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Referendum: CGIE, pandemia compromette partecipazione italiani all'estero

28-08-2020 17:03 - Farnesina
GD - Roma, 28 ago. 20 – “La partecipazione di 1,5 milioni di cittadini italiani è seriamente compromessa dall’acuirsi della pandemia in Paesi dove grande è la presenza italiana, dal Brasile alla Francia, dagli Stati Uniti alla Spagna, in Asia, Australia e in Sudafrica”. Lo si legge nella comunicazione inviata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e contestualmente al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ai presidenti di Senato e Camera, Elisabetta Casellati e Roberto Fico, ai ministri dell’Interno e degli Esteri, Luciana Lamorgese e Luigi Di Maio, firmata, tra gli altri, dal segretario generale del CGIE, Michele Schiavone. La comunicazione arriva per informare sulla situazione in cui versa la circoscrizione estero chiamata a gestire il voto referendario. “La situazione all’interno della rete diplomatico-consolare italiana potrebbe precipitare come da alcune settimane denunciano tutti i sindacati dei lavoratori dello stesso Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale”.
“Intanto, in anticipo alle scadenze procedurali previste dalla legge 27 dicembre 2001, n. 459 e del relativo regolamento di attuazione approvato con D.P.R. 2 aprile 2003, n.104, risulta che in alcune circoscrizioni elettorali dell’America latina, il plico elettorale contenente il materiale elettorale sia già arrivato il 21 agosto 2020 con largo anticipo rispetto alle scadenze ordinarie – si legge nella nota – Il contesto in cui si stanno preparando le consultazioni all’estero è a dire poco preoccupante, mentre il governo italiano (che ha appena prorogato lo stato di emergenza fino ad ottobre) non si è ancora espresso come sarebbe stato opportuno e auspicabile. Tra le nostre collettività all’estero l’informazione sull’oggetto referendario è assente. Si tratta, come sappiamo, di un fondamentale diritto di cittadinanza che non può subire alcuna limitazione, anche se comprendiamo la serietà delle ragioni che sono alla base dei provvedimenti di chiusura dei consolati”.
“La scadenza referendaria è ormai molto ravvicinata – prosegue la lettera inviata al Capo dello Stato – mancano solo 15 giorni all’invio del materiale elettorale, e i tempi previsti di ulteriore sviluppo della pandemia appaiono tali da indurre i sottoscrittori di questa missiva a chiederle di assumere provvedimenti straordinari per fare in modo che, oltre ai servizi essenziali a beneficio degli italiani residenti all’estero, siano garantiti anche i diritti politici, senza i quali verrebbero meno le garanzie costituzionali di cui lei è somma espressione e custode”. La lettera riporta la chiusura di almeno 20 sedi consolari all’estero a causa del contagio da Covid-19, e il ricovero di 29 impiegati ricoverati. Secondo i firmatari, “la diffusione della pandemia in vaste aree del mondo precluderà la partecipazione al referendum di almeno un milione e mezzo di elettrici ed elettori; in Brasile, dove vivono oltre 500.000 connazionali, per questi impedimenti i sindacati dei servizi postali hanno indetto uno sciopero a tempo indeterminato rendendo di fatto impossibile la trasmissione dei plichi elettorali”.
I firmatari, tra cui figurano il senatore Claudio Micheloni, il deputato Gianni Farina, il deputato Fabio Porta, Michele Schiavone, segretario generale Cgie, i vicesegretari CGIE Silvana Mangione, Pino Maggio, Mariano Gazzola, Rodolfo Ricci, chiedono “rassicurazioni immediate sulla partecipazione di tutti gli aventi diritto residenti all’estero al referendum sulla riduzione dei parlamentari nel pieno rispetto delle scadenze procedurali previste dalla legge 27 dicembre 2001, n. 459 e del relativo regolamento di attuazione approvato con D.P.R. 2 aprile 2003, n.104. Nel caso in cui ciò non fosse possibile Le chiediamo di intervenire per il rinvio del referendum”.


Fonte: CGIE
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