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Covid-19: cooperazione sanitaria Italia-Bosnia Erzegovina, arrivo 2 medici militari italiani e consegna 200 maschere respiratorie

06-05-2020 14:43 - Ambasciate
GD - Sarajevo, 6 mag. 20 - «La Bosnia Erzegovina è stata tra i primi Paesi a manifestare solidarietà all'Italia nei giorni più difficili dell'epidemia e il nostro Paese oggi ricambia con gesti concreti, con un programma integrato e dedicato». Con queste parole l'amb. Nicola Minasi ha presentato le ultime iniziative di cooperazione sanitaria tra Italia e Bosnia Erzegovina per il contrasto al coronavirus, coordinate con le Nazioni Unite e sulla base delle richieste delle Autorità locali e dagli operatori sanitari sul terreno.
L'amb. Minasi e il ministro degli Affari Civili della Bosnia Erzegovina, Ankica Gudeljevic, hanno accolto stamattina all'aeroporto di Sarajevo due medici militari italiani che l'Italia ha distaccato nel contingente EUFOR-ALTHEA in Bosnia-Erzegovina. I due militari, già formati alla risposta all'epidemia, avranno il compito di assistere la forza europea e collaborare direttamente con le Autorità locali, visitando gli ospedali del Paese e condividendo l'esperienza italiana. In coordinamento con gli Uffici delle Nazioni Unite e dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, i due ufficiali manterranno i rapporti con le autorità locali per condividere le migliori prassi sulla risposta all'emergenza.
Poco prima dell'arrivo dei medici, l'amb. Minasi ha consegnato al ministro della Salute della Federazione, Vjekoslav Mandić, 200 maschere respiratorie donate dall'Italia. Si tratta di un ingegnoso meccanismo sviluppato all'inizio dell'emergenza dalla società di Brescia “Isinnova” che consente, attraverso la stampa 3D di apposite valvole, di trasformare maschere da "snorkeling“ Easybreath in dispositivi collegabili ai tubi dell'ossigeno. Tante strutture sanitarie italiane hanno fatto ricorso a questo strumento che si è rivelato molto efficace per alleviare la pressione sugli ospedali e a cui il Governo della Federazione si è mostrato da subito interessato.
L'amb. Minasi ha messo in risalto la grande efficacia e la solidarietà dimostrate dall'Italia, di cui l'Ambasciata si è fatta promotrice e portavoce. Il distacco dei medici militari è stato reso possibile dal ministero della Difesa, mentre le maschere e le valvole di connessione sono state donate rispettivamente da Decathlon e Oldrati Group e dalla rete di ingegneri e laboratori che curano, su base di volontariato, lo sviluppo e la distribuzione di tali dispositivi in tutta Italia, sulla scorta dell'esperienza dell'associazione “Easy Covid19 - Mille respiri per Bergamo e Monza Brianza”. A conferma del radicamento del tessuto imprenditoriale italiano in Bosnia Erzegovina, il Managing Director di SM3 – azienda del gruppo italiano Trerè con sede a Tesanj – Claudio Angeloni, ha realizzato a proprie spese l'acquisto di alcune componenti ed il trasporto dei dispositivi dall'Italia.
Anche il mondo dell'associazionismo ha fatto la propria parte. Le ONG italiane «Save The Children Italia», CISP e Re.Te. hanno adattato i rispettivi progetti finanziati dalla Cooperazione Italiana in Bosnia Erzegovina per fornire assistenza alle famiglie più vulnerabili nell'ambito della pandemia, realizzare campagne di sensibilizzazione pubblica sui rischi e la protezione dal conoravirus, e tradurre i protocolli sanitari degli Ospedali di Bergamo e Torino a beneficio degli operatori sanitari locali.


Fonte: Redazione
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