05 Maggio 2024
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I facili profeti del nulla: se Kyïv piange, Mosca non ride

03-06-2023 12:25 - Opinioni
GD - Roma, 3 giu. 23 - Se Kyïv, piange Mosca non ride. A volte le persone si fidano ciecamente di altre persone, senza neanche conoscerle, senza sapere chi sono e che cosa sono. Sarebbe invece consigliabile stare attenti sempre con chi si ha a che fare. Dovremmo avere maggiore prudenza e verificare cosa ci viene riferito, ad esempio, da improbabili commentatori che spopolano sui social. Commentatori che, senza avere alcun titolo né avere alcuna esperienza diretta, iniziano a trattare argomenti molto complessi, dove sarebbe opportuno avere, se non altro, informazioni di prima mano che magari è possibile verificare prima di pronunciare un commento.
Vediamo, ad esempio, tutti coloro che su Facebook annunciano le mirabolanti imprese dei militari russi in Ucraina; qualcuno addirittura ipotizza che è grazie alla magnanimità dei russi che l’Ucraina non sia stata ancora rasa tutta al suolo. Può darsi che questa opinione abbia una motivazione di base nel fatto che la Russia è ancora ritenuta una potenza nucleare. Sarebbe però opportuno chiedersi a questo punto come mai la Russia non ha ancora usato il Jolly dopo oltre 15 mesi di guerra? Infatti la Russia, malgrado la superiorità numerica e la superiorità di mezzi militari, dopo aver subito l’onta di una disfatta non solo nel tentativo di invasione di Kyïv, ma anche in tutto il fronte orientale, sta ancora arrancando in una guerra fatta di trincee e soldati abbandonati al loro destino per difendere queste improbabili fortificazioni a difesa dei territori occupati.
Se questi improbabili esperti militari si ponessero queste semplici domande, forse potrebbero trovare una risposta. Come, ad esempio, se i russi provassero ad usare le armi nucleari, i Paesi NATO starebbero a guardare oppure potrebbero reagire e distruggere Mosca in poche ore? Certamente niente avviene per caso e certamente esiste sempre una ragione per cui si fa o non si fa qualcosa. La cosa importante è provare a porsi delle domande ed evitare di avere certezze
assolute preconfezionate, o peggio, propinate da altri che nemmeno si sa chi sono.
Tornando alla realtà delle cose, in un video del workshop diffuso dal canale Baza Telegram, si vedono i lavoratori della fabbrica automobilistica russa UAZ di Ulyanovsk che protestano perché vengono pagati con ritardo e perché i loro salari nell'ultimo mese, malgrado un aumento delle ore lavorate e dello straordinario, sono stati liquidati con solo 20.000 rubli (250 dollari) in media. Per queste ragioni, lo stabilimento ha proclamato uno sciopero ed i lavoratori hanno bloccato la produzione dei veicoli militari. Fonti interne alla fabbrica riferiscono che lo sciopero è durato l'intera giornata lavorativa e la sera i dipendenti sono tornati a casa.
Il video dello sciopero dei lavoratori della UAZ è diventato virale e proprio per queste ragioni i media ufficiali russi hanno detto che non si trattava di uno sciopero, ma semplicemente di una chiacchierata regolare del direttore di fabbrica con gli operai (come se i direttori di fabbrica parlassero con i lavoratori in Russia), ma hanno anche detto che la procura ha iniziato un indagine. Chi è indagato, il direttore che non paga gli stipendi agli operai o gli operai che hanno osato fermare la produzione e avanzare pretese? Questo al momento non è ben chiaro.
Certamente qualcuno dei commentatori italiani sui Social Media sarà pronto a dare la sua interpretazione di questi eventi.
Nel primo trimestre del 2023, il PIL della Russia è diminuito dell'1,9%, come ha riferito Rosstat. Le vendite al dettaglio hanno contribuito maggiormente al calo. Non esistono in questo momento enti certificatori indipendenti in Russia per cui bisogna prendere per buoni i dati forniti da Rosstat, ma almeno la cautela del dubbio dovrebbe essere mantenuta in queste situazioni particolari perché non sarebbe improbabile che Rosstat possa manipolare la sua metodologia per mascherare i problemi che certamente sta attraversando un Paese che è in guerra da 16 mesi.
Per quanto riguarda invece il Prodotto Interno Lordo della Russia, non è certamente il suo ammontare che può mostrare l’effettiva situazione del Paese e dei suoi cittadini. Perché, ad esempio, nella stima del PIL viene inclusa la produzione di carri armati e razzi balistici, così come i costi sostenuti per il loro trasporto in Ucraina.
Questo ovviamente non crea né ricchezza per il Paese e né tanto meno per i cittadini e i lavoratori russi, tant’è che vengono pagati sempre meno e sempre più spesso in ritardo.
Questa ulteriore produzione industriale viene mandata direttamente al “macero” in Ucraina, quindi senza alcun beneficio per la vita delle persone.
Si dice che il ministro delle Finanze russo Anton Siluanov abbia riferito a Putin che se la cosiddetta "operazione speciale" non viene interrotta, ad agosto non ci saranno soldi per pagare le pensioni ai pensionati.
Aspettiamo, quindi, di ricevere sui social i chiarimenti su queste vicende da parte dei commentatori seriali.

Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale


Fonte: Ciro Maddaloni
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