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UE: Conte, non mettiamo in discussione istituzioni comunitarie

22-10-2018 17:36 - Europa
GD - Roma, 22 ott. 18 - “Noi siamo assolutamente in Europa, vogliamo dialogare con le istituzioni europee in spirito di leale collaborazione, con dialogo costruttivo. Non mettiamo in discussione il ruolo della Commissione e delle istituzioni comunitarie”: è quanto ha affermato il Governo italiano nella lettera inviata dal ministro Giovanni Tria alla Commissione UE a Bruxelles in risposta al monito consegnato da Pierre Moscovici la settimana scorsa. Lo ha riferito il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella conferenza stampa con i corrispondenti stranieri in Italia.
“Abbiamo spiegato le motivazioni della manovra, la direzione della nostra politica economica, i nostri obiettivi. Noi siamo disponibili a sederci ad un tavolo per proseguire nell’interlocuzione con l’unione europea”, ha aggiunto Conte.
Il presidente del Consiglio ha affermato che “faremo di tutto per rispettare” i tetti di sforamento decisi e già comunicati a Bruxelles, a cominciare dal 2,4% dell’anno prossimo, ma “siamo disponibili a valutare un loro contenimento”.
“Se dovessimo andare in difficoltà adotteremo dei tagli di spesa per rientrare negli obiettivi prefigurati, ma una patrimoniale è assolutamente esclusa”, ha precisato poi in risposta ad una precisa domanda.
In caso di avvio di un procedimento di infrazione nei confronti dell’Italia, la reazione del Governo, ha aggiunto il premier, sarà di “sedersi al tavolo” con la Commissione “per spiegare i motivi che sono alla base della magra decisa dall’Italia e la sua portata in termini di crescita del prodotto interno lordo”.
“Voglio augurarmi che tutti assumiamo un tono confacente a descrivere un Paese che sta viaggiando in modo molto responsabili verso obiettivi precisi. Io prendo sul serio la preoccupazione dei leader europei ma anche quella dei cittadini italiani che hanno votato questo governo”, ha aggiunto Conte.
A chi gli ha fatto notare che qualche ministro ha detto che “dei trattati europei ce ne infischiamo”, Conte ha replicato che “l’Italia non denuncia i trattati. L’Italia è Paese fondatore e vuole un’Europa ancora più ambiziosa e solidale. L’Europa sta rischiando molto perché non interpreta il sogno europeo, perché c’è una frattura tra i trattati europei e i cittadini, come i trattati di Nizza, di Maastricht. Sono anni che l’Europa langue, siamo in una fase di debolezza. Dal punto di vista politico, richiamare i trattati è miopia. il problema è che serve valutare le cause di tutto questo e rilanciare l’Europa…”.
Conte ha poi spiegato i toni spesso sopra le righe di alcuni dei suoi ministri, comprese le critiche alle istituzioni di cui oggi sono i garanti, con il fatto che l’attuale “esperienza di Governo è sorretta da due forze, chiamate sovranità e populiste, che sono state fino a ieri anti-sistema. Ma non vogliono scardinare lo stato di diritto. Non mettono in discussione ‘la Legge’ ma molte leggi. Noi non vogliamo l’anarchia - ha precisato - ma migliorare il sistema”.
Riferendosi ad alcune accuse estere, secondo cui l’Italia sarebbe un Paese razzista e xenofobo, Conte ha aggiunto che sull’immigrazione “Stiamo portando avanti una legge che è diversa da quella del passato. Chi dice che siamo xenofobi dice una cosa grave. Un’accoglienza indiscriminata non è funzionale, l’accoglienza va vista in una strategia complessiva compresa l’integrazione. E’ un segnale diverso rispetto al passato. l’Italia non è più in grado di fare da sola. Aspettiamo che la solidarietà europea, finora a parole, diventi concreta”.


Fonte: Carlo Rebecchi
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