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Fukushima: quando l’amb. Petrone tenne aperta l’ambasciata

12-03-2021 00:11 - Ambasciate
GD - Roma, 11 mar. 21 - La tripla catastrofe di Fukushima dell'11 marzo 2011 - il terremoto, il disastro della centrale nucleare, il maremoto - è stata ricordata con cerimonie in tutto il mondo. A Roma una celebrazione a distanza è stata organizzata dalla Fondazione Italia Giappone, presieduta dall'amb. Umberto Vattani. Ad essa è intervenuto anche l'amb. Vincenzo Petrone, dieci anni fa capo della rappresentanza diplomatica italiana a Tokyo.
L'amb. Petrone fu l'unico rappresentante diplomatico di un grande Paese straniero a tenere aperta l'ambasciata in quei giorni. “In tutto aveva 54 dipendenti collaboratori. Per far funzionare al minimo l'ambasciata ne occorrevano 22. Chiesi chi si offriva volontario. Furono 52 su 54”, ha raccontato.
“Quando un anno e mezzo dopo, al termine del mio mandato, l'Imperatore mi ricevette per il congedo, mi ricordò quella scelta. Di ritorno in ambasciata lo raccontai a tutto il personale, e ci fu anche chi pianse di commozione”, ha aggiunto l'amb. Petrone.
Proprio per quella decisione di Petrone di tenere aperta l'ambasciata, ha affermato l'attuale ambasciatore a Tokyo Giorgio Starace, “nessuno in Giappone dimenticherà l'Italia".
Del resto, come sottolineato dal sen. Pier Ferdinando Casini, all' epoca membro della commissione Esteri, "tra Italia e Giappone c'è un rapporto speciale”.
Nello stesso senso anche le parole dell'ambasciatore giapponese in Italia, Hiroshi Oe.

Carlo Rebecchi


Fonte: Carlo Rebecchi
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