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Europa-India: riforma agricola indiana indispensabile per libero scambio

11-12-2020 15:25 - Opinioni
Arduino Paniccia - foto ufficiale Arduino Paniccia - foto ufficiale
GD – Venezia, 11 dic. 20 - Il premier Nerendra Modi prosegue nel percorso delle grandi riforme. Questa volta ha inciso sul settore agricolo, “intoccato” da decenni, promulgando tre leggi che modificano profondamente il tradizionale sistema protezionistico che, attraverso sussidi molto elevati alle coltivazioni principalmente di riso e di grano, sostiene ma anche indebolisce l’agricoltura indiana.
Ogni anno, infatti, il Governo spende miliardi di dollari per calmierare questi prodotti indispensabili per l’alimentazione, acquistandoli principalmente dagli Stati del Punjab e Haryana, praticamente monopolisti, mentre, di converso risultano tagliati fuori Stati poveri e rurali come il Bihar, produttore di altre coltivazioni a basso rendimento non sussidiate.
Incidendo i nuovi provvedimenti sui nodi strutturali economici indiani e sulle assai sedimentate posizioni di rendita, che hanno fatto crescere potentissime lobby agricole in tutto il Paese e che coinvolgono direttamene un numero sterminato di piccoli contadini, la riforma non potrà, con molta probabilità, essere veramente efficace, se non attraverso un sostanziale accordo con le parti coinvolte.
Infatti, nessun Governo, neanche con assoluta maggioranza parlamentare, ha mai progettato un rivolgimento di questo tipo che, complessivamente, finirebbe per toccare più della metà della popolazione attiva indiana.
Negli intenti di Modi la liberalizzazione, permettendo la vendita diretta a catene del settore privato e perfino accordi di mercato anche con grandi gruppi e conglomerate, modificherebbe l’Agricultural Produce Marketing Committee APMC Act, che deriva dalla lontana legge coloniale inglese, e cancellerebbe gli obbligatori “intermediari registrati” che rappresentano una delle lobby più potenti in India.
La riforma, peraltro, ha in sé le potenzialità per avviare un libero commercio anche con l’Unione Europea e, quindi, con l’Italia (ne hanno trattato proprio Modi e Conte nel loro recente incontro) perché se la riforma reggerà lo sciopero generale e il duro attacco delle opposizioni, essa faciliterà di molto la vera apertura del mercato indiano ai prodotti europei, nonché ai prodotti tipici italiani, come, ad esempio, il vino, i formaggi, la pasta, l’olio, etc., rappresentando un primo positivo passo verso la auspicata liberalizzazione Europa-India.
In conclusione, questo epocale riordino può raggiungere almeno due obiettivi: spingere verso posizioni meno stantie e più dinamiche l’opposizione indiana, aggiornandola alle nuove esigenze poste dalla globalizzazione e dalla preminenza cinese in Asia, e indirizzare sempre più l’India verso un approccio liberoscambista, staccato da quello tradizionalmente protezionista tenuto fino ad oggi, che renderebbe più vicine l’economia europea e quella indiana, abbattendo barriere e rendendo più fluidi i commerci.

Prof. Arduino Paniccia
Presidente ASCE Scuola di Guerra Economica e Competizione Internazionale di Venezia


Fonte: Arduino Paniccia
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