05 Maggio 2024
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Circolo Esteri: mostra di Raffaele Cioffi, novello artista dell'arte analitica

01-04-2023 14:54 - Arte, cultura, turismo
GD – Roma, 1 apr. 23 – Si intitola “Mondi” il progetto appositamente ideato per il Circolo degli Esteri del ministero Affari Esteri di Roma nel ventennale della Collezione Farnesina di Arte Contemporanea. Esso vive nobilmente sulle arti che riprogrammano il mondo, si campiona ad essere uno spettacolare archivio decentralizzato ove le diverse discipline si nutrono di arte-mondo, mira a rappresentare come si abita la cultura globale, ovvero l'altramodernità, che altro non è che una sorta di costellazione, una specie di arcipelago di singoli mondi e singoli artisti le cui isole interconnesse non costituiscono un continente unico di pensiero, ma lo specchio di un'arte postproduttiva e frontaliera, mobile, ipermoderna, ipertesa, ipercolta, mente e cuore, ma anche progetto e destino della comunicazione estetica.
È con questo progetto, da noi voluto unitamente agli ambasciatori Umberto Vattani e Gaetano Cortese, che si vuole indicare e sorreggere un'Europa Creativa Festival e, dunque, protagonisti e bandiere, bandendo ogni culto del transitorio per porgere a tutti il culto dell'eterno. Il terzo millennio che fa vivere i processi creativi nel clima di abitare stili e forme storicizzate, perchè il futuro è ora, fra rappresentazioni e interpretazioni, ci porta a cogliere il nuovo destino della bellezza.
Con l'arte si vogliono aprire finestre sul mondo, con l'arte si vogliono aprire stagioni eroiche, con l'arte si vuole inaugurare una nuova civiltà. Con “Mondi” (2020-2021-2022-2023) si porgono dodici mostre personali di dodici artisti contemporanei, taluni di chiara fama.
Questa mostra dal titolo “La luce liberata” è la decima del percorso, ed è già una novità in quanto si veicolano a Roma nomi dell'arte contemporanea di significativo rilievo, che evidenziano e mettono in luce gli svolgimenti più intriganti del fare arte nel terzo millennio.
L'esposizione curata dallo storico dell'arte contemporanea prof. Carlo Franza, che firma anche il testo in catalogo dal titolo “La luce liberata”, riunisce una serie di opere dell'artista Raffaele Cioffi, già apparso agli occhi della critica italiana e internazionale come una figura delle più interessanti e propositive dell'arte contemporanea, e ricordato come chiaro e significante interprete.
La mostra sarà inaugurata il 20 aprile 2023 al Circolo Esteri della Farnesina e vedrà la presenza di Laura Carpini, ministro plenipotenziario e vicepresidente del Circolo Esteri della Farnesina, e gli interventi del prof. Carlo Franza, già ordinario di Storia dell'Arte Moderna e Contemporanea, e dell'ambasciatore Umberto Vattani, già segretario generale della Farnesina, presidente della Venice International University, e dell'Ambasciatore Gaetano Cortese, autore di una prestigiosa collana di volumi dedicati alle affascinanti ambasciate italiane all'estero.
