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Gabriele Paresce “Memorie di un diplomatico. Londra, Washington, Seoul”

20-07-2023 12:19 - Ambasciate
GD - Vienna, 20 lug. 23 - Gabriele Paresce, “Memorie di un diplomatico. Londra, Washington, Seoul” (1931-1966)”, a cura di Giuseppe Spagnulo, prefazione di Ludovico Ortona, postfazione di Stefano Baldi (Editoriale Scientifica, Napoli, 2023, pp. 192)
Il volume è una raccolta affascinante di “storie lunghe e corte per Francesco” (titolo originale) in cui Gabriele Paresce, già diplomatico italiano e docente universitario all'Università di Firenze, racconta alcuni episodi significativi della sua carriera diplomatica, aggiungendo tasselli poco noti alla storia del secolo scorso del nostro Paese.
La pubblicazione è il primo volume della nuova collana editoriale dedicata alla diplomazia e alla politica estera italiana “Memorie e studi diplomatici” diretta dall'amb. Stefano Baldi, Rappresentante Permanente dell'Italia all'OSCE Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa con sede a Vienna.
Con questa collana, l'amb. Baldi si propone di raccogliere documenti e testimonianze di e su attori ed avvenimenti della diplomazia italiana, anche di quelli meno conosciuti, ma non per questo meno rilevanti. L'intento è non solo di far viaggiare i lettori in luoghi ed epoche vicine e lontane, ma anche quello di fornire ulteriori fonti di ispirazione e di esempio per coloro che sognano il mondo diplomatico.
Nei diversi capitoli del libro, Gabriele Paresce, attraverso una scrittura raffinata e colta, riesce a far rivivere le immagini e l'atmosfera del suo tempo. Nato nel 1900 da padre siciliano e madre russa, ultimo di quattro figli, Paresce ha vissuto i primi anni di vita in una vivace Firenze, dove ha assorbito l'aria cosmopolita, gli interessi culturali della sua famiglia (avendo anche la possibilità già da giovane di viaggiare all'estero), e una profonda sensibilità verso la cultura, l'arte e l'avventura. In queste memorie si rivivono le passioni, le speranze, le delusioni della sua epoca e dell'Italia a metà tra il ventennio fascista e il primo ventennio repubblicano.
Una vita e mille vite, intense e dinamiche: tra Firenze e Londra, tra Mosca e Mogadiscio. L'inizio nel mondo della diplomazia negli anni Trenta, la vita militare e quella accademica. Un uomo, tante storie, anni vissuti tra esperienze e situazioni storiche rilevanti, con incontri e rapporti con personalità italiane e non di primo piano, come Mussolini, Churchill, Edda Ciano, la Principessa Maria di Savoia e Sforza.
La prefazione dell'amb. Ludovico Ortona ripercorre il modo in cui sono nate queste memorie. Scopriamo che Gabriele Paresce le lasciò, dattiloscritte, al figlio Francesco che per primo espresse l'intenzione di renderle pubbliche. Dopo la morte di Francesco Paresce, nel 2019, questa idea è stata portata avanti da sua moglie, la Signora Dialta Malvezzi Campeggi Paresce e oggi vede finalmente la luce come primo volume della Collana “Memorie e studi diplomatici”.
Il volume è arricchito da un saggio biografico a cura di Giuseppe Spagnulo, giovane storico dell'Università agli Studi Aldo Moro di Bari, che inquadra la figura di Paresce come politico, storico e diplomatico del Novecento, sullo sfondo di un'Italia che, appena uscita dalla Prima Guerra Mondiale, affronta il ventennio fascista e, dopo un nuovo conflitto mondiale, rinasce in Repubblica.
La vita privata di Paresce è visceralmente legata a fatti e donne e uomini protagonisti della storia del nostro Paese, di cui ci parla con tutta la naturalezza di un uomo innamorato del mondo che gli si para davanti, senza nascondere tutte le difficoltà della vita quotidiana. Paresce racconta della sua libera docenza universitaria in Storia dei Trattati e Politica Internazionale a Firenze, dell'incontro con sua moglie Degna, di cui dice “penso sempre a quel giorno come il più bello e fortunato della mia vita”, dell'arruolamento volontario, della Marcia su Roma, della sua prima esperienza come addetto stampa alla Farnesina, delle città dove ha prestato servizio: Washington, Londra e Seoul.
Queste memorie di Paresce aprono una finestra personale sul secolo scorso e consentono di toccare con mano speranze e dolori di un'Italia giovane, e allo stesso tempo la fiducia di una classe dirigente che aveva perso e poi ritrovato un senso dello Stato e delle istituzioni.

Alice Sola


Fonte: Alice Sola
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