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Camera: amb. Junhua in Commissione, con critiche e abbandoni

24-03-2021 17:27 - Ambasciate
L'amb. Li Junhua L'amb. Li Junhua
Piero Fassino Piero Fassino
GD – Roma, 24 mar. 21 – L’audizione dell’ambasciatore in Italia della Repubblica Popolare Cinese, Li Junhua, dinnanzi alla Commissione Esteri della Camera dei Deputati non è filata liscia, come invece di solito avviene per altri diplomatici. Rispetto all’oggetto della sua convocazione, la presidenza italiana del G20, hanno infatti tenuto banco negli interventi dei deputati i temi del rispetto dei diritti dell’uomo, dagli Uiguri ad Hong Kong, sanzioni all’UE comprese. Fino all’abbandono polemico dell’aula da parte dei parlamentari della Lega.
Ma l’amb. Li Junhua ha tentato di tener testa con fermezza e freddezza alle critiche. Ad esempio ha detto che «sul presunto genocidio degli uiguri sono state scritte tante bugie e fake news» ed ha poi affermato che «la Cina è stata costretta a rispondere alle sanzioni dell'Unione Europea con altre sanzioni perché vittima di un'ingiustizia».
L'ambasciatore cinese ha risposto a molte domande sui diritti umani e i rapporti internazionali di Pechino. Riferendosi a Hong Kong, ha affermato che «è indubbio che l'ex colonia britannica sia sottoposta alla sovranità della Cina», precisando che «le due leggi fondamentali su quel territorio sono la Basic law e la Costituzione cinese e non la dichiarazione sino-britannica». Riguardo a rapporti con gli Stati Uniti, ha detto che ad Anchorage, dove il 18 e 19 marzo si sono incontrati i capi delle diplomazie di USA e Cina, c'è stato «un dialogo strategico fruttuoso e un approfondimento della comprensione reciproca, con qualche differenza su cui possiamo lavorare».
L'ambasciatore cinese ha aggiunto che «ogni Paese interpreta i diritti umani in modo diverso» e per questo ha invitato «i parlamentari italiani a visitare lo Xinjiang e constatare di persona se è davvero in atto un genocidio».
Sollecitato da diversi parlamentari a rispondere sulla situazione dei diritti umani nel suo Paese, sulle sanzioni e sulla situazione a Hong Kong, l'amb. Li Junhua ha affermato che «la Cina è stata forzata a rispondere con altre sanzioni a quelle dell'UE, ritenendole ingiuste». Ed ha insistito: «in Cina quando guardiamo ai rapporti bilaterali ci atteniamo al rispetto reciproco, accettiamo punti di vista diversi e cerchiamo di diminuire le frizioni. Combattere la pandemia e far ripartire l'economia mondiale ci impone di collaborare, mentre l'Europa ha 'tirato fuori le armi' con le sanzioni. La risposta della Cina non era dovuta? Se l'UE può imporre sanzioni la Cina non può fare lo stesso? Noi sosteniamo il multilateralismo ma il fulcro di questo sistema è la parità».
E nella sua replica il diplomatico di Pechino ha affermato: «Quello che vorremmo e speriamo è che i rapporti tra Cina e UE mantengano il loro normale andamento e non vedano una inversione perchè questo è anche quello che vogliono i nostri popoli». Insomma, ha ribadito, «in questo vicenda la Cina è stata una vittima».
Il presidente della Commissione Esteri di Montecitorio, Piero Fassino, non si è però fatto intimorire: «L'Italia riconosce le peculiarità politiche, sociali, culturali e religiose di ogni nazione, ma questo non può significare la negazione o la riduzione di diritti umani e civili che appartengono a ogni individuo. È un principio che deve valere per tutti i Paesi, Cina inclusa».
Ed ha continuato: «invochiamo l'universalità dei diritti umani non perché l'Europa voglia imporre suoi valori, ma in nome della Dichiarazione universale dei Diritti dell'Uomo riconosciuta da 168 Paesi, inclusa la Cina. Ed è dovere di ogni Paese applicare e rispettare quella Dichiarazione. Per questo non possiamo accettare sanzioni annunciate dalla Cina verso parlamentari, accademici, think tank e funzionari europei. Così come non accettiamo alcuna censura verso chi invoca il rispetto dei diritti umani. Nell'affermare questi principi non c'è alcuna forma di pregiudizio verso la Cina, che anzi consideriamo un Paese amico, e con cui vogliamo che l'Italia abbia un dialogo aperto e franco, nonché interessati alla collaborazione sugli interessi comuni», ha concluso Fassino.