Come si legge nel testo in catalogo: «La luce cresce fra soglie e passaggi, entra lentamente e si spinge nell'aria delle stanze ideali. Quella di Raffaele Cioffi potrebbe sembrare una pittura destinata a un gusto prezioso dell'occhio, invece bisogna avvertire la profonda necessità di filtrare il reale in questa sottile consistenza di una pittura che è riflesso di una disposizione mentale adatta a sciogliere gli ingorghi confusi della natura su uno schermo di trepide intuizioni. La finezza di queste modulazioni di colore, che si intrecciano sulla spinta di un'emozione che vuole trasfigurare la realtà quotidiana ed esprimere una delicata elegia, ci conferma che siamo dinanzi a un'intelligenza pura, a un animo sensibile che trova nel dipingere, nel colore tenue, pulviscolare, intriso di luce, la sua felicità, la sua verità. Il clima di questi luoghi investiti di luce e di colori, svela proprio come nel cuore di queste immagini-universo, si movimenta una monumentalità senza artificio, capace di una rèverie nella quale l'anima veglia senza tensione. Da anni Raffaele Cioffi (Desio, 1971) mirabilmente ha tracciato, nel panorama dell'arte contemporanea, un suo percorso di raffinata intellettualità, come direbbe il mio mentore e collega Giulio Carlo Argan. Una cosa a mio avviso da non trascurare è che tale percorso parte dopo quell'insegnamento che Cioffi ha avuto all'Accademia di Brera con Luciano Fabro. Un percorso aristocratico, esemplare, raffinato. Una visione essenziale della pittura, un'astrazione assoluta che conduce il visitatore al centro di una profonda esperienza visiva e sensoriale, quasi mistica. Un illustre filosofo contemporaneo, Emanuele Lèvinas nel più noto dei suoi scritti che ha titolo «Totalità e infinito», ha ricordato come l'architettura, che vuol dire anche progettazione e costruzione- è nella sua essenza dimora, casa in senso totale, composta da “stanze”, “passaggi” e “soglie”; tutto ciò va spiegato per un verso come “apparizione dell'estensione fisico-geometrica” e per altro verso come “spazio per l'utopia in cui l'io si raccoglie dimorando a casa sua”. Da qui occorre partire per leggere le pareti, i muri, e le “soglie” di Raffaele Cioffi. Questi luoghi pensati prima che dipinti, sono spazi intimi, hanno soglie di accesso, Cioffi ci conduce con un viaggio verso la fonte di un processo creativo, per raccontare i valori simbolici e poetici di quella forma a stanza - forsanche immaginaria -, stanze tematiche, stanze dei saperi, stanze del pensiero, stanze scientifiche, stanze illuministe, stanze mediche, stanze politiche, stanze degli affetti, stanze musicali, stanze degli odori, stanze dei reperti, stanze di manufatti, stanze della pittura, stanze geografiche, stanze culinarie, stanze delle memorie e dei ricordi. Oltre queste soglie e quelle stanze vi è l'abitare di un poeta qual è Raffaele Cioffi. Le opere rifiutano le forme rigide e chiuse, come i colori freddi e monolitici, per adottare colori tenui che s'intrecciano in un pulviscolo morbido e fluttuante. Le soglie e i passaggi sono nobilitate dal retaggio di una tradizione colta che serpeggia fra la materia-sostanza artigianalmente trattata e aggredita e cariche di un respiro poetico sempre palpabile, quasi scrigno esiodeo di opere e giorni. Architetture, porte, finestre, soglie, pareti, superfici, avvolti in un gioco di riflessi e ombre che conferiscono al tutto un aspetto sempre diverso al mutare della luce e delle ore del giorno. Queste architetture si nutrono di valenze mitico-magiche, la loro apparizione è estensione fisico-geometrica, e la ricerca artistica di Cioffi è un vero e proprio processo astratto e intellettualizzato che si porta verso un sistema visualmente strutturale e ottico di una certa scuola americana. Nei profili di queste pareti-orizzonte vi sono temi memoriali che sanno di totalità e infinito, materie e colori che si dispiegano sulle superfici e definiscono sì gli spazi, ma recuperano la storia attraverso fasci simbolici e sacri, di coscienza e ordine, di inedita invenzione. Tele, per lo più di grandi dimensioni, che offrono un orizzonte di lettura che va oltre la pittura stessa e che chiede al visitatore di “entrare dentro” le opere e “attraversarle” lentamente, per ritrovarsi come in un'altra dimensione. Il percorso post-aniconico - che è già stato di Valentino Vago, Claudio Verna, Claudio Olivieri e Riccardo Guarneri - si ritrova e vive anche nella