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Stampa estera: Premi Globo d’oro 2020 a Favino, Bruni Tedeschi, “Volevo Nascondermi” e Sandra Milo

15-07-2020 16:52 - Persone
GD - Roma, 15 lug. 20 - Pierfrancesco Favino e Valeria Bruni Tedeschi i migliori attori; “Volevo Nascondermi”, la storia del pittore Antonio Ligabue, il miglior film; i fratelli Damiano e Fabio D'Innocenzo premiati insieme per la migliore sceneggiatura e migliore regia di “Favolacce”: questi, insieme con Sandra Milo Premio alla Carriera, i "laureati" della 60a edizione del Globo d'oro 2020, uno dei premi più antichi e prestigiosi del cinema italiano, assegnato da una giuria di più di 50 giornalisti dell'Associazione Stampa Estera in Italia.
Cancellata causa coronavirus la tradizionale premiazione stile festival, i premi sono stati consegnati ai vincitori in alcune delle sale cinematografiche della Capitale, ancora chiuse. I video delle premiazioni montati da Silvio Puccio - una suggestiva carrellata di clip intime ed emozionanti, nelle quali le stelle del cinema italiano vanno oltre i canonici ringraziamenti, e riempiono i cinema vuoti delle loro parole e speranze - sono visibili da oggi sul sito del Globo d'Oro.
"Non c'è posto migliore delle sale cinematografiche per celebrare il cinema italiano", hanno spiegato per il Comitato Cinema del Globo d'Oro Alina Trabattoni (Eurovision) e Claudo Lavanga (NBC NEWS), "soprattutto in un momento difficile come questo. Speriamo che aver fatto entrare per primi, nelle sale chiuse durante il lockdown, i protagonisti del cinema italiano sia di buon auspicio per il futuro".
A sbancare come miglior attore è Pierfrancesco Favino per la sua interpretazione in "Hammamet", l'attore romano stringe il premio seduto su una delle poltrone del "Greenwich" a Testaccio, il suo quartiere. Qui lancia un messaggio perché le barriere che bloccano oggi i cinema e lavoratori dello spettacolo cadano presto. Favino ha detto: "Ricevere questo premio rappresenta un'occasione unica per me, soprattutto in questo momento in cui il cinema vive una situazione difficile. Ho scelto questo cinema perché è il cinema del mio quartiere, non vedo l'ora che cadano queste distanze, queste barriere, e che si torni a dire 'zitti!' nel buio della sala, gomito a gomito".
Il volto femminile a vincere la statuetta come miglior attrice è Valeria Bruni Tedeschi, protagonista di “Aspromonte, la terra degli ultimi”, che ha salutato i giurati con il suo contagioso sorriso: "Questo premio è stata una bella sorpresa, il film di Mimmo Calopresti lo trovo bellissimo. La nostra amicizia è fondamentale per me e questo Globo d'Oro è come un albero sul nostro cammino. Il premio è un riconoscimento, essere premiati è come ricevere delle carezze, è come incontrarsi, e per me il cinema è prima di tutto l'incontro".
Per i giornalisti esteri, il miglior film è stato “Volevo nascondermi”, la storia del pittore Antonio Ligabue, diretta da Giorgio Diritti. Il regista è stato accolto tra le file del "Tibur", nel quartiere di San Lorenzo, un cinema storico e di resistenza culturale nel quale il regista ha voluto ricordare proprio l'importanza di riaprire e far ripartire il cinema: "questo riconoscimento ha un enorme valore nel nostro paese e all'estero. Questo premio ha senso che sia anche una buona occasione per far ripartire il cinema, io lo sento come un segno per tutti quanti, come me, amano il cinema e amano calarsi nel silenzio per condividere un sogno, un'immaginazione, un'esperienza".
Il film “Volevo nascondermi” vince anche la miglior fotografia, firmata da Matteo Cocco. "Sono un italiano che vive all'estero e mi emoziona e mi onora ricevere questo premio proprio dall'Associazione della Stampa Estera in Italia, ha un grande significato per me. Ritrovarmi poi in una delle sale che più ho frequentato e scoprirla vuota è per me motivo di grande tristezza, penso che questo premio debba essere di buono auspicio per la rinascita del cinema e delle sale cinematografiche".
In linea con la tradizione favolistica e narrativa, i fratelli Damiano e Fabio D'Innocenzo con “Favolacce” hanno ricevuto i premi alla migliore sceneggiatura e alla miglior regia. Tra le poltrone del cinema "Quattro Fontane", nell'omonima via nel centro di Roma, i registi hanno ribadito quanto sia importante incontrarsi in un cinema in questo periodo: "Il 'Quattro Fontane' è un cinema che amiamo tantissimo; è come fosse un parente, siamo onorati di celebrarlo con questo premio. Scoprire come questo film sia stato riconosciuto da chi appartiene ad altre culture, riuscendo a connettersi con i temi in senso universale, è per noi motivo di grande soddisfazione".
"The New Pope" di Paolo Sorrentino ha vinto il premio nella categoria miglior serie TV, mentre per la nuova categoria miglior commedia vince il già campione di incassi "Tolo Tolo", diretto da Luca Medici, in arte Checco Zalone. "Ricevere un premio dalla Stampa Estera in un momento difficile come questo è importante", ha commentato Medici nel suo video, indaffarato a parlare mentre pulisce disinvolto il premio con il gel disinfettante, "soprattutto come segno della fiducia tra i popoli che in questo momento viene a mancare". Riuscendo ancora una volta a regalare un momento di grande ilarità, quella stessa che lo distingue e che gli è valsa la nomina e la vittoria.
Musa e icona della storia del cinema italiano, l'attrice Sandra Milo negli studi di Cinecittà ha ricevuto il premio alla carriera. "Non voglio piangere" ha detto ridendo commossa la Milo, "un riconoscimento così bello e prestigioso mi emoziona e riempie d'orgoglio, e poi riceverlo qui, nel tempio dell'arte straordinaria che è il cinema. Il cinema ha bisogno di gente e di vita, vive sullo schermo e vive nella platea, è una delle più belle espressioni della vita".
La categoria giovane promessa ha premiato Virginia Apicella, protagonista di “Nevia”. Ed è stato il film “Picciridda”, di Paolo Licata, a ricevere il riconoscimento come miglior opera prima, aggiudicandosi anche la miglior colonna sonora, firmata da Pericle Odierna.
Per la categoria dei documentari il premio è andato a “Vulnerabile bellezza”, di Manuele Mandolesi e, per i cortometraggi, a “L'amore oltre il tempo”, di Emanuele Pellecchia.
Chiude un'eccellenza, il costumista di fama mondiale Carlo Poggioli, insignito del Gran Premio della Stampa Estera. Come per una proiezione, questo virtuale e informale gala del Globo d'Oro è stato un viaggio immaginario nel cinema di ieri e di oggi, un gesto simbolico per richiamare l'attenzione sull'importanza di dare voce e spazio al mondo dello Spettacolo, motore dell'economia e del cuore culturale del Paese.


Fonte: Carlo Rebecchi
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