05 Maggio 2024
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A Lete Semadeni il Gran Premio svizzero di letteratura 2023

25-02-2023 10:51 - Arte, cultura, turismo
GD – Milano, 25 feb. 23 - Le Edizioni Casagrande segnalano che la scrittrice grigionese Leta Semadeni (Scuol, in Engadina, 1944) ha vinto il Gran Premio svizzero di letteratura 2023 per l’insieme della sua opera, segnata da una scrittura in cui si incontrano lingua romancia e tedesca, prosa e poesia. Di Leta Semadeni, Casagrande ha pubblicato il romanzo “Tamangur “ (2017), nella traduzione di Laura Bortot, a oggi la sua unica opera disponibile in italiano. Ha studiato lingue all’Università di Zurigo. Dopo aver lavorato come Docente ed aver soggiornato in America latina, a Parigi, a Berlino e a New York, dal 2005 soggiorna a Lavin.
“Leta Semadeni dà forma al bilinguismo e al plurilinguismo letterario in modo creativo, produttivo e significativo per la sua poetica. Con due libri per bambini e un volume pubblicato dalle ESG, vincitore del premio di poesia per l’infanzia Josef Guggenmos, il suo lavoro Che attraversa vari generi si rivolge a un vasto pubblico. La sua scrittura multiforme arricchisce la letteratura romancia, tedesca e tutta la letteratura svizzera”.
Il nonno è morto da poco e alla nonna manca terribilmente. Con la nonna ora vive la nipote, anche lei tormentata da un’assenza, quella del fratellino portato via dalla corrente del fiume. Nonna e bambina cucinano, fanno il bucato, qualche volta ricevono ospiti. Non si separano mai. Il paese è stretto, un incavo tra le montagne, popolato da capre altezzose, spazzacamini sinistri e personaggi strambi. Lassù, a due passi dal cielo, c’è Tamangur, la foresta di pini cembri più alta d’Europa, per la gente del luogo il regno dei morti. Strutturato in brevi capitoli, quasi istantanee di vita quotidiana, “Tamangur” racconta attraverso gli occhi della bambina questo mondo in miniatura, e le parole sono quelle dell’infanzia, fantastiche e disarmanti, definitive.
«Tamangur è il paradiso dei cacciatori, e il nonno, anche lui cacciatore, ha davvero meritato di poter entrare in quel paradiso. Ci sono uomini che mi hanno rubato il tempo, dice la nonna, ma il nonno me lo ha restituito doppio e triplo».
Scrivere in più lingue, autotradursi, essere tradotta: la produzione di Leta Semadeni, che comprende opere di poesia, prose brevi e romanzi e libri per l’infanzia, nasce e si sviluppa in uno spazio di risonanza fra lingue diverse. Le sue poesie, raccolte in sei volumi, sono comparse su riviste letterarie e antologie di tutte le regioni linguistiche della Svizzera, in Germania, Inghilterra, Spagna, Repubblica Ceca e Lituania. Quasi tutte sono state scritte in due versioni: in romancio e in tedesco. Non si tratta semplici traduzioni, però di creazioni linguistiche autonome, ma di di uno scambio dialogico, in cui di volta in volta si attinge ai mezzi stilistici e ludici dell’una o dell’altra lingua. La forza poetica non emana solo dal singolo testo ma anche dalla tensione tra le due versioni. Grazie alle traduzioni in francese, italiano, inglese, albanese e islandese lo spazio semantico poetico si espande in un vasto campo di sperimentazione letteraria: gli ostacoli linguistici, l’inesprimibile e i limiti della traducibilità vengono esplorati come mezzi poetici.
Il tratto comune dell’opera della scrittrice engadinese nei vari generi in cui si esprime è la presenza e l’importanza degli animali, che, come leggiamo in Bes-chas / Tiere, s’insinuano sempre furtivi nei suoi testi: «Adüna darcheu / aintran / luotin / bes-chas / aint in meis destin», «Immer wieder / schleicht ein Tier / durch meine Texte». In molte poesie gli animali sono fulcro e cardine, talvolta controparte concreta, talvolta creatura fiabesca. Appaiono nei sogni, traspongono pensieri e sentimenti. Dal confronto intenso con gli animali scaturisce una profonda identificazione, il desiderio di una fusione spirituale e persino una metamorfosi reale o immaginaria: “In meinem Leben als Fuchs / war ich alles und alles / war ich”, “Nella mia vita di volpe/ ero tutto e tutto/ ero”. Il dialogo con gli animali esprime la ricerca e il desiderio di un olismo intrinseco, in cui i sensi sono acuiti e le percezioni sottili, il desiderio di essere “costantemente là / dove la zampa tocca la terra», «immerfort da /wo die Pfote die Erde berührt”. Potrebbe essere un programma poetico: l’attenzione e la riduzione all’essenziale sono i fondamenti della scrittura lirica, così come il possibile effetto della poesia su chi legge.
La concentrazione linguistica e il motivo comune del bestiario sono ugualmente presenti nei libri per bambini di Leta Semadeni e nelle sue opere in prosa “Tamangur” (2015) e “Amur, großer Fluss” (2022). Gli animali rivestono un ruolo sostanziale negli intrecci di questi romanzi costruiti come dei collage. Tradotta in francese, italiano, spagnolo, ceco, inglese e russo, anche la sua prosa crea delle risonanze con altri spazi linguistici.

Carlo Franza

Fonte: Carlo Franza
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