05 Maggio 2024
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Ambasciata presso S.Sede: confronto su denatalità e cultura della generatività

02-05-2023 12:46 - Ambasciate
GD - Rma, 2 mag. 23 - Nell'ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, si è svolto un interessante confronto che ha preso le mosse dalla presentazione del nuovo paper della Consulta Scientifica del “Cortile dei Gentili”, intitolato “Denatalità e cultura della generatività – Contro l’inverno demografico”. La pubblicazione fa seguito all’altra dal tema “Economia, demografia, democrazia”.
Ai saluti dell’amb. Francesco Di Nitto, è seguita l’introduzione del card. Gianfranco Ravasi che ha fatto notare come la parola che più ricorre nell’Antico Testamento, dopo il nome divino Jahweh, è "ben", “figlio”, un vocabolo ebraico che deriva da "banah", “edificare, costruire”, stabilendo così un legame tra casa e famiglia, come si intuisce nel Salmo 127: «Se il Signore non costruisce (banah) la casa, invano vi faticano i costruttori… Ecco eredità del Signore sono i figli (ben), è un suo premio il frutto del grembo». Il car. Ravasi ha poi concluso citando una frase molto suggestiva del poeta indiano Tagore: «Quando nasce un bambino, è segno che Dio non si è ancora stancato dell’umanità».
La parola è passata poi ad alcuni membri della Consulta Scientifica che hanno spiegato la terza dimensione con cui hanno approfondito il fenomeno e che difficilmente si riscontra sui giornali o tra l’opinione pubblica quando si approfondisce il tema dell’inverno demografico.
Se infatti la prof. Emma Fattorini e il prof. Alessandro Rosina, da un lato, hanno ricordato come ad oggi nel nostro Paese si sia riscontrato il tasso di natalità più basso in assoluto dal 1861 e come al termine della transizione demografica in tutti i Paesi più avanzati si sia scesi sotto i 2 figli per donna, complici anche le scarse politiche familiari intraprese, dall’altro i due esperti hanno anche sottolineato come fare figli oggi sia diventato una scelta che ha bisogno di essere inserita in una comunità che la assecondi con un’idea di futuro concreta e stabile.
Il prof. Eugenio Mazzarella ha invece definito come fattore determinante anche il crescere di un individualismo che tende a far anteporre alla responsabilità di costruire e gestire una famiglia l’appagamento nella carriera e la gestione ludica del tempo libero.
A concludere il prof. Giuliano Amato che ha evidenziato come il problema demografico non abbia colore politico e come richieda lo sforzo di tutti nel trovare un’inversione di rotta. Il suo è comunque un sentore ottimista sulla questione, è convinto che le chiavi per ridare ai giovani la percezione del loro ruolo rispetto al futuro esistano ed una di esse sarà sicuramente l’emergenza del cambiamento climatico che verrà percepita dalla collettività come un faro verso l’assunzione di responsabilità generale.


Fonte: Redazione
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