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Covid-19: ambasciatore Cina, «impatto dell'epidemia sull'economia cinese sotto controllo e di breve periodo»

05-04-2020 16:08 - Ambasciate
GD - Roma, 5 apr. 20 - La pandemia di coronavirus ha conseguenze importanti sull'economia mondiale, ma l'impatto su quella cinese «è sotto controllo e di breve periodo». A parlare è l'ambasciatore cinese a Roma, Li Junhua, In una articolata intervista all’Adnkronos il diplomatico dice di essere «fiducioso» sulle possibilità di ripresa, dopo l'allarme dei giorni scorsi della Banca mondiale, sul rischio che la crescita cinese possa arrestarsi, con conseguenze per tutto il mondo. «Innegabilmente, quest'epidemia genera un'influenza negativa sull'economia mondiale: l'economia cinese non fa eccezione. Tuttavia di fronte alle avversità è fondamentale mantenere un atteggiamento fiducioso. Ritengo che l'impatto dell'epidemia sull'economia cinese sia sotto controllo e di breve periodo. Il trend positivo nel lungo periodo non è mutato. Attualmente, il governo cinese, stante le misure di prevenzione e contenimento dell'epidemia, ha approvato una serie di politiche per dare impulso alle riapertura delle imprese».
«Ad esempio», ha aggiunto l'ambasciatore, «le autorità hanno iniettato stimoli nel mercato, garantito una ragionevole e soddisfacente liquidità per il sistema bancario e la stabilità del mercato monetario. Altre misure includono prestiti agevolati alle piccole, medie e micro-imprese; sostegno alle imprese per la ripresa della produzione e la stabilizzazione dei posti di lavoro; ulteriore facilitazione al commercio internazionale e un miglioramento dell'ambiente di business nazionale».
«Sono queste alcune delle misure che ci stiamo impegnando a implementare. Secondo le stime, nei primi due mesi di quest'anno la Cina ha ridotto le entrate fiscali di circa 56,8 miliardi di dollari. Hanno già ripreso l'attività il 98,6% delle aziende cinesi di grandi dimensioni e il 76% delle piccole e medie imprese. Nel mese di marzo, l'indice Pmi manifatturiero ha raggiunto il 52%. Siamo pienamente fiduciosi della capacità di ripresa dell'economia post-epidemia; al contempo, continueremo a intraprendere sempre di più misure focalizzate».
Il diplomatico di Pechino ha proseguito affermando che «come è ovvio, però, se vogliamo aiutare l'economia mondiale a uscire da questo momento di difficoltà, c'è bisogno dell'impegno comune di tutti i Paesi. Come ha affermato il presidente Xi Jinping nel suo intervento al summit straordinario del G20, la Cina continuerà, irremovibile, sulla via della riforme e apertura, e rafforzerà la cooperazione internazionale a tutto campo. Sarà disponibile a intraprendere misure condivise con altri Paesi, ad annullare le barriere al commercio, a sostenere la fluidità del commercio e la stabilità della catena di approvvigionamento globale. Tutto questo al fine di contribuire alla Cina e Stati Uniti dovrebbero essere uniti nella lotta all'epidemia di coronavirus» e a dare tutto il suo sostegno agli americani».
A tale proposito l'ambasciatore cinese a Roma, Li Junhua, parlando del rapporto con gli Stati Uniti e dei dati del contagio, il triplo di quelli cinesi, ha detto che «nell'ultimo periodo l'epidemia si è diffusa molto velocemente negli Stati Uniti, che sono diventati il Paese con il maggior numero di casi accertati al mondo. Come questo si possa spiegare scientificamente è una domanda tecnica di cui lascio la risposta agli adottate da Trump».
«Il popolo cinese spera davvero che gli Stati Uniti possano riuscire a contenere quanto prima l'espandersi dell'epidemia e ridurre le perdite umane. Nella situazione attuale, Cina e Stati Uniti dovrebbero essere uniti nella lotta all'epidemia. La Cina è disponibile a continuare, senza reticenza, a condividere informazioni ed esperienze con la controparte americana. La Cina comprende bene le difficoltà in cui gli Stati Uniti versano, ed è disponibile a fornire tutto il sostegno nelle sue possibilità».Le accuse dell'intelligence americana secondo cui Pechino avrebbe falsificato i dati sui contagi da coronavirus in Cina sono «inaccettabili, noi siamo sempre stati trasparenti», ha detto ancora l'amb. Li Junhua respinge.
Il diplomatico cinese ha poi respinto con forza le accuse arrivate nei giorni scorsi dagli Stati Uniti, dove «una minoranza di politici continua a gettare fango sul nostro impegno, ma la realtà vince sui millantatori. Non possiamo assolutamente accettare queste accuse. Dallo scoppio dell'epidemia, la Cina ha sempre avuto un atteggiamento aperto, trasparente e responsabile; ha prontamente fatto rapporto all'Organizzazione mondiale della sanità e a tutti i Paesi; ha condiviso in primo tempo le informazioni in merito alla sequenza genica del virus. Per fermare la crisi epidemiologica, abbiamo emanato misure di contenimento e di prevenzione il più possibile rigide ed estese».
«Grazie a un grande impegno, molto sofferto, oggi la diffusione dell'epidemia all'interno della Cina si è fondamentalmente arrestata, e si assiste a un miglioramento nell'andamento della prevenzione e del contenimento. Vorrei evidenziare che la Cina sta continuando a divulgare pubblicamente i dati dettagliati e corretti in merito all'epidemia, e a condividere con gli altri Paesi, senza alcuna reticenza, le informazioni relative alla prassi clinica per la lotta al virus», ha rilevato l’ambasciatore di Pechino.
«Di fronte a questa crisi, i popoli di tutti i Paesi sperano di vedere una maggiore cooperazione e di assistere a una reazione congiunta. Quello che ci dispiace è vedere una minoranza di politici e di istituzioni di un certo Paese adoperarsi in modo costante per gettare fango sull'impegno cinese nel contrasto all'epidemia. La realtà, però, vince sui millantatori».
Secondo l’amb. Li, «questi rumori di sottofondo remano controcorrente rispetto all'atmosfera di collaborazione internazionale necessaria per fronteggiare l'epidemia, e non sono d'aiuto al lavoro di contrasto al virus nel Paese stesso. Speriamo che questi politici e organizzazioni, che al momento hanno la mente altrove, possano concentrarsi su un efficace lavoro di contrasto all'epidemia, e sulla cooperazione internazionale, che è l'unica via che ciascun Paese può percorrere per portare a casa quanto prima la vittoria in questa lotta».


Fonte: Adnkronos
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