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Covid-19: ministero Difesa di Mosca attacca quotidiano “La Stampa”, «scredita nostra missione»

03-04-2020 16:17 - Ambasciate
Ambasciatore russo Sergej Razov Ambasciatore russo Sergej Razov
GD – Mosca, 3 apr. 20 - Botta e risposta tra Mosca e Roma sulla presenza di militari di Mosca e di uomini dell'intelligence nella missione di aiuti sanitari al Belpaese. C'è stata infatti una dura replica del ministero della Difesa russo agli articoli pubblicati dal quotidiano "La Stampa” sugli aiuti russi all'Italia nel quadro della lotta al coronavirus. In una dichiarazione postata su Facebook all'indomani di un'intervista dei giornalisti Jacopo Jacoboni e Natalia Antaleva, del quotidiano torinese, ad Hamish De Bretton-Gordon, ex capo delle forze chimiche della NATO, che denuncia come tra i soldati russi con gli aiuti ci siano anche ufficiali dell'intelligence, Igor Konashenkov, general maggiore e rappresentante ufficiale del ministero della Difesa russo parla di tentativi «di screditare la missione inviata dalla Russia in risposta alla richiesta di aiuto al popolo italiano, colpito dalla disgrazia».
«Nascondendosi dietro agli ideali della libertà di parola e del pluralismo di opinioni», afferma ancora di Mosca, «nei suoi articoli il quotidiano “La Stampa” manipola i fake russofobi della peggior specie dell'epoca della guerra fredda, citando non meglio definiti ‘pareri’ di anonime ‘fonti altolocate’. Nel farlo», prosegue «’La Stampa’ non disdegna di far ricorso a qualunque invenzione dei propri autori, seguendo le linee guida dei manuali di propaganda antisovietica, a quanto pare, non ancora marciti».
La dichiarazione russa, riportata nella rubrica 'Lettere’ del quotidiano, conclude in toni ancora più duri: «Per quanto concerne i committenti veri della campagna mediatica russofoba di ‘La Stampa’, che ci sono noti, consigliamo loro di imparare un'antica saggezza: Qui fodit foveam, incidet in eam (chi scava una fossa al prossimo ci finirà prima). O, per essere ancora più chiari: Bad penny always comes back (ndr - Il penny cattivo torna sempre)».
Da parte sua il quotidiano “La Stampa” ha pubblicato la sua risposta: «Il nostro giornale ha descritto gli aiuti russi all'Italia contro la pandemia al pari di quelli giunti da altri Paesi: come una dimostrazione di amicizia e solidarietà in un momento drammatico di difficoltà per il Paese. Al tempo stesso alcuni nostri articoli hanno riportato dubbi e perplessità, italiane e non, sulla possibile presenza nella missione russa di militari impegnati in missioni di intelligence. Si tratta di due aspetti della stessa notizia che i nostri giornalisti hanno affrontato con pari professionalità. Ci dispiace e sorprende che tale esempio di libertà di informazione abbia suscitato la forte irritazione del ministero della Difesa russo. E siamo convinti che la forza del legame fra Italia e Russia, testimoniato dall'attuale cooperazione contro il virus, non possa essere indebolito dal lampante mancato rispetto per il diritto di cronaca che traspare dagli espliciti insulti ricevuti dal general maggiore Igor Konashenkov».
Già il 27 marzo scorso l'ambasciatore russo in Italia, Sergei Razov, aveva inviato una lettera a “La Stampa” negando «secondi fini» negli aiuti russi in un riferimento a due articoli del 25 e 26 marzo relativi agli aiuti all'Italia a firma di Jacoboni. «Facendo riferimento a informazioni ricevute da “fonti politiche di alto livello”, si afferma che “l'80% degli aiuti russi sarebbe totalmente inutile o poco utile”. Naturalmente non sappiamo a quali fonti si riferisca l'autore e ci atteniamo in primo luogo alle dichiarazioni pubbliche di rappresentanti ufficiali della Repubblica Italiana«, scriveva l'ambasciatore.
L'Associazione Stampa Subalpina e la Federazione nazionale della Stampa Italiana FNSI esprimono «preoccupazione e sdegno per il grave attacco di un rappresentante ufficiale del ministero della Difesa russo al quotidiano La Stampa e al collega Jacopo Iacoboni, accusati di pubblicare false notizie per screditare la missione inviata dalla Russia in aiuto al popolo italiano».
«Ricordiamo al ministero della Difesa russo che nel nostro Paese, in Europa e in democrazia non sono ammissibili intimidazioni ai professionisti dell'informazione e limiti al diritto di espressione. Il Governo italiano deve battere un colpo. Si convochi immediatamente l'ambasciatore russo in Italia, gli si chiedano spiegazioni e si agisca di conseguenza: non è tollerabile che chi, come la Russia, occupa posizioni di retrovia nelle classifiche internazionali sulla libertà di stampa pensi di intimidire i giornalisti di un altro Paese né che si possa pensare che l'invio di materiale sanitario abbia di fatto trasformato l'Italia in una colonia russa». La nota conclude: «Esprimiamo al direttore e a tutte le colleghe e i colleghi de “La Stampa”, e segnatamente al collega Iacoboni, la nostra vicinanza e solidarietà», concludono FNSI e Subalpina.


Fonte: Redazione
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