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AHK Italien: imprese italo-tedesche tengono, ma temono peggioramento

09-11-2023 16:53 - Economia
Monica Poggio, presidente di AHK Italien Monica Poggio, presidente di AHK Italien
GD - Milano, 9 nov. 23 – Le imprese italo-tedesche tengono, ma temono un peggioramento della condizione e sono pessimiste sulla congiuntura. In occasione del tradizionale “Business Outlook”, la Camera di Commercio Italo-Germanica AHK Italien ha presentato oggi i dati di un sondaggio sulle aspettative di business delle aziende tedesche in Italia per il prossimo anno, nell’ambito delle survey periodiche realizzate dalle camere di commercio tedesche all’estero.
Le evidenze del sondaggio sono state al centro di una tavola rotonda di vertici aziendali, con Nazzarena Franco (DHL Express), Mara Panajia (Henkel), Vincenzo Trabace (Lanxess) e Matteo Zucchi (ZF).
Nel valutare la propria situazione attuale, più del 90% delle imprese la ritiene buona o soddisfacente, ma il 7,6% del campione che valuta negativamente le proprie condizioni attuali di business, un dato in deciso aumento rispetto alle rilevazioni precedenti e aggravato dal fatto che, nella proiezione a 12 mesi, è circa un’azienda su quattro a temere condizioni peggiori per la propria situazione economica.
In linea con questa valutazione, il 45,9% delle imprese prevede una congiuntura in calo, mentre è circa la metà dei rispondenti (49,1%) a prevedere una situazione di stabilità congiunturale.
In un quadro di prospettive economiche che destano preoccupazioni, emerge una situazione molto diversificata in tema di investimenti: il 26,2% del campione li prevede in aumento e circa la metà (49,2%) intende mantenerli stabili, ma un quarto delle imprese (24,6%) dichiara che nel prossimo anno non investirà o ridurrà le risorse investite. Positive, invece, le prospettive occupazionali (stabilità per 57,4%, crescita per il 36,1%).
Tra le aree di investimento segnalate, spicca l’ambito sales & marketing (41%), seguito da R&S e processi produttivi (21,3%), con un 19,7% di imprese che non dichiara alcuna area specifica destinataria di particolari risorse.
In linea con le prospettive sullo sviluppo della congiuntura, il primo fattore di rischio segnalato dalle imprese riguarda il calo della domanda (60,7%), legato all’inflazione e all’aumento dei tassi di interesse, con una conseguente diminuzione del potere d’acquisto dei consumatori. Seguono la mancanza di personale qualificato, che mette in luce ancora una volta il gap tra formazione e lavoro rilevato dalle aziende, e le scelte politico-economiche, entrambi al 41%. Si ridimensionano i rischi relativi ai prezzi dell’energia (34,4%) e delle materie prime (27,9%).
Andando ad approfondire il tema della carenza di personale qualificato, è un’azienda su due che fatica a trovare risorse con competenze adeguate per i processi di trasformazione digitale e ambientale, con il 39,3% che rileva questa difficoltà per le operazioni quotidiane legate al proprio core business.
«Non siamo sorpresi dai timori legati allo sviluppo della congiuntura, con un ritorno del calo della domanda in cima alle preoccupazioni delle aziende, un dato che non osservavamo dalla prima ondata della pandemia», ha dichiarato Monica Poggio, presidente AHK Italien e amministratore delegato di Bayer in Italia. «I dati parziali del 2023 mostrano che l’interscambio Italia-Germania rimane stabile, ma è chiaro che le aziende risentono di un contesto più ampio di incertezza e di timori legati al quadro europeo di inflazione. In questo scenario, occorre continuare a investire in formazione e transizione per assicurare competitività e innovazione, ma quest’azione è da coordinare su più livelli inserendola in una precisa strategia industriale a lungo termine».


Fonte: Redazione
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