pittura di Raffaele Cioffi, evidenzia come l'artista cerchi e trovi di volta in volta la dissolvenza dell'immagine nella luce e nel colore, per un'astrazione estremamente nuova, post-moderna, dalla colorazione pastosa e dalla forte valenza spirituale, che sa di paradiso, di mondi ultraterreni, di cieli e universi inesplorati, rilevano una timbricità romantica dell'anima che si mostra in una pennellata forte, densamente lavica e coinvolgente. Uno spettacolo inedito che stupisce, una visione essenziale della pittura, di una “pittura oltre”, di un'astrazione assoluta che vuole porre il visitatore al centro di una profonda esperienza visiva e sensoriale. Con Cioffi abbiamo un ritorno verso una pittura d'essenza, che diventa riflessione sul fare, scrittura di un percorso di pensiero. Le tele sono come sollecitate da una sensibilità acuminata, mostrano un formicolare di particelle infinitesimali di materia e di luce, come estensioni di un antico tracciato musicale con significato trascendente pur se all'interno di uno spazio concreto nel quale le cose non sono illusioni e lo spazio risulta così aperto a tutti i ritorni dell'impossibile. Le tele sono supporto primario in cui si dà forma un pulviscolo molecolare che muta di volta in volta, che pare registrare impulsi psichici, mettendo a segno un percorso di accadimenti, di tempi, di storicità vissuta sul filo degli eventi quotidiani. E la superficie cromatica - luogo in cui la luce penetra nel profondo delle connessioni della tela - si condensa di ramificazioni secondo un pensiero che si perde nei labirinti dei richiami esistenziali, affidato alla trasmissione automatica dell'inconscio. Il grado di tensione delle immagini si movimenta su un ritmo interno di dolce eco naturale che, nelle vibrazioni del colore e della luce, Cioffi ne veicola il richiamo alla essenzialità degli spazi ipnotici di Rothko. Nei quadri di Cioffi si è dilatato lo spazio, il rettangolo e il quadrato si è fatto spazio, e un'aria lenta e grandiosa, un respiro intimo e forte, hanno sfoltito questa meditata asfissia. È così che i suoi dipinti diversamente significano, in quanto in essi si ritrova un nuovo modo di affacciarsi al mondo, alla vita. È una nuova oggettività, Raffaele Cioffi è il poeta delle cose sottili, impalpabili, ma profonde, assolute».
Raffaele Cioffi si diploma al Liceo Artistico “Papa Ratti” di Desio, dove inizia ad avvicinarsi alla pittura. In seguito frequenta l'Accademia di Belle Arti di Brera seguendo i corsi di Luciano Fabro. Chiarisce l'orientamento della sua ricerca e del suo linguaggio grazie all'incontro con artisti come Claudio Olivieri e Mario Raciti. Tra le sue esposizioni ricordiamo le personali «Il volto dell'animaallo» allo Young Museum di Revere nel 2001 (catalogo con testo di Claudio Cerritelli); «Prospettiva interiore» al Chiostro di Voltorre - Museo d'Arte Moderna di Gavirate nel 2003, (catalogo con testo di Marco Meneguzzo); «Continuum (?)»; «Lo spazio emotivo della pittura» al Museo Nazionale Villa Pisani di Stra VE nel 2009 (catalogo con testi di Giovanni Maria Accame e Matteo Galbiati). Nel 2011 è stato invitato a partecipare alla Biennale di Venezia, sede di Torino - Palazzo delle Esposizioni, Sala Nervi. Nel 2014 realizza una serie di opere sul tema iconografico della Croce che presenta nella mostra intitolata «Alla luce della Croce» a Villa Clerici-Museo d'Arte Sacra di Milano. Tra il 2015 e il 2016 realizza una serie di dipinti di grande formato per il Museo Civico di Alessandria che vengono presentati nella mostra «Solidità della luce» nella Sala dei Convegni del museo nel 2016 (catalogo con testo di Luca Pietro Nicoletti). «Vapors of Light» è il titolo della personale curata da Alberto Barranco di Valdivieso che gli dedica la Galleria Monopoli di Milano nel 2018. Nel 2021 il MAC-Museo d'Arte Contemporanea di Lissone ospita una sua personale intitolata «Soglie», e Palazzo Ducale di Mantova ospita una mostra con 17 grandi tele dell'ultima produzione.Sul suo lavoro hanno scritto Giovanni Maria Accame, Claudio Baglioni, Alberto Barranco di Valdivieso, Claudio Cerritelli, Nicola Demitri, Martin Engler, Pietro Finelli, Matteo Galbiati, Marco Meneguzzo, Luca Pietro Nicoletti, Claudio Olivieri, Mario Raciti, Francesco Tedeschi, Martina Valente, Valeria Vaccari, Carlo Franza.

Carlo Franza
Storico dell'Arte Contemporanea

Fonte: Carlo Franza
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