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IILA: conferenza su disuguaglianze in America latina con Barcena (CEPAL) e viceministro Sereni

06-02-2020 18:09 - Ambasciate
Amb Roberto Mergarejo Amb Roberto Mergarejo
Alicia Barcena Alicia Barcena
Viceministro Marina Sereni Viceministro Marina Sereni
GD - Roma, 6 feb. 20 – L'IILA Istituto Italiano-Latino Americano ha ospitato una affollata conferenza su "America Latina tra diseguaglianze e tensioni sociali", i cui lavori sono stati aperti dai saluti istituzionali del presidente Roberto Melgarejo, ambasciatore del Paraguay, dal segretario generale Donato Di Santo, e da Antonella Cavallari, direttore America del ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale.
L'analisi è stata condotta da Alicia Bárcena, segretaria esecutiva del CEPAL Commissione Economica per l'America Latina dell'ONU, e dall'on. Marina Sereni, viceministro degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale.
"Ci sono cause strutturali e contingenze economiche che contribuiscono a fare dell'America Latina la regione con le maggiori diseguaglianze del mondo e rilanciano la necessità di rinnovare il modello capitalistico", ha detto Alicia Barcena, rilevando che "è necessario un cambiamento in grado di ridurre un sistema di diseguaglianze che finisce per avere alti costi sull'economia in generale”. Poi ha sottolineato la necessità di “trasformare i privilegi in diritti" e saper ascoltare i motivi del malcontento. Una riflessione che ruota in gran parte attorno alla necessità di rivedere il modello capitalistico.
"L'uguaglianza si ottiene con patti", ha spiegato Barcena, che ha sottolineato che un problema "strutturale» della regione è il fatto che grandi imprese concentrano in poche mani la maggioranza delle risorse, della tecnologia e su questo è necessario un cambiamento".
Per quanto riguarda le tensioni sociali che si sono registrate nei mesi scorsi in America Latina, Barcena ha spiegato che "ogni Paese ha una realtà differente. Il Cile è diverso da Colombia, Ecuador, Perù, ma il tema di fondo è la cultura del privilegio: le elite hanno la parola, e la gioventù è arrabbiata per questo modello di concentrazione della ricchezza che va avanti da decenni".
Per questo, ha aggiunto, "dobbiamo rinnovare il capitalismo, il mercato deve essere al servizio della società e non il contrario, perché questo modello di capitalismo non dà speranza ai giovani».
La segretaria del CEPAL si è soffermata sull'Agenda 2030, spiegando che questa "chiede cooperazione, chiede multilateralismo, perché il costo di non cooperare è una bassa crescita, la più bassa di decenni nella regione". Infine, "altro tema di disuguaglianza è il cambio climatico. Nonostante l'America Latina sia responsabile dell'8.3% delle emissioni, siamo tra i più colpiti dal fenomeno", ha spiegato Barcena.
Da parte sua il viceministro italiano agli Esteri, Marina Sereni, ha sostenuto che "la crescita del populismo, del nazionalismo come clima sociale del dibattito politico in Italia e anche in Europa origina dalla crisi del 2008, dalla fortissima riduzione della crescita hanno avuto conseguenze sociali forti che hanno comportato un aumento delle disuguaglianze e incertezza sul futuro. Queste sono le radici più forti della rabbia, alla quale il populismo sta dando risposte sbagliate che rischiano di incrinare progetto europeo".
Poi ha aggiunto che "la lotta alle diseguaglianze non è solo una sfida della regione Latinoamericana. In questi decenni i 'perdenti' della globalizzazione sono stati in molti casi le classi medio-basse degli Stati Uniti e del continente europeo. Se la questione è ripensare i parametri di sviluppo del capitalismo, credo sia anche un tema nostro. È una questione con la quale stiamo facendo i conti, dalla quale si è creato un forte malessere sociale".
Il viceministro Sereni ha poi annotato che "l'Italia è molto interessata a interloquire e cooperare con l'America Latina. Un primo punto sul quale cooperare è come confrontarci con le disuguaglianze crescenti, ricordando che povertà non è uguale ad aumento della disuguaglianza, in quanto questa è anche figlia di alcuni successi della globalizzazione, del modello neoliberale, dell'uscita dalla povertà", ha sottolineato.
"C'è un problema di modello di sviluppo, e su questo è necessario ripensare il paradigma. L'Agenda 2030 su questo è un elemento importante, perché ci indica degli obiettivi desiderabili, ai quali dover tendere, per poi discutere su quali siano gli strumenti", ha detto ancora il viceministro, che ha poi rilevato che "in un sistema dove ci sono squilibri, e le crisi che stiamo affrontando lo dimostrano, questi sono un costo".
In questo senso, "i Paesi che hanno gli strumenti per mitigare le disuguaglianze sono quelli che si sviluppano di più, e questo ci dice che anche intervenire con risorse pubbliche potrebbe essere un investimento".
Sereni ha poi riferito che un segnale di disuguaglianza riguarda "la presenza delle donne nel mercato del lavoro. Se su questo l'Italia raggiungesse il livello di altri Paesi europei, avremmo un Pil molto più alto". Per combattere le disuguaglianze, tra Europa, Italia e America Latina "un'alleanza è possibile", ha detto il viceministro, su temi quali ambiente, piccole e medie imprese, apertura dei mercati. Su quest'ultimo punto, "il crollo del commercio mondiale è figlio delle guerre commerciali. Noi possiamo essere vittime o cercare di reagire, e su questo c'è il tema della cooperazione UE-Mercosur. L'Italia è tra i Paesi che si batte affinché questo accordo sia realizzato", ha spiegato Sereni.
Infine, "un tema sul quale confrontarci è il rinnovamento delle istituzioni democratiche. Il malessere e la protesta sociale evidenziano una enorme sfiducia nelle istituzioni». In Italia ed Europa non ha assunto le forme dell'America Latina, «ma il tema è lì. Se c'è tutta questa sfiducia, un problema ci dovrà essere, e dovremmo introdurre dei modelli di innovazione, anche se per me non è la democrazia diretta", ha concluso il viceministro.
Il convegno ha rappresentato un importante momento di confronto e dialogo tra la segretaria esecutiva della CEPAL, Alicia Bárcena, ed i delegati dell’IILA, tra i quali, sono intervenuti nel dibattito, l’ambasciatore del Cile, Sergio Romero Pizarro; l’ambasciatore dell’Ecuador, Nelson Francisco Robelly; il rappresentante della Delegazione di Cuba, José Carlos Rodríguez Ruiz.


Fonte: Redazione
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