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Brexit: amb. Morris assicura italiani, «diritti restano garantiti, invariati e digitali»

10-02-2021 10:44 - Ambasciate
L'amb. Jill Morris L'amb. Jill Morris
Alessandro De Pedys di Leonardo Alessandro De Pedys di Leonardo
Marcello Mentini di Intesa San Paolo Marcello Mentini di Intesa San Paolo
GD – Roma, 9 feb. 21 – Assicurazioni inglesi all'Italia per i suoi ottimi rapporti con il Regno Unito e per gli italiani residenti nel Paese d'oltre Manica anche nella Brexit. A rilanciare le proficue relazioni e stemperare le preoccupazioni dopo l'uscita inglese della UE è stata l'amb. Jill Morris, rappresentante diplomatico britannico in Italia, intervenendo ad una conversazione digitale su “I rapporti con il Regno Unito dopo l'uscita dall'UE” promosso dall'associazione Diplomatia. Introdotta dall'amb. Giovanni Castellaneta, l'amb. Morris si è confrontata in un ottimo italiano con l'amb. Alessandro De Pedys, responsabile delle relazioni internazionali del gruppo Leonardo, e con Marcello Mentini, dirigente responsabile dei Progetti Brexit di Intesa San Paolo. Confronto moderato ma anche stimolato da Liliana Faccioli Pintozzi, giornalista di Sky Tg24.
Per confermare come le relazioni tra Italia e Regno Unito continuino ad essere ottime, l'amb. Morris ha ricordato che «quest'anno rappresenta una occasione unica per i nostri due Paesi con le presidenze del G7, G20 e Cop26, opportunità preziose per plasmare risposte globali alla ripresa economica e ambientale dalla pandemia». Poi entrando nel merito della Brexit, ha aggiunto che «per due grandi democrazie nel mondo il filo conduttore è il commercio, il libero scambio. Dobbiamo prendere una lezione dalla pandemia e lavorare assieme e preparare la comunità globale e ricostruire al meglio». In tema ambientale, l'amb. Morris ha detto che «la nostra priorità assoluta è quella di modificare gli effetti dei cambiamenti climatici. La nostra collaborazione mira a ambiziosamente a contribuire a conseguire globalmente progressi verso gli obiettivi dell'Accordo di Parigi».
Rispondendo ad una domanda del moderatore sul vertice ambientale che il presidente USA Joe Biden ha promosso per aprile, smentendo che sia in competizione con Cop26 la diplomatica di Londra ha detto che «è invece un contributo molto importante e positivo, in linea con la decisione USA di ri-aderire all'Accordo di Parigi, anche per accelerare i due momenti di Cop26: quello italiano di ottobre a Milano e quello inglese a Glasgow a novembre».
Nel merito della Brexit, la diplomatica inglese ha sottolineato che «l'Accordo UK-UE di dicembre porta certezze a tutti gli attori commerciali a partire dalla totale eliminazione dei dazi, ma anche la lotta alla criminalità». E soprattutto «l'accordo non cambia lo statuto britannico di Paese Terzo».
Pur riconoscendo «inevitabili alcuni cambiamenti e le imprese, quelle italiane comprese, si stanno adeguando bene. Siamo ottimisti, il lavoro prosegue e risolveremo le eventuali difficoltà», ha precisato l'amb. Morris ribadendo che «nonostante il Covid anche nel 2020 l'Italia si è confermata un partner dinamico dell'UK nel mondo».
Guardando alle preoccupazioni degli italiani nel Regno Unito, il diplomatico inglese ha ribadito che «è importante rafforzare i diritti degli italiani, che restano garantiti ed invariati». Poi ha insistito che «con il Governo italiano c'è una collaborazione molto proficua fin dall'inizio del processo Brexit».
Dopo aver reso «omaggio al contributo dato dai quasi 700 mila italiani presenti nel Paese d'oltre Manica», l'amb. Morris ha ribadito che «tantissimi italiani vogliono restare. Da loro abbiamo ricevuto 400 mila domande di registrazione e solo il 2% è stato respinto». E, ha aggiunto, «siamo consapevoli delle loro preoccupazioni per la mancanza di un documento cartaceo che certifichi il loro status. Ma abbiamo avviato per tutti i servizi pubblici un processo solo digitale; c'è una identità digitale per cui non serve un documento fisico».
