05 Maggio 2024
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Italia-USA: amb. Eisenberg, «attenzione! la Via della Seta è fatta dalla Cina per la Cina»

20-03-2020 15:03 - Ambasciate
GD – Trieste, 20 mar. 20 - (Intervista del quotidiano “Il Piccolo” di Trieste del 10 dicembre 2019 - di Mauro Manzin) - Stati Uniti-Italia, anzi Stati Uniti e Trieste vantano legami imprescindibili, sanciti dalla storia che per la seconda affondano le radici nel lontano 1797. Lo conferma l’ambasciatore americano Lewis M. Eisenberg, il quale però mette in guardia Roma dagli appetiti nascosti della Cina sotto il progetto della Via della seta.
D.: Benvenuto a Trieste, ambasciatore Eisenberg. Si tratta della sua prima visita in città?
Eisenberg: «Grazie. Sì, questa è la mia prima visita a Trieste. Ma in questi due anni da ambasciatore degli Stati Uniti in Italia ho avuto molte occasioni di sentire parlare di questa splendida città dai miei colleghi dell’ambasciata e dei consolati, quindi sono veramente contento di vederla finalmente di persona. Fra l’altro, ho saputo che Trieste ha ospitato uno dei nostri primissimi consolati in Europa, nel lontano 1797, quando gli Stati Uniti erano una giovane nazione, ma Trieste era già un porto importantissimo per i commerci nell’alto Adriatico».
D.: Trieste è sinonimo del suo porto. Un porto geo-politicamente importante visto che si trova a cavallo tra Est e Ovest. Quali sono gli interessi statunitensi sullo scalo triestino?
Eisenberg: «Il porto di Trieste è un hub importante per il commercio italiano e noi desideriamo approfondire le solide relazioni commerciali ed economiche fra i nostri due Paesi. Gli Stati Uniti rappresentano il principale mercato extra-UE per l’export italiano e nello scorso anno il nostro interscambio di beni e servizi ha raggiunto i 99 miliardi di dollari. Questi scambi, che spaziano dai beni di consumo ai prodotti per l’industria agricola e per la difesa, hanno inoltre stimolato la collaborazione in ulteriori settori, come la sicurezza e la tecnologia spaziale. L’Italia è un nostro stretto alleato e siamo preoccupati che alcuni investimenti stranieri possano mettere a repentaglio la sicurezza nazionale dell’Italia. Continuiamo a condividere queste preoccupazioni con le autorità italiane».
D.: La Cina ha evidenziato proprio nel porto di Trieste uno degli scali della via della Seta, un progetto faraonico che potrebbe cambiare gli equilibri nell’area con l’Italia che ha aderito al progetto di Pechino…
Eisenberg: «Con l’adesione alla “Belt and Road Initiative” (BRI, o Via della Seta - ndr), l’Italia ha inserito il porto di Trieste nella Via della Seta cinese. In questo contesto è importante sottolineare che la diplomazia cinese nel campo delle infrastrutture, compresa quella della BRI, sembra rispondere alle legittime richieste di infrastrutture di altri paesi, ma mira principalmente ad esportare gli squilibri economici cinesi – sovrapproduzione industriale, eccesso di manodopera, grandi riserve di valuta estera – e a trasformare le sue incursioni economiche e finanziarie in influenza politica ed accesso strategico e militare. Gli Stati Uniti ritengono che la BRI sia un’iniziativa “fatta dalla Cina, per la Cina” che mira a favorire ed espandere l’approccio anti-concorrenziale al commercio globale e agli investimenti proposto dallo stato cinese. La Cina darebbe un migliore contributo allo sviluppo economico globale se affrontasse le disuguaglianze e gli squilibri presenti nel proprio mercato interno».
D.: Ne avete parlato con il partner italiano?
Eisenberg: «Noi continuiamo a sollecitare l’Italia a controllare attentamente gli accordi commerciali, di investimento e di assistenza per garantire che siano economicamente sostenibili, che operino secondo i principi di apertura ed accesso ai mercati propri del libero scambio e che rispettino la sovranità e lo stato di diritto».
D.: Trieste è anche un’eccellenza nella ricerca e nella scienza. Anche qui le ricadute industriali sono molteplici e tutte impostate verso il futuro. Uno strumento utile anche per la cosiddetta “diplomazia della scienza”?
