05 Maggio 2024
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CGIE: Schiavone, "forza militare che produce guerra non è mai giustificabile"

24-02-2022 18:27 - Farnesina
GD - Roma, 24 feb. 22 - "Abbiamo la guerra in Europa", ha detto Michele Schiavone, segretario generale del CGIE Consiglio Generale degli Italiani all'Estero, in merito all'aggressione della Russia all'Ucraina. Dopo aver sottolineato che "la forza militare che produce la guerra non è mai giustificabile", Schiavone ha sostenuto che "quanto si sta verificando da alcuni giorni ai confini orientali europei con lo spiegamento di forze militari russe entrate in Ucraina per destabilizzare il regime democratico, che si è dato da due decenni quel popolo, rappresenta uno scenario bellico che la diplomazia europea ha scongiurato cercando di non cedere alla logica della guerra proponendo, invece, un tavolo negoziale che non ha trovato corrispondenza e disponibilità da parte del presidente russo".
Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, ha ribadito, "deplora l’aberrante uso delle armi quale metodo e strumento per dirimere i contenziosi perché le guerre rappresentano sempre il fallimento della ragione umana e la strada di non ritorno in cui si perdono le speranze di una convivenza pacifica dei popoli. Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero è preoccupato per il grave pericolo che porta con sé l’intervento militare sulla popolazione civile residente in Ucraina, un Paese nel quale vivono alcune migliaia di nostri connazionali, sono presenti diversi interessi commerciali e industriali italiani e in particolare per i drammatici effetti che si ripercuotono sulle copiose famiglie miste italo-ucraine che si sono unite negli ultimi decenni".
Secondo Schiavone "la guerra in quel Paese riporta indietro le lancette del tempo di oltre mezzo secolo, traslandole in un’epoca nella quale il mondo è progredito e la civiltà ha raggiunto livelli di interdipendenza tali da scongiurare e debellare preventivamente ogni forma dispotica e di ingerenza militare, che non avremmo più voluto vedere. Chiediamo al Governo italiano di salvaguardare l’incolumità dei nostri connazionali e di favorire il loro rientro in patria per tutti quei casi che lo richiedano".

Fonte: CGIE
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