05 Maggio 2024
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Austria: amb. Brabanti commemora liberazione Campo di Mauthausen

19-05-2021 10:54 - Ambasciate
GD - Vienna, 19 mag. 21 - L'ambasciatore italiano in Austria, Sergio Barbanti, accompagnato dall’Addetto alla Difesa, col. Contristano, e dall’Addetto Militare, col. Malizia, ha partecipato all’annuale commemorazione della liberazione del Campo di Mauthausen.
Il Cimitero di Guerra internazionale sorge a circa 3 chilometri dalla cittadina di Mauthausen, in Alta Austria, vicino a quello che all’epoca era il lager. Qui riposano 1.766 caduti italiani della Prima Guerra Mondiale e 1.254 caduti italiani della Seconda Guerra Mondiale. Raccolti in sei tombe comuni, giacciono anche 8.000 serbi e 55 tra inglesi, francesi, rumeni, austriaci, cechi ed ungheresi, deceduti in seguito ad un’epidemia di tifo che nel 1915 colpì il campo di prigionia operante, all’epoca, nelle vicinanze.
Come ricorda il Ministero della Difesa, i riquadri italiani sono dislocati nelle fasce laterali del Sepolcreto e fanno da cornice alla parte centrale dove, poco distante dalla Cappella votiva, sorge il suggestivo monumento in marmo di Carrara, opera dello scultore Tenente Paolo Boldrin, già prigioniero di guerra a Mauthausen.
Le tombe della 1^ Guerra Mondiale furono riordinate negli anni 1922 – 1923 in tumuli individuali distinti da croci di cemento con uno o due nominativi.
I rimanenti caduti italiani della seconda guerra mondiale, traslati dai cimiteri dell’Alta Austria, oltre che dal vicino lager, sono riuniti in un unico grande settore, a sinistra dell’entrata, creato dalla Commissione Italiana alla fine degli anni ’50.
Le sepolture raccolte in questo esteso settore, sormontate da croci individuali riportanti le generalità del caduto, appartengono ai militari e civili italiani deceduti dopo l’8 settembre 1943 nei campi di concentramento nazisti, dove erano internati. Al centro è stato collocato un grande tripode appoggiato su un massiccio basamento in granito con la scritta “Ai Caduti italiani - i Prigionieri dei Lager di Kaisersteinbruch – 1940-1945”.









Fonte: Redazione
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