Eisenberg: «La nostra missione diplomatica in Italia riconosce da tempo l’importanza della “diplomazia della scienza” e ha sviluppato diversi programmi in tutto il Paese, compresa l’area di Trieste, per sostenere ricercatori e scienziati italiani, promuovere la collaborazione tra le comunità scientifiche italiane e americane e incoraggiare inoltre l’interesse scientifico e lo sviluppo tra i giovani. Siamo lieti che Trieste sia stata designata come Capitale Europea della Scienza 2020, e speriamo ciò rappresenti un’opportunità per rafforzare ulteriormente la profonda cooperazione fra gli Stati Uniti e le istituzioni italiane».
D.: Un esempio recente?
Eisenberg: «Un esempio recente è la conferenza di cinque giorni organizzata a Trieste dall’Associazione Globe Italia, sostenuta anche dal nostro consolato generale di Milano, che comprendeva sessioni di formazione e seminari per insegnanti di scienze e studenti al fine di promuovere Stem e Citizen Science. Globe è una piattaforma congiunta della Nasa e del Dipartimento di Stato lanciata negli anni ’90 per promuovere le materie Stem attraverso la raccolta e la condivisione di dati scientifici in tutto il mondo».
D.: E qui si inserisce Trieste Capitale Europea della Scienza…
Eisenberg: «Sì perché l’evento ha coinvolto centinaia di partecipanti da tutta Italia e altre parti d’Europa e ha ricevuto il patrocinio di proEsof, l’organizzazione incaricata di promuovere Trieste come Capitale Europea della Scienza 2020. Nel maggio scorso Michael Mahaffie, editore e co-autore del documentario “Mars Generation”, è venuto a Trieste per una proiezione del docufilm e una discussione sulla prossima generazione di missioni spaziali e sulle strategie per comunicare sviluppi, tendenze e scoperte scientifiche a un pubblico con diversi livelli di competenza».
D.:Con il coinvoglimento di Sissa e Ictp?
Eisenberg: «Il programma ha coinvolto studenti delle scuole superiori, la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (Sissa) e proEsof. Nell’ottobre 2018 Trieste è stata una delle città partecipanti all’hackathon globale della Nasa Space Apps, una competizione di due giorni che si svolge in molte città del mondo per affrontare le sfide dell’esplorazione spaziale e della vita sulla Terra. L’edizione triestina della Nasa Space Apps è stata ospitata dal Science FabLab dell’Ictp ed ha ottenuto il patrocinio della nostra missione diplomatica».
D.: Cina e Russia e ora anche Turchia sono grandi protagoniste del risiko in corso nei Balcani occidentali. Washington punta molto sulla Croazia. Quali potranno essere gli sviluppi?
Eisenberg: «Gli Stati Uniti rappresentano un partner migliore rispetto alla Russia o alla Cina per i paesi della regione. I nostri obiettivi per i Balcani occidentali sono identici agli obiettivi che i paesi dell’area hanno identificato per se stessi, compresa la loro eventuale adesione all’UE e l’adesione alla Nato per i Paesi che lo desiderano. Ancorare la regione alla comunità transatlantica rafforzerà questi Paesi e li renderà più resistenti alle influenze ostili. Gli Stati Uniti si impegnano a sostenere le loro aspirazioni per un futuro democratico più stabile, più pacifico e più prospero».
D.: A Trieste c’è l’American Corner, quasi una reliquia del tanto amato consolato USA di una volta. L’amministrazione pensa di ampliare gli spazi dell’angolo americano?
Eisenberg: «L’American Corner di Trieste, il primo aperto in Italia, è una partnership di grande valore e siamo lieti di collaborare con l’Associazione Italo Americana del Friuli-Venezia Giulia (Aia-Fvg) per offrire alla comunità locale un’ampia serie di attività culturali ed educative gratuite in lingua inglese. Grazie all’instancabile iniziativa e atteggiamento inclusivo del suo staff, allo spirito di volontariato tipico degli americani all’estero ed al sostegno del Governo degli Stati Uniti, l’American Corner di Trieste è uno chiaro esempio della solidità dei legami di amicizia fra Usa e Italia in questa cosmopolita città di confine».
D.: Quindi c’è un forte sostegno da parte vostra…
Eisenberg: «L’ambasciata di Roma e il consolato generale di Milano sostengono fortemente questa partnership affinché l’American Corner triestino continui a offrire una vasta gamma di iniziative che facciano conoscere la cultura e i valori americani ai giuliani di ogni età».

di Mauro Manzin



Fonte: Il Piccolo
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