05 Maggio 2024
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Afghanistan: riapre a Kabul scuola italiana per studenti sordi di Pangea

05-09-2021 12:21 - Arte, cultura, turismo
GD – Kabul, 5 set. 21 – La scuola per sordi di Kabul gestita dall’associazione milanese Pangea ha riaperto dopo la chiusura imposta dalla conquista del potere da parte dei Talebani. Sono 590 i bambini e ragazzi fino ai 18 anni che la frequentano, per molti di loro la sordità è una conseguenza dei matrimoni tra consanguinei.
In un quartiere periferico di Kabul, Arzan Quemat, c’è una scuola molto silenziosa e piena di vita, popolata da persone che si parlano solo attraverso segni e gesti. Vi sono quasi 600 alunni, di età variabile da un anno ai 18, sia femmine che maschi, e tutti sono affetti da un particolare handicap: sono sordi. Provengono da diversi quartieri di Kabul e questa scuola è un po’ un sogno per loro. Un luogo speciale perché se non vi fosse nessuno ad aiutarli sarebbero completamente emarginati, destinati alla solitudine e ad una violenza familiare e sociale insostenibile.
La scuola è gestita dall’Associazione Nazionale di sordi (ANAD) nata nel 2004 da un gruppo di giovani donne e uomini sordi che, dopo aver lottato per un decennio, ha ottenuto il terreno dalla municipalità di Kabul dove ha poi costruito la scuola.
All’interno di essa vi lavorano come insegnanti e personale dirigente 35 donne e 15 uomini dedicati e competenti, anch’essi in parte sordi. Insegnano ai bambini il linguaggio dei segni, a contare, a comunicare e ad esprimersi con il corpo, nelle emozioni e nei bisogni, tra loro, con i familiari e con chi è intorno.
L’incontro tra Fondazione Pangea e ANAD ha creato un nuovo percorso di sviluppo e dato vita a nuove prospettive. Col tempo la scuola è diventata non solo un luogo di formazione, ma anche di emancipazione per le piccole studentesse. “Tre anni fa”, come raccontano i responsabili di Pangea, “le bambine ci hanno chiesto di giocare a calcio come i maschi, una richiesta che può sembrare banale ma che a Kabul è rivoluzionaria. Abbiamo ottenuto l’autorizzazione dalle famiglie, spesso molto povere, e ci è stata data senza problemi. Quello che è successo è stato incredibile: le ragazzine, anche le più timide, hanno tirato fuori una grinta pazzesca, imparando il concetto di squadra e divertendosi fino allo sfinimento”. Il gruppo delle piccole sportive però non potrà più tirare calci a un pallone, non gli sarà concesso dai talebani. Così come le classi non saranno più miste.
“Oggi però per noi è un bel giorno”, dicono a Pangea, “ora l’importante è che i corsi di studio riprendano con intelligenza e cautela”. Un ruolo cruciale nei passaggi che hanno portato alla riapertura ce l’ha avuto il preside: “Un uomo con una doppia disabilità perché é cieco e sordo, molto illuminato e amatissimo dai ragazzi che quando gli stanno intorno sorridono e lo vedono come un esempio di forza. Lui e noi abbiamo fatto tante promesse agli studenti e vogliamo mantenerle. Gli insegnanti sono tutti afghani, uomini e donne”, dicono.
I giovani possono frequentare corsi di inglese e di informatica, trucco, sartoria, meccanica e per diventare parrucchieri.
Durante il lockdown questa scuola è rimasta un presidio contro la fame. “A fine maggio del 2020 è stata chiusa, ma gli studenti continuavano a venire nel piazzale della scuola per avere un pasto perché a casa non ce l’avevano. Così abbiamo autorizzato il cuoco a continuare a distribuire cibo anche se le lezioni erano sospese”, spiegano a Pangea.

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