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Festival Diplomazia: Aspen, "Europa e Stati Uniti alla prova del 2024"

12-10-2023 12:10 - Agenda
GD - Roma, 12 ott. 23 – L'Aspen Institute Italia, in collaborazione con il Festival della Diplomazia ha organizzato l'Aspenia Talk “L'Occidente alla prova del 2024. Politica, sicurezza ed economia nei rapporti UE/USA", che si terrà giovedì 19 ottobre, alle ore 17.00, a Roma nella Europa Experience di piazza Venezia 6.
All'incontro, aperto alla stampa, partecipano Giulio Tremonti, presidente di Aspen Institute Italia e presidente della commissione Esteri della Camera dei Deputati; Marta Dassù, direttrice di "Aspenia"; Giovanni Farese, professore associato di Storia dell'Economia dell'Università Europea di Roma; Antonio Parenti, direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea; Gilles Gressani, direttore editoriale Le Grand Continent; Andrea Montanino, direttore Strategie Settoriali e Impatto Cassa Depositi e Prestiti; Roberto Menotti, direttore di Aspeniaonline; Arturo Varvelli, head and senior Policy Fellow, Rome Office European Council on Foreign Relations.
I giornalisti interessati a partecipare in presenza al panel possono accreditarsi tramite il link: https://www.aspeninstitute.it/accredito-evento/
Il numero 3/2023 di "Aspenia", in uscita in ottobre, intitolato "Battaglie per l'Europa", contiene interventi di Charles Grant, Heather Grabbe, Wolfgang Münchau, amb. Michele Valensise, Paolo Guerrieri, Pramit Pal Chaudhuri, Erik Jones, Sergio Fabbrini, Julian Lindley-French, Stefano Cingolani, Faisal J. Abbas, Antonella Scott, Alexander Baunov, Carlo Bastasin e Alexey Gromyko.
L'Europa di oggi rischia molto: la combinazione fra l'”età della policrisi”, ovvero crisi finanziaria e del debito sovrano (2008-2011), pandemia (2019-21), guerra tecnologica tra Stati Uniti-Cina e, infine, il ritorno della guerra in Europa con l'aggressione russa all'Ucraina nel febbraio 2022, imporrebbero, per sostenere una vera “capacità strategica”, una risposta più efficace sulle grandi sfide comuni come sicurezza, energia, migrazioni e politiche fiscali. Gli Stati Uniti dal canto loro affrontano l'anno della scelta della Presidenza con notevoli complessità economiche, prima fra tutte la riduzione dell'inflazione, con il nodo dell'immigrazione in crescita veloce e un sistema politico involuto.
Diventa sempre più concreta l'ipotesi di una riedizione della competizione elettorale tra l'attuale presidente USA Joe Biden e l'ex presidente Donald Trump, che ha fortemente in mano il partito repubblicano e al tempo stesso deve fronteggiare complesse questioni legali. La discussione sull'Europa e sugli USA avviene in un contesto internazionale in cui il vecchio ordine a guida occidentale è contestato. Il ruolo delle potenze di mezzo, tutte più o meno convinte dei limiti delle istituzioni plasmate dall'Occidente, condiziona gli equilibri internazionali. Ma questo non significa che il “Sud globale” riuscirà a produrre, con l'allargamento dei BRICS a sei nuovi e disparati paesi (Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti), un ordine internazionale alternativo a quello occidentale. Sul piano geopolitico l'Occidente appare ricompattato, anche se ristretto, con un vantaggio netto degli Stati Uniti rispetto all'Europa, che ha perso ulteriormente competitività negli ultimi dieci anni, così come il Giappone, rispetto all'America; la Russia si è spostata verso la Cina, di cui è nei fatti diventata uno Stato vassallo; la rivalità tecnologica fra Pechino e Washington è la forma che sta assumendo la guerra fredda 2.0 fra le potenze del secolo. Mentre il Golfo aumenta di importanza - energia e forza finanziaria - l'Africa saheliana vive una stagione di colpi di Stato, l'Argentina guarda di nuovo al dollaro, i paesi asiatici rafforzano i legami di sicurezza con gli Stati Uniti e quelli economici con la Cina.


Fonte: Aspen Institute Italia
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