"Digitaly": presentato rapporto su digitalizzazione Made in Italy
07-12-2021 16:49 - Made in Italy
Aula Magna di UNINT
Giada Mainolfi
Liborio Stellino
Massimo Mamberti
GD - Roma, 7 dic. 21 - È stato presentato all’Università degli Studi Internazionali di Roma-UNINT il secondo Rapporto sul Made in Italy preparato dal Centro di Ricerca MADEINT, intitolato “Digitaly, Competitività, innovazione e immagine del Made in Italy nell’era digitale”. Uno studio articolato e approfondito che riesce a evidenziare le luci e le ombre del processo di digitalizzazione delle imprese del nostro paese, e a indicare le linee di sviluppo necessarie per incrementarlo, perché, come ha spiegato la prof. Giada Mainolfi, direttrice di Madeint, dove si è in ritardo si perde in termini occupazionali e di mercato.
“Il lavoro che fate mostra rara chiarezza e lucidità strategica nell’individuare l’urgenza di queste tematiche e la loro attinenza diretta con la crescita globale del paese” ha detto Liborio Stellino, direttore centrale per l’internazionalizzazione economica e vice direttore generale per la promozione del Sistema Paese del Ministero degli Affari Esteri.
Fonte: UNINT
“Il lavoro che fate mostra rara chiarezza e lucidità strategica nell’individuare l’urgenza di queste tematiche e la loro attinenza diretta con la crescita globale del paese” ha detto Liborio Stellino, direttore centrale per l’internazionalizzazione economica e vice direttore generale per la promozione del Sistema Paese del Ministero degli Affari Esteri.
Partendo dai punti evidenziati dal Rapporto, Stellino ha illustrato come si sta lavorando per ampliare la digitalizzazione delle imprese del Made in Italy. “Ammonta a 50 milioni di euro il budget dedicato alla campagna Digital First che durerà fino ad agosto e che farà conoscere l’Italia attraverso i canali digitali. Si rivolge a 26 nazioni, i principali mercati per il nostro export e sarà un sostegno ai settori del Made in Italy più colpiti dalla crisi pandemica. La direttrice d’orchestra Beatrice Venezia ha compilato la sua playlist preferita che sarà fruibile da chiunque, lo scrittore Alessandro Baricco con la scuola Holden preparerà una serie di itinerari sul territorio, il museo Mambo di Bologna presenterà giovani artisti non conosciuti all’estero ma molto all’avanguardia. Un progetto che ha anche una declinazione ecologica: ogni 10 mila visualizzazioni sarà piantato un albero in Puglia, Basilicata o Toscana”, ha detto.
Poi Stellino ha rivelato che nel progetto pilota “Smart export” condotto in collaborazione con la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane e volto ad accrescere le competenze manageriali e digitali delle imprese e professionisti italiani, l’offerta è superiore alle domande ricevute. È stato messo a disposizione di micro e piccole imprese e professionisti un programma gratuito di alta formazione sui temi dell’export e della digitalizzazione dei sistemi produttivi, ma, e sorprende, su 20 mila posti offerti soltanto 6000 sono stati per ora occupati.
Stellino ha aggiunto che “utilizzando il PNRR, la Farnesina ha varato un programma di 1,2 miliardi di euro che riguarda sia la transizione digitale che quella ambientale. Un progetto molto appetibile per le imprese del sud perché per loro c’è un contributo del 40% a fondo perduto, e il restante 60 % viene coperto da un prestito a lunga durata a tassi convenienti. Può essere l’occasione per superare i gap tra i territori”.
Tra gli interventi, anche quello di Massimo Mamberti, segretario generale del Comitato Leonardo, nato nel 1993 su iniziativa di Confindustria, dell’ICE Agenzia e di un gruppo d’imprenditori e uomini di cultura. “Non esistono mercati impossibili, ma solo prodotti non idonei”, ha detto Mamberti. “Questa è la vera sfida nell’esportare il Made in Italy. Il prodotto è fatto da tecnologia, qualità, prezzo ma anche anima. Il prodotto deve comunicare un’emozione. Per questo il made in Italy è così straordinario: non è solo un prodotto ma è soprattutto il portatore di una cultura millenaria, di un gusto inarrivabile di una continua ricerca, dell'innovazione e dell'eccellenza e del suo profondo legame col territorio: in definitiva il Made in Italy è il risultato finale di quello che viene cambiato l'ingegno italiano”.
Poi Stellino ha rivelato che nel progetto pilota “Smart export” condotto in collaborazione con la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane e volto ad accrescere le competenze manageriali e digitali delle imprese e professionisti italiani, l’offerta è superiore alle domande ricevute. È stato messo a disposizione di micro e piccole imprese e professionisti un programma gratuito di alta formazione sui temi dell’export e della digitalizzazione dei sistemi produttivi, ma, e sorprende, su 20 mila posti offerti soltanto 6000 sono stati per ora occupati.
Stellino ha aggiunto che “utilizzando il PNRR, la Farnesina ha varato un programma di 1,2 miliardi di euro che riguarda sia la transizione digitale che quella ambientale. Un progetto molto appetibile per le imprese del sud perché per loro c’è un contributo del 40% a fondo perduto, e il restante 60 % viene coperto da un prestito a lunga durata a tassi convenienti. Può essere l’occasione per superare i gap tra i territori”.
Tra gli interventi, anche quello di Massimo Mamberti, segretario generale del Comitato Leonardo, nato nel 1993 su iniziativa di Confindustria, dell’ICE Agenzia e di un gruppo d’imprenditori e uomini di cultura. “Non esistono mercati impossibili, ma solo prodotti non idonei”, ha detto Mamberti. “Questa è la vera sfida nell’esportare il Made in Italy. Il prodotto è fatto da tecnologia, qualità, prezzo ma anche anima. Il prodotto deve comunicare un’emozione. Per questo il made in Italy è così straordinario: non è solo un prodotto ma è soprattutto il portatore di una cultura millenaria, di un gusto inarrivabile di una continua ricerca, dell'innovazione e dell'eccellenza e del suo profondo legame col territorio: in definitiva il Made in Italy è il risultato finale di quello che viene cambiato l'ingegno italiano”.
Fonte: UNINT
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