05 Maggio 2024
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Giornata Memoria: appello ambasciata di Polonia ai mass media

26-01-2023 14:51 - Ambasciate
GD - Roma, 26 gen. 23 - L'ambasciata di Polonia in Italia anche quest'anno, alla vigilia della Giornata della Memoria, data stabilita per ricordare la liberazione del campo nazista tedesco di Aushwitz il 27 gennaio del 1945, ha lanciato un appello-monito agli organi di informazione. In particolare li ha invitati "a prestare la massima attenzione all’uso della denominazione corretta del campo di Auschwitz, basata sulla formula ufficiale approvata da UNESCO: “Auschwitz Birkenau. Campo nazista tedesco di concentramento e sterminio” (http://whc.unesco.org/en/news/363)".
Nella comunicazione si precisa che "con questo invito vorremmo prevenire l’insorgere di situazioni sgradevoli che ci hanno spesso costretto a chiedere chiarimenti e rettifiche di espressioni erronee e fuorvianti come 'lager polacco' o 'campo polacco', che aggravano la confusione già esistente riguardo alla storia della Shoah. Tali espressioni costituiscono un grave e pericoloso errore che deforma la verità storica sullo sterminio perpetrato dallo stato nazista tedesco sul territorio occupato della Polonia e che insinua il dubbio sulle responsabilità dello stesso, offendendo così la memoria dei milioni di cittadini polacchi, ebrei e non, vittime del nazismo".
La nota prosegue: "Sappiamo bene, primi fra tutti i professionisti dell’informazione, che non esistevano campi 'polacchi'. Eppure leggendo articoli o ascoltando notiziari continuiamo a imbatterci in questa definizione, non solo in riferimento a Auschwitz, utilizzata spesso come una 'scorciatoia linguistica' per collocare geograficamente questi luoghi di genocidio. I giornalisti o redattori si riferiscono infatti spesso soltanto alla localizzazione geografica di Auschwitz o di altri campi. Anche in tal caso utilizzare espressioni quali 'campo polacco' rimane comunque inaccettabile, in quanto lo stato polacco non esisteva negli anni del funzionamento dei campi di sterminio; i territori sui quali i campi erano situati era stati invasi e occupati dai nazisti tedeschi".
L'ambasciata di Polonia in Italia afferma poi che "Benché nella maggior parte dei casi l’errore non possa essere considerato intenzionale, questo spontaneo 'automatismo' nell’accostare all’aggettivo 'polacco' i nomi di luoghi di genocidio costruiti dai tedeschi nazisti sul territorio della Polonia occupata è ancor più preoccupante. Contribuisce infatti a creare errati 'codici' di memoria storica. Con conseguenze che, purtroppo, riguardano soprattutto i giovani e coloro che non hanno una buona conoscenza della storia".
Insomma, secondo la rappresentanza diplomatica di Varsavia, "l’utilizzo di tali espressioni erronee potrebbe essere peraltro interpretato come una forma di negazionismo, considerando la definizione adottata dall’International Holocaust Remembrance Alliance – IHRA (http://www.holocaustremembrance.com/working-definition-holocaust-denial-and-distortion). Confidiamo nella collaborazione di tutti quelli che, in quanto giornalisti, sono chiamati a contribuire alla diffusione delle notizie esatte e, pertanto, all’uso corretto del linguaggio, ancor più quando queste sono riferite a un argomento tanto importante e delicato qual è la Shoah. Se vogliamo estirpare i semi dell’intolleranza, dobbiamo tutti, a cominciare dai media, stare attenti alle definizioni".

Fonte: Redazione
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