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Accademia Romania: Iulia Ghiță: "He Failed To Save the One He Loved Most"

02-04-2021 13:22 - Arte, cultura, turismo
GD - Roma, 2 apr. 21 - L'Accademia di Romania a Roma propone la mostra d'arte contemporanea dedicata a Iulia Ghiță: "He Failed To Save the One He Loved Most", a cura di Marta Silvi. L'inaugurazione è in programma lunedì 12 aprile, dalle ore 14.00 alle ore 20.00 soltanto su prenotazione, al l'ink: info@albumarte.org. La mostra resterà aperta fino al 26 aprile con ingresso contingentato secondo le regole sanitarie dell’emergenza Covid–19, dal lunedì al venerdì ore 15.00 – 19.00.
Tra il 12-26 aprile 2021, l'Accademia di Romania in Roma e AlbumArte, in collaborazione con l'Accademia di Belle Arti di Roma e con il sostegno dell'Istituto Culturale Romeno, organizzano la mostra personale dell’artista Iulia Ghiță dal titolo "HE FAILED TO SAVE THE ONE HE LOVED MOST", a cura di Marta Silvi.
Esattamente un anno fa AlbumArte diramava il comunicato di una mostra che il primo lock down avrebbe costretto poi a cancellare, relegandola nell’etere dei progetti sospesi. Il lavoro di Iulia Ghiță non si è però interrotto, bensì ha rafforzato le sue domande e arricchito la possibilità delle sue risposte, approfondendo temi e argomenti in nuce al lavoro stesso, rendendoli particolarmente aderenti alle riflessioni scaturite in questo tempo difficile e dilatato.
“Il lavoro di Iulia Ghiță ha un forte carattere installativo, anche quando impiega il disegno e la pittura, così come la fotografia e il video. L’artista è interessata al rapporto/conflitto/tensione che si innesca tra il limite della misura umana e il tentativo di dare una forma finita a cose incomprensibili.”
Misura umana e cose incomprensibili sono il binomio caratterizzante, i due poli di tensione che generano il campo di ricerca su cui da sempre l’artista indaga e che, quest’ultimo anno con maggiore evidenza, è diventato orizzonte e limite di considerazioni quotidiane. Iulia esplora vie di conoscenza difficili da accettare come tali: sogni, rivelazioni, premonizioni, profezie, visioni. L’artista si interroga su forma e collocazione che temi sconfinati come la fiducia e la conoscenza possono assumere".
La mostra si sviluppa intorno a tre corpi di opere: due videoinstallazioni multicanale che riprendono diversi angoli della natura, LANDSCAPE2 (2017/2018) e LANDSCAPE4 (2018-20), e numerosi disegni su carta a parete che si intersecano a tratti con le stesse proiezioni, Life from herself (understood) (2016/20), Closed circle (2018-20), Untitled (2020), There was a beautiful vase at her home/the truth resides in the object, not in the word (2019).
I lavori, a prescindere dal medium impiegato, esasperano lo sguardo ammirato verso la natura circostante come una via di conoscenza alternativa all’indagine e alla pretesa di empatia. Un modo di vedere e di intendere la vita “così com’è” ritrovato successivamente dall’artista nelle teorie del filosofo svizzero Paul Häberlin, che allo stesso modo raccontava l’esistenza umana.
Oltre al progetto originario, la mostra si è arricchita di una forte componente pittorica e narrativa scaturita intorno al tema della cura, della terapia nel senso etimologico del termine, ispirata all’approfondimento di una figura cui da tempo Iulia Ghiță sta rivolgendo la sua attenzione: l’arcivescovo San Luca, al mondo Valentin Feliksovič Vojno-Jaseneckij, vissuto in territorio russo tra il 1877 e il 1961, noto per le sue importanti conquiste scientifiche nel campo medico chirurgico e per la profonda pìetas che ha accompagnato la sua vita e le sue azioni, che ispira la grande tela THEY BELIEVED THAT THE MERE TOUCH WOULD HELP THEM HEAL FROM ANY ILLNESS.
Cosa può l’arte davanti a situazioni critiche, di bisogno fisico? L’artista sembra porsi un quesito esistenziale semplice quanto fondamentale. La risposta non è ovvia né univoca e va anzi stimolata in maniera collettiva.
Iulia Ghiță è nata a Oltenita, Romania, nel 1986, vive e lavora in Abruzzo. Si è laureata all’Università di Arte di Bucarest nel 2008 e all’Accademia di Belle Arti di Roma nel 2011. Tra le più recenti mostre e partecipazioni, nel 2019: 3650, Ex Elettrofonica, Roma; AlbumArte 20x20, 2019, AlbumArte, Roma; AUGUST Life from herself (Understood), Studio Giudecca 860, Giudecca, Venezia (mostra personale); Life from herself (Understood), Alviani Art Space, Pescara (mostra personale); Tutto a posto tutto bene, Galleria Nazionale di Cosenza, Cosenza; Entasi, mostra promossa da Arco di Gallieno, Acquario Romano, Roma; Vis-a-vis, La Nube di Oort, Roma. Nel giugno 2021, una mostra di Iulia Ghiță sarà presentata in anteprima al Museo Nazionale del Contadino Romeno. L'installazione e l'accompagnamento del libro d'artista sulla collezione del museo sono curate da Cornelia Lauf, in una serie coordinata da Ilina Schileru.
Marta Silvi è critica e curatrice indipendente. Laureata in Storia dell’Arte Contemporanea alla Sapienza Università di Roma, ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Storia delle Arti Visive e dello Spettacolo all’Università di Pisa con una tesi sul reimpiego delle immagini in movimento. Nel 2007 è stata finalista alla II Edizione del Premio Nazionale DARC MAXXI per la storia e la critica dell’arte italiana contemporanea. Tra il 2008 e il 2012 è stata co-direttrice della galleria Monitor a Roma. Ha contribuito a pubblicazioni universitarie internazionali e ha partecipato al libroCinema d’Artista di Maria Rosa Sossai, Silvana Editoriale, 2009. È stata prima assistente e poi curatrice per diverse mostre in Italia e all’estero.
AlbumArte è uno spazio indipendente e non profit con sede a Roma che si caratterizza per le sue collaborazioni internazionali e i suoi cicli di approfondimento sui vari linguaggi del contemporaneo, offrendo gratuitamente al pubblico un programma di progetti indipendenti da vincoli commerciali e da collezioni pubbliche o private. È una piattaforma inclusiva per nuove proposte artistiche contemporanee di artisti italiani e internazionali, che riguardano videoarte, pittura, fotografia, scultura, installazioni, performance, sound art, privilegiando nella sua ricerca artisti e curatori giovani o emergenti.


Fonte: Redazione
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