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A Palazzo Borromeo presentato libro sul cerimoniale di Enrico Passaro

12-09-2021 15:34 - Ambasciate
GD - Roma, 12 set. 21 - A Palazzo Borromeo, sede dell'ambasciata d'Italia presso la Santa Sede, si è svolta la presentazione del libro “Non facciamo cerimonie! A spasso nelle vicende del protocollo di Stato” (Editoriale Scientifica), di Enrico Passaro, che cura il cerimoniale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Dopo i saluti istituzionali dell'ambasciatore d'Italia, Pietro Sebastiani, sono intervenuti Mons. Leonardo Sapienza, reggente della Prefettura della Casa Pontificia; Gianni Letta, già sottosegretario alla Presidenza del Consiglio; Massimo Sgrelli, già Capo Dipartimento del Cerimoniale Presidenza del Consiglio.
La moderazione è stata affidata a Gianmarco Trevisi, giornalista vicedirettore Radio RAI.Come ha detto Massimo Sgrelli, "il 'cerimonialista' è un professionista delle forme pubbliche, delle quali diventa custode ed attuatore, per garantire quella imparzialità che la Costituzione invoca nella gestione della cosa pubblica, divenendo egli il tutore di quei valori istituzionali invocati nel nobilissimo articolo 54 della Carta, che invoca disciplina ed onore nell'esercizio delle funzioni pubbliche.
Nel volume, Enrico Passaro spiega come funziona il protocollo delle istituzioni, senza pretese didascaliche o nozionistiche, ma ricordando esperienze, sensazioni, con tuffi nel passato e richiami all'attualità e alla cronaca, descrivendo il ben fatto e il meno bello dell'Italia di un tempo e di quella d'oggi.
Il cerimoniale è un lavoro di responsabilità, impegnativo, ma da privilegiato. Non perché si è vicini a uomini di potere, ma perché, attraverso le regole e il protocollo di Stato, si attraversa e si ripercorre la Storia, si risveglia la Memoria, si valorizzano gesti simbolici che sono alla base dell'identità di un popolo; si conoscono e si apprezzano valori e motivazioni di altri mondi e di altre civiltà.
L'autore racconta fatti e persone senza enfasi, in presa diretta, anche con una certa autoironia, a volte emozionandosi, o commuovendosi, talvolta irritandosi o sorridendo per situazioni particolari che, attraverso il cerimoniale e una comunicazione esasperata, si mettono in evidenza.
Il libro è suddiviso in quattro parti. Ognuna con “medaglioni” di riferimento, che fanno riflettere su quanto le forme siano spesso sostanza.
La prima: “Tra regole e prassi” (Cerimoniando e protocollando) è una sorta di lezione di educazione civica vissuta, attraverso riti e tradizioni istituzionali consolidate, come il passaggio della campanella tra premier uscente e il subentrante, le procedure per l'insediamento di un nuovo governo, l'uso corretto e pertinente della Bandiera e dell'Inno nazionale; ma anche il “posizionamento” dei vip nelle cerimonie ufficiali.
Nella seconda, “Dentro la Storia e le tradizioni” (Cerimoniando nella Memoria), sono ripercorsi episodi di vita vissuta, di eventi, anniversari e celebrazioni ufficiali: dall'Altare della Patria alla Memoria delle Fosse Ardeatine; da L'Aquila e altri terremoti alla cultura a Matera; dalle manifestazioni rievocative a Ventotene per l'Europa al Binario 21 di Milano, con i ricordi drammatici delle deportazioni ad Auschwitz-Birkenau, a Mauthausen, a Bergen-Belsen, a Fossoli, campi di concentramento e campi di sterminio.
La terza parte, “Protocollo ma non solo…Cerimoniando in allegria”, rivela episodi particolari nel rigoroso formalismo, tra regole consolidate e condivise nel tempo, come il divieto delle gambe accavallate, nel corso degli incontri ufficiali (norma per decenni rigorosa, ultimamente in disuso), oppure, nei vertici mondiali, la presenza a volte rumorosa e invasiva di tablet e smartphone.
Infine, un'appendice su “Usi, costumi e cerimoniale al tempo del coronavirus”, con il ricordo di una polmonite batterica sofferta personalmente e superata da Enrico Passaro (non senza apprensione; ai piani alti di Palazzo Chigi).
I capitoli sono completati con una immagine, in riferimento al tema trattato; come nel caso dell'annuale cerimonia a Reggio Emilia, il 7 gennaio, per la ricorrenza della giornata nazionale della Bandiera, istituita con Legge 31 dicembre 1996 (n.671), per celebrare la nascita del Tricolore d'Italia, nella città emiliana, adottato il 7 gennaio 1797 dal Parlamento della Repubblica Cispadana.
Non manca una parte dedicata alla “Etichetta internazionale”. Alcune regole di comportamento sono rigorose e anche da esse dipende il buon esito di un negoziato. Una foto è dedicata alla stampa: perché non c'è evento senza la partecipazione dei giornalisti. Così anche il cerimoniale moderno deve adattarsi alle esigenze della comunicazione. “È il gioco delle parti", scrive Passaro, noi facciamo il nostro mestiere, i giornalisti il loro. E ci rispettiamo”.
Come scrive nella presentazione Massimo Sgrelli , ora direttore scientifico dell'Accademia del Cerimoniale, Enrico Passaro si è dedicato, in questo gradevole volume, a descrivere con sapienza il retroscena delle formalità pubbliche. Così coinvolge il lettore nella descrizione di eventi ufficiali e di impegni di Stato, con la “levità” del narratore che vi assiste dall'esterno, pur essendone l'organizzatore.
Secondo Sgrelli, Passaro raggiunge, in questo modo, lo scopo di condurre dentro le regole del cerimoniale, attraverso la loro applicazione sul campo, raccontando di protagonisti e collaboratori nel vivo della propria azione.
Enrico Passaro, dal 2009, si occupa di attività protocollare per la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Attualmente è responsabile dell'Ufficio del Cerimoniale di Stato e per le Onorificenze. È giornalista pubblicista.

Fonte: Redazione
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