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Combattere i catastrofisti del clima, ma senza azioni autoreferenziali

20-02-2023 12:57 - Opinioni
Foto: da Forbes Foto: da Forbes
GD – Roma, 20 feb. 23 - Il clima non è stato clemente negli ultimi 20 anni: piogge torrenziali in India, tormente di neve negli Stati Uniti, bombe d'acqua sulle Marche con decine di morti. Ma più devastante del clima sono stati gli attivisti, che tentano di lottare in modo spesso solo autoreferenziale contro i cambiamenti climatici, quelli che sarebbe più appropriato chiamare i “catastrofisti climatici”. Una vera calamità!
La climatologia è materia molto complessa. Molto spesso leggiamo, com'è avvenuto nelle ultime settimane, previsioni meteorologiche che annunciano neve e freddo intenso in arrivo. Puntualmente queste previsioni sono state smentite da belle giornate di sole. Noi comuni cittadini notiamo un innalzamento delle temperature negli ultimi 20 anni, con estati molto calde, inverni miti e poche precipitazioni piovose, cosa verificabile inconfutabilmente osservando il livello dei principali corsi d'acqua nazionali.
Il fisico prof. Antonino Zichichi (classe 1929) evidenziava che sarebbe bene precisare che cambiamento climatico e inquinamento sono due cose diverse. Legarli vuol dire, molto spesso, rimandare la soluzione di questi problemi. Questo perché l'inquinamento si può combattere da subito, evitando di immettere veleni nell'aria, nell'acqua e nell'ambiente in generale, cosa che peraltro è stata già fatta ampiamente nei paesi più evoluti dove si sono adottate soluzioni tecnologiche che hanno permesso di ridurre enormemente l'inquinamento dell'aria e dell'acqua.
Londra, Amsterdam, Parigi o Milano, 100 anni fa in inverno, si trasformavano in vere e proprie camere a gas. Le automobili 30 anni fa lasciavano dietro scie di fumo insopportabili. Oggi quando passa una vettura con molti anni sulle ruote, avvertiamo subito il cattivo odore che questa lascia dietro di sé rispetto alle altre vetture più recenti in circolazione.
Il prof. Zichichi avverte che il riscaldamento globale è tutt'altra cosa rispetto all'inquinamento atmosferico e deve essere trattato come problema a sé stante. Perché, anche se l'inquinamento atmosferico influisce sulla qualità dell'aria e contribuisce al cambiamento climatico, è meglio tenere le due tematiche separate, perché esistono già tecnologie e conoscenze scientifiche per ridurre l'inquinamento.
Il vero deterrente nel caso dell'inquinamento è, semmai, un deterrente economico perché, anche se disponibili, le tecnologie hanno costi che devono essere considerati quando si vogliono abbattere le emissioni nell'ambiente.
Per quanto riguarda, invece, il cambiamento climatico, essendo il problema planetario, per provare a mitigarlo sarebbe necessario affidare la governance a una struttura sovranazionale in grado di porre in essere le misure necessarie per provare a risolverlo.
In effetti, l'ONU ha già messo il suo “cappello” su questa problematica, solo che le azioni dell'ONU si sono limitate all'organizzazione di conferenze per enunciare le intenzioni, da parte dei paesi, di limitare le emissioni di CO2 nell'atmosfera.
Finora, tutta l'attenzione sui fenomeni del cambiamento climatico è stata catturata dai catastrofisti del clima, mentre è stata data pochissima attenzione a tutti quegli scienziati - come Antonino Zichichi e Fabio Pistella e tanti altri - che hanno provato a suggerire azioni concrete per migliorare l'ambiente e per porre in essere progetti che possano contribuire davvero ad assorbire la CO2 e mitigare gli effetti climatici dovuti all'inquinamento.
Azioni concrete come piantare alberi, allevare mitili e ostriche per assorbire CO2 e ridurre l'acidificazione dei mari, esplorare fonti alternative di energia rinnovabile, puntando anche sullo sfruttamento dell'energia geotermica, senza limitare le azioni e gli investimenti al solare e all'eolico, come avviene adesso. Costruire nuovi reattori nucleari di piccole dimensioni (Small modular reactors - SMRs) che stanno dimostrando di essere molto efficienti e sicuri e più economici delle centrali nucleari tradizionali, perché possono essere prodotti in serie in fabbrica e installati dove serve energia.
Infine, gli schermi solari che, come un ombrellone, si possono utilizzare per ripararsi dal sole; allo stesso modo si possono utilizzare schermi solari spaziali per ridurre la quantità di raggi solari che arrivano sulla terra. Esattamente come un ombrellone, riducendo l'insolazione, si riduce il riscaldamento terrestre.
Questo tipo di approccio al problema del riscaldamento del pianeta è stato proposto per la prima volta nel 1989: il concetto originale di ombrellone spaziale prevede l'inserimento di un grande disco occultante, o tecnologia di scopo equivalente, tra la Terra e il Sole.
È chiaro che una cosa del genere non può essere realizzata da un singolo Paese. Allora sarebbe opportuno, ad esempio, che la NASA e l'ESA decidessero di lavorare insieme per realizzare alcuni esperimenti che consentano di porre in orbita degli schermi solari per creare ombra, ad esempio, sul Polo Nord per proteggere la calotta polare.
Un esperimento del genere avrebbe costi enormi, ma potrebbe servire a capire se l'uomo, anche in questo caso, può dominare la natura, come ha dimostrato di saper fare nei secoli passati, realizzando opere ingegneristiche che hanno permesso di contrastare la furia delle acque dei fiumi, proteggere le coste dalle mareggiate e tante altre opere che hanno contribuito a proteggere e migliorare la vita degli uomini sul pianeta terra.
Cosa che possiamo provare a fare nuovamente per ridurre gli effetti negativi dei cambiamenti climatici e migliorare la qualità di vita sul nostro pianeta.
Ai catastrofisti del clima e all'ONU lasciamo il compito di organizzare le conferenze. Affidiamo invece agli scienziati l'incarico di trovare una soluzione per il bene del pianeta.

Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale

Fonte: Ciro Maddaloni
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