«Nell'ambito dell'audizione dell'amb. Li Junhua in Commissione Esteri, i deputati della Lega hanno abbandonato l'aula non potendo accettare le parole del diplomatico di Pechino. Sono state infatti totalmente ignorate le nostre richieste legittime di democrazia e libertà e abbiamo dovuto invece subire una offensiva lezioncina di Regime», è scritto in una nota dei deputati della Lega in Commissione Affari Esteri e Comunitari Paolo Formentini (vice presidente), Vito Comencini, Alberto Ribolla ed Eugenio Zoffili (capogruppo) presenti alla seduta.
Nella parte meno accesa della seduta l’amb. Li Junhua ha affrontato il tema caldo dell’emergenza sanitaria in atto e partita dalla Cina. «La pandemia da Covid 19 è ancora devastante e per vincere la guerra sicuramente serve ancora tempo, ma dobbiamo contenere il cosiddetto 'virus politico’, compito ancora più arduo». Anzi, ha proseguito, «dobbiamo migliorare la cooperazione su scala mondiale, migliorarne i meccanismi e sincronizzare le politiche per promuovere la ripresa post Covid», ha affermato Junhua. «La parte cinese è disponibile a intavolare una collaborazione serrata con la parte italiana in diversi campi: innanzitutto la lotta alla pandemia, con la produzione e distribuzione dei vaccini a livello globale, sostenendo in questo il ruolo dell'ONU e dell'OMS». E, ha proseguito, «in quanto partner strategico e globale dell'Italia farà quanto in suo potere per il successo del summit di Roma».
L'ambasciatore, rispondendo a una serie di domande dei parlamentari, ha poi sottolineato l'impegno cinese nella lotta interna al Covid-19, avvenuta, ha detto, «nel pieno rispetto dei diritti umani, tutelando il diritto alla vita». Dopo avere «fatto uscire dalla povertà 70 milioni di persone in 30 anni», ha sottolineato il diplomatico di Pechino, «la Cina nella pandemia ha messo le persone al centro, con l'obiettivo di salvare tutti a prescindere dal prezzo da pagare». Rispondendo infine a una domanda sulla possibilità di nuove indagini sulle origini del virus, ha ricordato che «la Cina ha lavorato per un mese con gli esperti dell'OMS», annunciando la pubblicazione imminente di un rapporto. Infine l’amb. Li Junhua auspicato che «analoghe indagini vengano svolte in altri Paesi».
Lotta alla pandemia, coordinamento delle macroeconomie per la ripresa, lotta ai cambiamenti climatici, riforma del commercio, eliminazione della povertà, tutela della sicurezza alimentare e innovazione tecnologica: «su questi 7 obiettivi la Cina», ha detto l 'amb. Li Junhua, «è pronta a dare il suo contributo a fianco dell'Italia. Accelerare la ripresa è una necessità comune e per questo occorre aumentare il coordinamento e la comunicazione sulle politiche macroeconomiche e fare attenzione all'effetto 'spill over' dei Paesi più industrializzati, promuovere la stabilità del sistema finanziario e tutelare un'economia globale aperta e il sistema multilaterale».
Nelle more delle critiche e delle repliche l'audizione ha visto toccato anche il tema centrale dell'audizione. «Il G20 deve intraprendere azioni per risolvere le questioni legate ai colli di bottiglia nei cicli di logistica internazionale, tutelare la stabilità della catena di produzione e fornitura e promuovere la circolazione di mezzi e flussi logistici».
Riguardo ai cambiamenti climatici, l'amb. Junhua ha invitato il G20 a «realizzare le promesse fatte per la riduzione delle emissioni rispettando il principio di una responsabilità comune ma differenziata per non penalizzare i Paesi meno sviluppati ed evitare di usare i cambiamenti climatici come una scusa per aumentare le barriere commerciali».


Fonte: Redazione
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