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EU: forse la bella addormentata si è svegliata

02-05-2023 06:59 - Opinioni
GD - Roma, 2 mag. 23 - Sono passati quasi dieci anni dal 18 ottobre 2013, data in cui per rispondere all'ennesima sciagura del mare, in cui morirono diverse centinaia di migranti che tentavano di raggiungere l'Europa dalle coste africane, in autonomia e sostenendone i costi economici e sociali l'Italia decise di istituire l'operazione “Mare Nostrum” per soccorrere i migranti, almeno 150.000, in difficoltà nelle acque del Mediterraneo per portarli in Italia.
Il Governo italiano aveva chiesto fondi e aiuto agli altri Stati membri dell'UE, ma non gli fu offerto il supporto richiesto.
L'operazione “Mare Nostrum” ebbe la durata di un anno e si concluse il 31 ottobre 2014, quando è iniziata l'operazione Triton dell'Agenzia Frontex, sotto l'egida dell'Unione Europea. L'operazione Triton è andata via via scemando e si è conclusa all'inizio del 2018.
Da allora i soccorsi in mare dei migranti sono stati effettuati quasi esclusivamente dalle navi delle ONG e dalle capitanerie di porto italiane intervenute a soccorrere i migranti in difficoltà nel mediterraneo.
È di questi giorni (27 aprile) la notizia che la Commissione Europea e la Tunisia hanno espresso la volontà di istituire un partenariato più forte in materia di migrazione per il contrasto al traffico di esseri umani e per la promozione della migrazione legale verso l'Europa.
La Commissaria Europea per gli affari interni, Ylva Johansson, si è recata in Tunisia ed ha incontrato i ministri Nabil Ammar (Esteri), Kamel Feki (Interno) e Malek Ezzahi (Affari sociali).
Nel comunicato della Commissione si legge che questa visita fa parte del più ampio impegno politico dell'UE e dei suoi Stati membri con la Tunisia e rientra nel partenariato strategico tra l'UE e la Tunisia.
L'Unione Europea è uno dei principali partner della Tunisia ed è impegnato attraverso il programma MENA Middle East and North Africa a sostenere l'economia e lo sviluppo della Tunisia e degli altri paesi del Nord Africa e del Medio Oriente.
In particolare, nel corso della visita è stata sottolineata l'importanza del partenariato sulla migrazione tra la Tunisia e l'Unione Europea e la volontà di approfondire tale partenariato, in collaborazione con gli Stati membri dell'Unione, in uno spirito di collaborazione con i paesi europei.
In questa occasione, la Tunisia e la Commissione Europea hanno espresso la volontà di istituire un partenariato operativo più forte in materia di lotta al contrabbando, che includa in particolare:
1. il sostegno alla protezione delle frontiere marittime e dei confini meridionali della Tunisia;
2. il potenziamento della cooperazione delle forze di polizia e giudiziarie;
3. la cooperazione operativa rafforzata con le pertinenti agenzie dell'UE come Eurojust ed Europol (in questo contesto, le autorità tunisine competenti ed Europol si adoperano per portare a termine i negoziati in vista della firma di un accordo di lavoro);
4. la sensibilizzazione delle popolazioni tunisine, in particolare, ed africane in generale sui pericoli della migrazione irregolare, attraverso la realizzazione di campagne di informazione finanziate dall'Unione Europea, che saranno lanciate a breve (maggio-giugno/2023).
Gli esperti di entrambe le parti definiranno i dettagli di questo partenariato, che ha come obiettivo il contrasto dell'immigrazione irregolare.
La Commissione ha riconosciuto gli sforzi compiuti dalla Tunisia in questo settore; ha espresso la propria solidarietà ed ha ribadito che l'Unione Europea è pronta a fornire il supporto necessario per sostenere gli sforzi della Tunisia al contrasto del fenomeno del traffico di esseri umani.
Le due parti hanno concordato di rafforzare la loro cooperazione in materia di protezione e rimpatrio dei migranti irregolari presenti in Tunisia, nei loro paesi di origine, con un maggiore sostegno dell'UE al rimpatrio volontario e al reinserimento nei paesi di origine, nel pieno rispetto dei diritti umani e della dignità umana.
Le due parti hanno concordato di rafforzare i programmi esistenti volti a sostenere una reintegrazione socio economica più efficace dei migranti tunisini rientrati nel paese (in particolare attraverso il sostegno al programma di reintegrazione del paese "Tounesna" (un sistema istituito dall'Ufficio dei tunisini all'estero (OTE) per fornire sostegno al reinserimento socio-economico dei migranti tunisini che sono irregolari nei paesi europei), e a coordinare meglio i loro sforzi per quanto riguarda la riammissione e reintegrazione dei cittadini tunisini.
Hanno anche espresso la volontà di istituire un Talent Partnership per promuovere la migrazione legale nell'interesse di entrambe le parti. Ciò terrebbe conto delle reciproche esigenze della Tunisia e degli Stati membri dell'UE e andrebbe a vantaggio di settori occupazionali e aree di attività individuate congiuntamente, fornendo nel contempo una risposta adeguata al rischio di una "fuga di cervelli".
Nel mese di maggio 2023 si terrà una tavola rotonda che coinvolgerà tutte le parti interessate al fine di definire il quadro e il contenuto del partenariato tra Tunisia e Unione Europea.
Sperando che questo possa contribuire ad attenuare la pressione a cui è stata sottoposta l'Italia negli ultimi 24 mesi, proprio perché il nostro Paese, al netto dei proclami, delle riunioni del Consiglio dell'Unione europea, dei vari vertici bilaterali e multilaterali e delle dichiarazioni ufficiali rilasciate alla fine di questi meeting dai vari attori coinvolti, è stato lasciato da solo a gestire questo fenomeno.
Quindi, speriamo che l'Unione Europea si sia svegliata veramente.

Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale


Fonte: Ciro Maddaloni
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