05 Maggio 2024
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Da Arpino per la Pace “Progetto per traduzione del Talmud di Babilonia”

01-11-2022 08:00 - Arte, cultura, turismo
GD - Arpino FR, 1 nov. 22 - La Cittá ciociara di Arpino, patria di Caio Mario e di Marco Tullio Cicerone, è fortemente impegnata per la pace e per questo ha rilanciato, con “Progettare la pace” un convegno su “La traduzione del Talmud Babilonese, uno strumento di pace”. Si tratta di un'iniziativa del Governo Italiano volta a promuovere e sostenere il Progetto per la traduzione in italiano del Talmud Babilonese, un'azione di immane portata e di immenso valore culturale internazionale che ha voluto avere il significato di un risarcimento simbolico dato al popolo ebraico per le leggi razziali del ‘38 e per le persecuzioni che anche in Italia si è ebbero contro quel popolo in quegli anni.
“In questo impegnativo scenario non solo storico-culturale ma anche tecnologico e innovativo”, come ha spiegato il sindaco Renato Rea, “la Città di Arpino e il Centro Studi Umanistici ‘Marco Tullio Cicerone' con il contributo della Regione Lazio hanno dedicato il terzo momento dell'iniziativa ‘Progettare la Pace' alla pubblicazione della traduzione in italiano del Talmud Babilonese, consapevoli che il progetto riveste un significato che è ben più vasto e che è ben più profondo di un mero risarcimento simbolico e coglie il senso della pacificazione”.
Il Comitato d'onore del progetto, presieduto da Gianni Letta, ha chiamato ad analizzare e discutere ad Arpino la rilevanza culturale e socio-politica del progetto la prof. Clelia Piperno, docente di diritto costituzionale e direttrice del Progetto; i consiglieri di amministrazione del Progetto, il costituzionalista prof. Mario Patrono, della Sapienza di Roma, e il prof. Alessandro Finazzi Agrò, già rettore dell'Università di Tor Vergata; nonché il Rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma e presidente del progetto, introdotti dall'avv. Renato Rea, sindaco di Arpino, e moderati dall'avv. Niccolò Casinelli, delegato alla cultura di Arpino, città che dal 1400 aveva avuto una nutrita e fiorente comunità ebraica.
La prof. Piperno ha sottolineato che “questo è un progetto unico, che solo l'Italia si è data e che lo ha finanziato dotandolo della adeguata innovativa tecnologia traduttrice”. Dopo aver annotato che “in realtà non c'è alcun risarcimento perché le leggi razziali e le loro conseguenze non sono risarcibili”, Piperno ha sottolineato che “il Talmud è risolutore di conflitti grazie alla sua metodologia espositiva, con una piattaforma di confronto studiata dal CNR ed applicabile anche a distanza, esso è il cuore della cultura ebraica mondiale”.
Gli ha fatto eco il prof. Mario Patrono che ha incastonato “il Talmud nella metodologia e nel confronto di pace. La pace giusta è uno dei beni più preziosi, con alla base un processo di pacificazione, in cui chi ha torto lo ammette”. Così, ha aggiunto Patrono, “la traduzione in italiano del Talmud va ben oltre i confini della cultura ebraica”. Nonostante questo, “l'antisemitismo, malattia dell'anima, continua. Ma noi con questo Progetto lanciamo un grido di pace”.
Il prof. Finazzi Agrò, compiendo un'analisi più sociologica che scientifica, ha rilevato che “ad 80 anni dalle leggi razziali molti cittadini nutrono ancora sospetti verso la comunità ebraica non solo per ignoranza ma anche per invidia per i successi che la stessa comunità consegue nella società italiana”.
Molto profonda e interessante l'analisi condotta dal rabbino capo Riccardo Di Segni che ha prospettato che il Certamen Ciceroniano possa utilizzare la piattaforma software “Traduco” usata per la traduzione in italiano del Talmud Babilonese. Poi ha spiegato che “tale strumento digitale non traduce automaticamente, ma si arricchisce del contributo dei singoli traduttori attingendo all'archivio delle traduzioni, facilitandone l'analisi”. Poi Rav Di Segni ha puntualizzato che “il Talmud è uno strumento di pace, è il monumentale pilastro fondamentale della cultura ebraica”. E ora, ha aggiunto il rabbino, “è un contenitore con tutta la tradizione fondata sulla Bibbia ebraica, l'Antico Testamento, che va interpretato per capire cosa si nasconde dietro alle parole”. Anche perché, ha detto ancora Di Segni, “ci sono 613 norme da rispettare e molte da interpretare”, rilevando poi che “la legge è il fondamento della società civile. E la traduzione del Talmud porta in Italia la conoscenza di un mondo ignoto e la conoscenza reca la pace. E se in passato i rapporti tra cattolici ed ebrei erano tormentati, da decenni sono migliorati e i preti cattolici leggono il Talmud e trovano le radici comuni per la loro fede”.
Del resto, ha sottolineato Di Segni, “è fondamentale comprendere che il Talmud dà vita ad un insieme di differenti interpretazioni che, proprio grazie al software usato, è ora possibile conoscere agevolmente”
Il sindaco di Arpino, Renato Rea, ha sottolineato che “da 41 anni il Certamen Ciceronianum Arpinas riunisce ad Arpino studenti e docenti di ogni parte d'Europa, per sviluppare un concetto di socialità, che si estende al concetto di pace. È opportuno far capire che non è con la forza delle armi quanto con la forza della cultura, del confronto, della tolleranza, del rispetto reciproco, anche delle idee contrapposte, che si può arrivare a costruire dei progetti duraturi. Detto ciò, il Certamen è sicuramente uno strumento di divulgazione della pace”.
Il consigliere comunale delegato alla Cultura, avv. Niccolò Casinelli, ha detto che “Nei rispettivi tre eventi del progetto ‘Certamenten Ciceronianum Arpinas – Progettare la Pace' la città di Arpino ha accolto personaggi illustri, per confrontarsi e sensibilizzare sulla tematica della pace. È stato interessante oggi, insieme ai nostri ospiti, verificare come certi concetti, certi valori, attraversino i tempi e continuino a costituire le fondamenta di un percorso di costruzione e di mantenimento della Pace. La città di Cicerone non può porsi limiti se è la città di Cicerone: il messaggio che parte da Arpino sicuramente dà il suo contributo e partecipa alla vocazione universitaristica che Arpino ha insita e che l'Amministrazione Comunale e le associazioni attive devono necessariamente aver presente nell'opera di promozione e di diffusione del suo patrimonio culturale”.



Fonte: Direzione
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