05 Maggio 2024
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Via della Seta: Friuli-VG, Nicoli (FI), «nessuno sviluppo commerciale da rapporti con Cina»

09-04-2020 13:43 - Economia
GD - Trieste, 9 apr. 20 - La Via della Sera pare essere una scatola vuota. Lo sostiene in una nota Giuseppe Nicotri, capogruppo di Forza Italia nel Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia. «Sinora gli accordi diplomatici e commerciali con la Cina non hanno prodotto l'attesa Nuova Via della seta: è passato circa un anno dall'avvio dei rapporti che, nelle previsioni dell'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico orientale, avrebbero dovuto sviluppare un imponente traffico merci tra il porto di Trieste e la Repubblica popolare, ma ancora tutto è sulla carta», ha detto commentando quanto apparso sulla stampa circa il "congelamento", ricondotto alla pandemia di Coronavirus, dell'annunciata piattaforma per esportare in Cina il vino del Nord Est.
«Forza Italia è sempre stata critica sui rapporti con la Cina sui quali, invece, l'Autorità di sistema cerca sempre di portare attenzione, da quand'era in carica il Governo gialloverde, che ha dato il via alle intese, sino alla mozione approvata in Consiglio regionale sulla necessità di monitorare gli sviluppi di questa iniziativa, considerando le diversità di sistemi valoriali tra i due Paesi in campo. Sinora», prosegue il capogruppo di Froza Italia, «gli accordi commerciali non pare abbiano consegnato risultati apprezzabili e non sembravano esserci novità significative, se non annunci, ben prima dell'emergenza Covid-19».
L'esponente politico ha poi ricordato che «in Cina questa emergenza sanitaria non ha comportato l'isolamento dell'intero Paese, dove si continua a produrre, ma della sola regione dov'è partita la pandemia che sta vivendo tutto il mondo. La Cina ci invia medici e mascherine per dimostrare il suo altruismo, per dimostrare che tiene al nostro benessere, ma non posso continuare a non pensare che l'obiettivo a lungo termine del governo comunista cinese, peraltro già concretizzatosi in altre parti del continente, sia quello di impossessarsi di importanti infrastrutture nel Mediterraneo unicamente per agevolare le proprie esportazioni di prodotti a basso prezzo e qualità: una concorrenza insostenibile per le nostre realtà, che metterà in crisi il mercato interno dell'Europa e degli stati che la compongono».
Il consigliere Nicoli conclude affermando che «sembra evidente che il rapporto non funzioni e la bilancia commerciale continui a pendere nettamente dalla parte degli interessi cinesi, con l'attuale beneficenza all'Italia e all'Europa che appare fatta per mero ritorno mediatico. Questa pandemia sì cambierà molte cose, compresa la nostra economia, ma la via non è quella di subire il modello dittatoriale cinese di una manodopera a due euro l'ora, bensì quella di valorizzare i prodotti regionali e italiani».


Fonte: Redazione
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