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Dal G20 di Roma nuovi impegni per sfide globali e multilateralismo

01-11-2021 11:43 - Opinioni
GD – Roma, 1 nov. 21 - Al vertice G20 di Roma si fa tregua alle contrapposizioni geopolitiche per affrontare le sfide globali. Timide ancora le intese sul clima, in attesa di Glasgow. Le condizioni generali delle relazioni internazionali non sono state le più favorevoli: nell'anno dell'incauto ritiro americano in Afghanistan e dell'escalation della sfida USA-Cina sull'indo-pacifico, non è stato infatti facile per il G20 guidato dalla presidenza italiana muoversi nella ricerca di intese tra le più grandi economie del mondo con il linguaggio del multilateralismo. Non a caso Putin e Xi Jinping non sono intervenuti personalmente al vertice di Roma (anche se dall'inizio della pandemia i leader non hanno partecipato ad altri incontri internazionali di rilievo) e collegati in video-conferenza non si sono risparmiati nel marcare le differenze rispetto al blocco occidentale.
Nonostante tali premesse, al G20 di Roma sono stati compiuti comunque diversi passi avanti sui temi in agenda, le ormai note “sfide globali”: lotta alla pandemia, contrasto ai cambiamenti climatici, rilancio dell'economia e lotta alle diseguaglianze. I Paesi del G20 si sono impegnati a incrementare la produzione e la destinazione dei vaccini in specie per i Paesi in Via di Sviluppo, con l'obiettivo di raggiungere la vaccinazione almeno per il 40% della popolazione mondiale entro il 2021, e il 70 % entro giugno del prossimo anno.
Rimangono tuttavia perplessità sulla concreta realizzazione di tali obiettivi se si considera che nei PVS, specie in Africa, la soglia di vaccinazione è al 3% ed è arrivato appena il 10% del miliardo dei vaccini previsti dal Covax. Sul tema la Russia e la Cina hanno lamentato l'ostruzionismo occidentale ai loro vaccini e Xi Jiping ha insistito sulla proposta della sospensione dei brevetti sui vaccini promossa da India e Sudafrica al WTO, rimasta accantonata dopo un iniziale interesse del G20.
Diverse convergenze sono state comunque raggiunte su temi importanti: misure di aiuto e di ristrutturazione del debito per l’Africa e per i Paesi falliti, l'inatteso capitolo sui migranti, enunciando il principio del riconoscimento dei loro diritti e della piena inclusione, l’aumento da parte del FMI di 609 miliardi di diritti speciali di prelievo dedicati ai Paesi più vulnerabili.
Ancora sulla sfida alle diseguaglianze, il G20 di Roma ha sostenuto la scelta promossa da Biden e avallata dal G7 e dall'OCSE sulla minimum tax, la tassa su un’aliquota minima globale del 15% per le grandi aziende, le multinazionali digitali e farmaceutiche in particolare, che sarà destinata dal 2023 a favore dei Paesi in cui i profitti sono effettivamente realizzati, a prescindere dalle sedi legali.
Ma senza dubbio il tema più critico è stata la sfida sui cambiamenti climatici in vista della COP26, la conferenza che si sta svolgendo a Glasgow e si concluderà il 12 novembre per ridiscutere gli accordi di Parigi. Accogliendo le ultime raccomandazioni degli scienziati e le sollecitazioni degli ambientalisti, al G20 di Napoli del luglio scorso il Ministero della Transizione Ecologica e la diplomazia italiana avevano ricercato un accordo ambizioso per anticipare i tempi degli “obiettivi climatici” di Parigi, ritenuti non più adeguati. Ma la Cina in particolare vuole l'inizio della transizione verde non prima del 2030 e la carbon neutrality a partire dal 2060, ben dieci anni dopo il Green Deal europeo.
Sul punto il G20 di Roma ha dunque dovuto limitarsi solo a qualche aggiustamento degli obiettivi degli accordi di Parigi: si conferma l'obiettivo prioritario di perseguire il limite di 1,5 gradi, senza tuttavia eliminare il riferimento ai 2 gradi, e si toglie anche il riferimento al 2050 per le zero emissioni di gas serra, parlando genericamente di “entro o attorno a metà secolo”, formula che ha comunque consentito di mantenere negli accordi la Cina e la Russia. Da queste posizioni bisognerà vedere cosa sarà possibile negoziare a Glasgow, sperando che i Paesi refrattari siano invogliati a rivedere le posizioni dai 100 miliardi di dollari all'anno promessi per i Paesi meno ricchi, che devono sostenere i maggiori costi della conversione verde.
Sullo sfondo dei temi trattati, il premier Mario Draghi ha comunque sostenuto l'importanza del multilateralismo, indicandolo come “la migliore risposta ai problemi che vediamo oggi”, e ancora come “l'unica risposta possibile, dalla pandemia al clima, alle tassazioni”.
Naturalmente, per valutare i risultati del G20 di Roma occorrerà attendere gli esiti di Glasgow e verificare in generale quanti degli impegni assunti saranno realizzati concretamente e presto. Lo ha anche sostenuto chiaramente Draghi sottolineando la necessità di “mantenere vivi i sogni e concretizzare gli impegni in fatti concreti: come avete visto, ricordiamoci che è questo che ci chiedono le giovani generazioni”. Ai futuri G20 andrà richiesto un impegno esplicito su questo fronte.

Maurizio Delli Santi
membro dell’International Law Association,
Associazione Italiana Giuristi Europei


Fonte: Maurizio Delli Santi
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