05 Maggio 2024
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IDI: ruolo donne per intermediazione diplomatica nei conflitti

19-10-2022 20:12 - Farnesina
GD - Roma, 19 ott. 22 - Nella giornata odierna della conferenza su ruolo donne nell'intermediazione diplomatica nei conflitti, organizzata dall'Istituto Diplomatico Internazionale IDI e dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, oggi a Roma, nel Palazzo della Cancelleria, nel suo intervento Suor Maria del Carmen Ocon, vice presidente di Solidarity with South Sudan, ha evidenziato il ruolo della sua organizzazione nel Paese. “Solidarity for Sudan", ha detto, "opera in un contesto di estrema povertà dove le donne, come spesso accade nei Paesi africani, sono nelle retrovie. Attraverso l'Organizzazione noi daremo voce a chi voce non ne ha”.
Ed ha aggiunto: “le donne vengono ostacolate da famiglie e mariti, è una questione anche culturale. A tal proposito l'organizzazione trova fondamentale intervenire nella formazione delle donne affinché si possano emancipare e trovare lavoro, e di conseguenza tornare nelle loro comunità come un esempio per le altre donne”. “Le violazioni dei diritti delle donne e dei bambini, ad oggi, in determinati contesti vengono visti più come violazione di proprietà”.
Successivamente è intervenuto Nilofr Bakhtiar, presidente della Commissione Nazionale sulla Condizione delle Donne del Pakistan. “Questa è una conferenza importante per donne come me, che vengono da Paesi in conflitto. Studi e ricerche dimostrano che le donne hanno un ruolo fondamentale nella negoziazione dei conflitti, ciò nonostante non vengono chiamate ad assumere questi ruoli. Penso", ha aggiunto, "che le donne possano avere un ruolo importante per costruire la pace e continua le donne sono il futuro, se le donne si sentono spaventate, anche i bambini si sentono spaventati e se i bambini si sentono spaventati allora anche la nazione è spaventata. Le donne pakistane", ha concluso, “sono resilienti, nonostante ci manchi molto, ad esempio la libertà”.
Da parte sua Andrea Rossi, direttore generale FMSI Fondazione Marista per la Solidarietà Internazionale, ha sostenuto come il “dramma dell'Ucraina ci faccia scordare cosa capita nel resto del mondo dove vi sono scenari, come quello della Siria, che scompaiono dai media“. Ed ha ricordato che la situazione nel Paese medio orientale è insostenibile per via della guerra e delle attuali sanzioni che rendono difficile le condizioni di vita.
La FMSI è presente in Siria dal 1994, ma il vero e proprio lavoro sul campo è iniziato dal 2012 con progetti come “Women development programme“ che mira ad aiutare le donne ad autodeterminarsi e ad accrescere la fiducia in sé stesse, promuovere la loro inclusione sociale. Questo progetto coinvolge sia donne cristiane che musulmane. Nelle sue conclusioni ha ricordato che ci sono molteplici sfide da affrontare in Siria, soprattutto quella di “una cultura patriarcale che sottomette le donne, sia in famiglia che fuori“.
Skender Doda, presidente di IPA International Police Association, ha introdotto il tema delle donne nelle Forze dell'Ordine in Albania. “Sono lieto di aver favorito l'ingresso delle donne nella polizia albanese nel 1993. Nonostante il loro esordio venissero considerate più come delle infermiere, in breve tempo è venuto fuori il ruolo indispensabile delle donne nella polizia” che, invece di usare la forza, applicano delle diverse e preziose capacità comunicative con maggiore diplomazia e sensibilità". Ha poi sottolineato il paradosso per cui, nonostante il conflitto guerra e i suoi orrori, esso non porti pregiudizi di genere perché nei periodi di guerra è sufficiente che sia presente una guida. Mentre, in quelli di pace, sono molti di più gli ostacoli che devono essere affrontati. “Oggi in Albania", ha riclevato, "il 14% delle Forze di Polizia sono donne e spero che questo serva come esempio per aiutare nella loro emancipazione”.

Fonte: Redazione
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