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Amb. Basile: articoli filorussi su "Fatto Quotidiano" firmati 'Ipazia'

07-07-2023 15:20 - Ambasciate
Amb. Elena Basile Amb. Elena Basile
Al centro: amb. Elena Basile Al centro: amb. Elena Basile
GD - Roma, 7 lug. 23 - (Il Riformista) - Elena Basile non è una qualunque: napoletana, diplomatica di razza, ha rappresentato come ambasciatore l’Italia in Svezia, dal 2013 a 2017, ed in Belgio, dal 2017 al 2021. Per motivi di lavoro è stata prima in Madagascar, Canada, Ungheria e Portogallo. Dal 1° giugno è in pensione, dopo aver lasciato il suo ultimo incarico, quello di Ministro Plenipotenziario presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Con un contestassimo tweet ha rivelato di essere “Ipazia“, la nota ed assai discussa collaboratrice filo-russa del "Fatto Quotidiano".
«L’ex ambasciatrice dell’Italia in Svezia e in Belgio ci illustra il perfetto lavorio dei servizi russi sui nostri diplomatici all’estero», ha commentato su Twitter Marco Taradash, ex deputato che cura la rassegna stampa di Radio Radicale «Stampa e regime».
Ancora più critico il tweet di David Carretta, giornalista da Bruxelles per Radio Radicale e Il Foglio: «Diplomatica, ministro plenipotenziario, già ambasciatore in Svezia e in Belgio, ammette di aver scritto sotto pseudonimo articoli di disinformazione e propaganda pro russa. Firmati Ipazia. Sul 'Fatto quotidiano'. Tutto bene alla Farnesina? E i servizi che dicono?».
Enrico Borghi, senatore di Italia Viva, ha invece così commentato: «Inutile girarci attorno: il fatto che un alto funzionario statale, ganglio della nostra politica estera in vari Paesi-chiave, sotto pseudonimo abbia attaccato apertamente il nostro Paese, il suo posizionamento e la sua politica è grave. Perché ha disinformato. Come vuole Mosca».
Lo sen. stesso Borghi ha presentato una interrogazione parlamentare sulla vicenda, chiedendo se «il Ministro degli Esteri fosse a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative intende adottare per verificare eventuali responsabilità, ribadire la posizione del proprio dicastero ed evitare che soggetti diplomatici utilizzino gli organi di stampa per veicolare ricostruzioni in aperto contrasto con gli indirizzi della Farnesina».
Gli scritti di Elena Basile, alias Ipazia, sul "Fatto Quotidiano" avevano già fatto ampiamente discutere nei mesi scorsi. Basta leggere i titoli per capirne il contenuto: «Domande scomode sulla carneficina», «Meno bugie e più umiltà per costruire la pace» e «Tanti ucraini al macello per gli interessi di pochi», «Le democrazie ‘liberali’ e la censura di guerra», «L’antifascismo nel 2023 è dire di no alla guerra», per citarne cinque, tutti scritti al tempo in cui ci risulta che la Basile fosse una delle cosiddette “feluche”, cioè tra i diplomatici della Farnesina. Tutti con il marchio evidente di quel filone di pensiero filo russo, del “pacifintismo” alla Travaglio ed alla Orsini, quindi perfetto per Il "Fatto Quotidiano", che ha imperversato e sta ancora imperversando sui media e sui social network italiani.
Le posizioni espresse negli articoli già le conosciamo, avendole ascoltate – purtroppo – in molti talk-show e letti sui social. Ad esempio, sulla sovranità dell’Ucraina: «Sovranità territoriale significa rispetto delle frontiere, ma anche non ingerenza negli affari interni di un Paese. Sovranità territoriale significa anche rispetto per le legittime preoccupazioni di sicurezza di uno Stato».
Sulla necessità della pace: «È necessario, al fine di perseguire obiettivi strategici legati alla pace e alla prosperità, finalità primarie della costruzione europea, abbandonare la hybris occidentale e l’atlantismo muscolare che sta spianando la strada a un nuovo conflitto in Asia per Taiwan». Oppure sul 25 aprile: «Oggi dopo aver tutti insieme celebrato il Venticinque Aprile, si ritorna a stigmatizzare il dissenso e le posizioni minoritarie, si inneggia alle vittorie militari degli ucraini in campo di battaglia quale avamposto dell’Occidente, si demonizza l’avversario politico alimentando l’odio, si distrugge la libertà di stampa censurando come disinformazione le posizioni diverse dalla narrativa occidentale, si ricorre alla retorica per far presa sulle emozioni delle persone, si rifiuta il discorso razionale e la ricostruzione storica degli accadimenti con la arroganza e la presunzione di chi si considera parte di una civiltà superiore». Sul riarmo: «Potrebbero i politici e gli analisti che fingono di condividere il mito di una difesa europea spiegare ai cittadini dove sono gli interessi europei che perseguiamo armando Kiev e spingendola a una guerra che decimerà un’intera generazione di ucraini?».
Proprio oggi, il nostro quotidiano ha dedicato una pagina intera alle attività di disinformazione russa all’estero ed alla vicenda, tutta ancora da chiarire (ma che precisiamo, è evidente non c’entra nulla con la vicenda sopra riportata), delle ingenti somme dei contanti all’estero in dotazione all’Ambasciata a Roma: uno di cronaca a firma di Alessio De Giorgi ed uno di commento a firma di Paolo Guzzanti.
In serata la precisazione della Farnesina (che in realtà non aggiunge nulla di nuovo a ciò che già sapevamo ed avevamo scritto): Elena Basile «non è più dipendente del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, e non riveste alcun ruolo all’interno dell’Amministrazione. Le manifestazioni pubbliche della dottoressa Basile non riflettono in alcun modo la posizione del governo né del Ministero degli Esteri, e sono pertanto espresse a titolo puramente personale».
Con buona pace dei diplomatici che – come naturalmente può accadere – non sempre condividono le scelte del loro Paese e che però non scrivono le loro idee su quotidiani nazionali, magari con uno pseudonimo, indebolendo così l’azione diplomatica del loro “datore di lavoro”.

https://www.ilriformista.it/elena-basile-ex-ambasciatrice-italiana-in-belgio-rivela-che-a-scrivere-pezzi-filo-russi-sul-fatto-era-lei-pseudonimo-usato-ipazia-367345/

Fonte: Il Riformista
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