Non è mancato un lungo passaggio sulla pandemia Covid-19 e l'azione del Governo di Londra sul fronte dei vaccini. «È una situazione molto complessa e abbiamo preso decisioni sin dall'inizio con una strategia per i vaccini e la loro somministrazione. Il programma procede con risultati soddisfacenti. Il vaccino è la chiave per aprire le nostre economia. O siamo tutti protetti o nessuno è protetto», ha detto. L'amb. Morris ha poi ricordato che «la strategia inglese include anche il sostegno alle organizzazioni internazionali in tutto il mondo e su questo fronte si pone tra i maggiori donatori».
Stando in tema di Brexit, il rappresentante diplomatico di Londra ha posto l'accento sui «servizi finanziari che sono ancora fuori dall'accordo UK e UE. Aspettiamo le proposte della Commissione UE. Noi vogliamo che Londra resti snodo globale per i servizi finanziari e speriamo che ci considerino ancora tale».
Al confronto con l'amb. Morris è poi intervenuto Marcello Mentini, dirigente responsabile dei Progetti Brexit di Intesa San Paolo, sul profilo delle conseguenze finanziarie dell'uscita inglese dalla UE. Dopo aver ricordato come il suo istituto di credito con la Brexit abbia deciso di «servire i propri clienti europei non più da Londra ma da un'altra piazza», il manager ha però auspicato che «la piazza finanziaria della City acquisti un'importanza superiore e divenire hub finanziario per i mercati EMEA». Ed ha poi rilevato come «il tema sia stato sinora considerato più in termini politici che finanziari ».
A questa annotazione ha risposto l'amb. Morris rendendo noto che «l'ambasciata ha organizzato due tavole rotonde a Roma: una sui beni e una sui servizi». Ed ha sottolineato che «l'attrazione della City di Londra avviene anche perché essa è un ambiente generale attrattivo con i migliori regolamenti per creare, mantenere e normare un habitat che non ostacoli le banche».
Infine l'amb. Alessandro De Pedys, responsabile delle relazioni internazionali del gruppo Leonardo, ha rilevato come il raggruppamento industriale italiano sia «un investitore primario in UK ed anche partner strategico di Londra». Ed ha poi sostenuto il peso di questa presenza ricordando «i sei siti produttivi, soprattutto per elicotteri e sistemi elettronici di difesa, 7.500 dipendenti diretti e 26 mila nell'indotto, che vede coinvolte 1600 aziende e un fatturato globale di 2 miliardi di sterline». Ed ha rammentato che «Leonardo in Gran Bretagna investe 180 milioni di sterline ogni anno soprattutto in ricerca e sviluppo». Nel suo intervento De Pedys ha pure sottolineato che, «al di là del riconoscimento che Leonardo sia anche un'azienda inglese», ha rilevato che nel futuro ci sono tre elementi sostanziali. Ossia, «evitare l'insidia della Brexit che introduce controlli che possano determinare ritardi; continuare ad investire in programmi comuni, come il ‘Tempest' che coinvolge Italia, Gran Bretagna e Svezia, una sfida tecnologica rilevante per sistemi d'avanguardia per la difesa. Ma anche settori comuni di interesse anche nel settore civile». Infine, De Pedys ha detto: «nella vendita e marketing dei prodotti che Leonardo realizza in UK, speriamo che Londra ci consideri come tali per il settore difesa e per le operazioni di marketing all'estero».
Lo ha subito assicurato l'amb. Morris: «Leonardo è un partner strategico per l‘UK, con un ruolo nello sviluppo di tecnologie per l'accrescimento della nostra economia». Anzi, «determinanti per gli investimenti in capitale umano, per i giovani ed anche per le donne. Insomma, un investimento per le nuove generazioni».
Il confronto è stato chiuso dall'avv. Francesco Ago, vicepresidente di Diplomatia che, dopo i saluti e ringraziamenti di rito, ha annunciato che il prossimo evento sarà dedicato all'accordo sottoscritto da 54 Stati africani per il libero scambio.


Fonte: Redazione
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