo l'opera da poco acquisita nella Collezione Farnesina per volere dell'amb. Umberto Vattani - si sussurra che un ministro entrando nel suo ufficio chiese cosa fossero quei ferri e quei pali legnosi e se servissero per dei lavori da farsi-); di grande poesia le due installazioni di Pier Paolo Calzolari: Senza titolo. Lasciare il posto, con il consueto uso di oggetti in processo di glaciazione (una panchetta collegata a un motore di frigorifero), e Canto sospeso, il letto usato nell'omonima performance. In entrambe il senso dell'assenza e del passaggio veloce di una persona, è elemento ricorrente.
Per la mostra all'Istituto Italiano di Cultura di Madrid Michelangelo Pistoletto ha confezionato invece una nuova versione della Venere degli Stracci, che si riflette tra gli specchi dell'omonima sala e dialoga con uno dei Quadri specchianti dello stesso autore, Smartphone, opera del 2018. Ma le “tracce” non si limitano all'Arte Povera, sconfinano anche nella “Transavanguardia” di Nicola de Maria (autore di un piccolo e delicatissimo dipinto astratto tridimensionale e di una tela più grande) e nel concettuale coinvolgente per l'ironia della lapide con l'incisione IDIOTA, a firma Salvo che a Torino operò anche nell'arte Povera.
La collezione di Persano lascia vedere anche opere di tre artisti più giovani, Paolo Cirio, Lina Fucá e Alessandro Sciaraffa che lasciano vivere nuovi orizzonti di ricerca estetica della galleria, mostrando anche le possibili tracce dell'arte italiana del futuro.

Carlo Franza


Fonte: Carlo Franza
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