05 Maggio 2024
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Enoturismo: libro «Turismo del Vino in Italia», leva strategica per ripartenza

09-04-2021 15:36 - Arte, cultura, turismo
Gli autori, Dario Stéfano e Donatella Cinelli Colombini Gli autori, Dario Stéfano e Donatella Cinelli Colombini
GD – Roma, 9 apr. 21 – La doverosa ripartenza post Covid-19 dell’economica italiana passa anche attraverso una drastica e strategica accelerazione del processo di rilancio e di valorizzazione internazionale dello stretto legame esistente tra vino e turismo, l'enoturismo. È stato presentato oggi al Senato della Repubblica e in videoconferenza il libro «Turismo del Vino in Italia. Storia, normativa e buone pratiche» (Edizioni Edagricole – News Business Media), scritto a quattro mani dal sen. Dario Stefàno, autore della legge sull’enoturismo, e dalla produttrice Donatella Cinelli Colombini, storica fondatrice del Movimento Turismo del Vino e presidente dell’Associazione Donne del Vino, e commentato dagli interventi dei ministri della Cultura, Dario Franceschini; del Turismo, Massimo Garavaglia; delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli. Presenti con l’editore Edagricole anche due padrini di eccezione: il conduttore televisivo di “Decanter” Federico ”Fede” Quaranta e il produttore Riccardo Cotarella, presidente mondiale dell’associazione degli enologi.
«Aver normato l’enoturismo», ha detto il co-autore sen. Stefàno, presidente della Commissione Politiche Europee di Palazzo Madama, «è stato un primo obiettivo importante per un Paese come il nostro che vanta una ampelografica [la disciplina che studia, identifica e classifica le varietà dei vitigni attraverso schede che descrivono le caratteristiche dei vari organi della pianta nel corso delle diverse fasi di crescita - ndr] unica al mondo e una potenzialità di sviluppo senza eguali, che però necessitavano di una legittimazione normativa. Ora a quel passaggio deve seguire una capacità strategica fuori dal comune, perché l’enoturismo può essere una leva competitiva importante anche in chiave di ripartenza, poiché ci permette di qualificare l’offerta turistica con tratto identitario esclusivo, qual è il nostro vino. L’Italia, sappiamo bene, è conosciuta nel mondo anche per i suoi vini e i turisti stranieri scelgono l’Italia come destinazione perché attratti anche dalla nostra enogastronomia. Certo, oggi assistiamo al crollo del turismo estero, causato dalla pandemia che ha messo in ginocchio ristoranti, alberghi e città d’arte. Occorrono lungimiranza e un nuovo modello di turismo, ma anche di agricoltura e di imprenditori: giovani, digitalizzati e rispettosi della natura, capaci di accorciare la catena alimentare, innalzare la cultura del mangiare sano valorizzando le nostre identità con linguaggio competente ed elevata professionalità».
«Bisogna, dunque, tener conto dei cambiamenti intervenuti nell’enoturismo a seguito dell’epidemia Covid-19, come ha sottolineato Donatella Cinelli Colombini: «che sono essenzialmente quattro: la necessità delle cantine di differenziarsi di fronte a visitatori che chiedono esperienze e scoperte, il ruolo accresciuto della connettività internet e le nuove modalità di prenotazione, il cambio di target con una crescita delle donne e degli “enoturisti per caso”, gli effetti di una sensibilità ambientale più accentuata che in passato. Occorre seguire l’esempio dei Paesi come Australia e Scozia che hanno riattivato turismo e i consumi nella ristorazione puntando sulle eccellenze enogastronomiche».
«Un libro interessante, curioso, pieno di aneddoti, come quello su Carlo Magno. E che ci fa scoprire le Regioni d'Italia inseguendo i propri vini... E che Dio benedica gli astemi che non sanno quel che si perdono!», ha detto il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia. Poi, collegando strettamente vino a turismo, ha aggiunto: «Noi abbiamo bisogno di organizzazione: il turista è un ‘amante infedele’ e noi abbiamo bisogno di fidelizzarlo, ad esempio identificando le tipologie di vino con i territori per far rimanere e far ritornare il turista. Nel campo del vino la nostra enorme varietà è una enorme opportunità, ma dobbiamo dire onestamente che dobbiamo organizzarci meglio».
Garavaglia ha anche sostenuto che «L’enogastronomia italiana è un’eccellenza assoluta, è cultura e agricoltura ma non possiamo darla per scontata. Non abbiamo un piano strategico dell’enogastronomia, come altri Paesi, ma questa è l’occasione: partiamo da questo libro, dalle leggi esistenti e con Patuanelli e Franceschini mettiamo insieme un piano strategico, che vuol dire organizzare quello che c’è, darsi degli obiettivi e misurarli. Mettere tutto a sistema e iniziare a correre».
Il ministro del Turismo ha concluso affermando che «questa grande crisi è come la ‘livella’ di Totò: ci ha messo tutti sullo stesso piano. Ma adesso vince la sfida chi corre più veloce e con quello che abbiamo in Italia abbiamo la possibilità di correre velocissimi. Se ci organizziamo bene la sfida la vinciamo: abbiamo una prateria di fronte ma abbiamo anche poco tempo, pensiamo al Pnrr».
Il ministro della Cultura, Dario Franceschini ha affermato che «il vino è una bella storia italiana che può essere di riferimento nelle sfide future, in pochi anni il vino italiano è cresciuto, si è moltiplicato e puntando sulla qualità ha raggiunto risultati straordinari e soprattutto si è rafforzata la consapevolezza che è una parte dell’identità italiana. Inoltre, la cultura del vino è parte integrante dei caratteri originali del nostro Paese, anche nel suo aspetto fisico, se non altro perché contribuisce a rendere unico il paesaggio della Penisola al punto che alcuni territori vitivinicoli sono riconosciuti patrimonio UNESCO. Una eccellenza tutta italiana da scoprire o riscoprire in queste pagine».
«È sempre più centrale il ruolo dell'enogastronomia nel turismo. L’emergenza sanitaria ha bloccato a livello globale un miliardo e quattrocento milioni di viaggiatori l’anno con un business mondiale intorno ai 1.300 miliardi di euro. Le destinazioni del turismo del vino, grazie alla loro diffusione sul territorio nazionale, alla disponibilità di spazi aperti, sono sembrate subito una valida alternativa alle tradizionali destinazioni di viaggio. In questo quadro, l’Italia vanta il primato in Europa dell’offerta enoturistica con circa 8 mila cantine attrezzate per l’accoglienza, 20-25 mila cantine aperte al pubblico per la vendita del vino e 150 strade del vino. L’enoturismo è una delle punte più avanzate della multifunzionalità e della diversificazione delle attività agricole della Penisola e costituisce uno degli strumenti più validi ed efficaci per lo sviluppo dei sistemi rurali e per la promozione e tutela delle eccellenze italiane», ha detto il ministro alle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli.

«Turismo del Vino in Italia. Storia, normativa e buone pratiche», di sen. Dario Stefàno e Donatella Cinelli Colombini - Edizioni Edagricole – News Business Media Bologna - pagine 198 - formato 17x24 - 18,50 €.

Dario de Marchi


Fonte: Dario de Marchi
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