05 Maggio 2024
[Testata sito web Giornale Diplomatico]
News
percorso: Home > News > Opinioni

Covid-19: per prof. Mario Monti serve una “linea di credito per la salute” del Mes

02-04-2020 21:28 - Opinioni
GD - Roma, 2 apr. 20 - Attivazione dentro il Meccanismo Europeo di sSabilità (Mes) di una linea di credito per la salute. È quanto suggerisce l’ex presidente del Consiglio e ministro dell’Economia, prof. Mario Monti, per far fronte all’emergenza del Covid-19, in una conferenza stampa via Facebook con i giornalisti della Stampa Estera accreditati in Italia. Monti ha ricordato che durante la crisi finanziaria del 2012, quando fu chiamato al Governo, i Paesi del Centro e Nord Europa nutrivano una forte “sfiducia” nei confronti di quelli del Sud, che consideravano “colpevoli delle loro difficoltà” economiche, ed ha sottolineato che la crisi di oggi non è colpa di nessuno e “siamo tutti nella stessa barca”.
​“A mio parere l’Italia fa male se si impicca solo ai coronabond”, ha affermato Monti, “perché non è che con essi, se verranno, ogni cosa sarà risolta, e se non verranno l’Europa non avrà dato prova di solidarietà. Quindi, suggerirei all’Italia una posizione più aperta e all’Europa, in primo luogo alla Germania, di considerare, oltre agli interventi europei che ci sono già stati, due cose in particolare. La prima è che, dentro il Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes) venga attivata una linea di credito per la salute. Il Mes già esiste, ha grosse dotazioni finanziarie, potrebbe molto rapidamente stabilire una linea di credito. Lo so che l’Italia e altri Paesi dicono ‘no’ perché il Mes ha tutta una serie di camicie di forza che erano state create per indurre alla disciplina paesi che erano stati indisciplinati. Adesso credo, in questa situazione diversa, che si possa attivare il Mes per questa specifica emergenza, senza condizionalità di macroeconomia o austerità o altro e con approfonditi controlli per essere certi che vengano utilizzati per l’emergenza sanitaria e il primo restarting dell’economia”.
Il secondo suggerimento è che gli eurobond, cioè i coronabond, possono venire dopo, anche perché ci vuote tempo per crearli”. E Monti suggerisce in questa eventualità di chiamarli “european health bond”.
​Il prof. Monti ha dato un giudizio molto positivo su come Italia “e, permettetemelo, il popolo italiano”, ha affrontato la crisi del coronavirus e ha ironizzato sul fatto che, prima di diventare presidente del Consiglio durante la crisi finanziaria del 2012, era definito “il più tedesco degli economisti italiani”.
Sulla possibilità che la crisi attuale possa condurre ad una Europa a due velocità, l’economista Bocconiamo ha affermato che una prospettiva del genere danneggerebbe anche i Paesi del Nord Europa come la Germania, l’Austria, l’Olanda e aggiunto che “nella crisi del 2012 qualcuno ci aveva segretamente pensato”. Un paese come l’Olanda, per la quale ho una grandissima stima, ha aggiunto, “pensa di essere nella prima velocità e da tanti punti di vista lo è; ma come spirito europeo sta un poco per volta diventando di seconda velocità”.
​Riferendosi “alla partita non chiusa” relativa al bilancio europeo dei prossimi sette anni, Monti ha osservato che “è bellissimo definirsi frugali (mi riferisco ad Austria, Danimarca, Finlandia), ma qui parliamo di Olanda: è davvero sensato pensare che con l’1% del Pnb europeo si possa avere un’Unione Europea che riesce a fare bene, come piace agli olandesi, anche soltanto le sue funzioni essenziali? È molto facile aumentare la propria popolarità in un Paese frugale e predicare la frugalità a casa facendo vedere che si è riusciti a non spostarsi dal bilancio di uno 0,0001 per cento. Ma questo vuol dire essere veramente di seconda velocità.
L’Europa - ha proseguito Monti - ha bisogno di europei che siano mentalmente tutti di prima velocità, cioè che impongano all’Europa di occuparsi solo delle cose che sa fare meglio dei singoli stati membri o che gli i singoli stati membri non sono in grado di fare da soli. l’Europa deve fare meno cose e io sono d’accordo con gli olandesi. Ma non prendiamoci in giro. Come possiamo essere rispettati dalla Russia di Putin, dalla Turchia di Erdogan, dall’America di Trump se facciamo fatica a mettersi d’accordo su un bilancio che sia dell1,1% e non dell’1,0%?. È meglio essere frugali e capire la storia che essere frugali e ridicoli”.
​L’ex presidente del Consiglio - a proposito degli atteggiamenti di Paesi nordeuropei verso quelli dell’Europa meridionale - ha raccontato un aneddoto relativo alla sua prima partecipazione da capo del Governo ad una riunione dell’Eurogruppo svoltasi del dicembre del 2012. “Come si fa in questi casi, mi sono presentato ai colleghi uno a uno. Quando è stato il turno del ministro dell’Economia austriaco, una signora, mi ha ammonito alzando l’indice al soffitto ‘non dimentichi che gli austriaci sono stufi di pagare per l’Italia’. Espressi dispiacere per quel malcontento, e le chiesi di ricordarmi per che cosa avevano pagato. E lei, tra l’imbarazzato e la sorridente, mi rispose ‘lo so benissimo che non è vero. Ma gli austriaci lo credono..’”.

di Carlo Rebecchi


Fonte: Carlo Rebecchi
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
Media partnership
[]

Realizzazione siti web www.sitoper.it
cookie