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Nave "Enrica Lexie": 2 marò agirono come funzionari Stato

02-07-2020 15:05 - Farnesina
GD - Roma, 2 lug. 20 - I due fucilieri che a bordo della nave "Enrica Lexie" nell'Oceano Indiano spararono per difendere il cargo da un attacco piratesco agirono come funzionari dello Stato e quindi immuni dalla giustizia straniere, ossia dell'India. La Farnesina ha reso noto che il Tribunale costituito a L’Aja il 6 novembre 2015, alla Corte Permanente di Arbitrato, per dirimere la controversia tra Italia e India sul caso dell’incidente occorso il 15 febbraio 2012 nell’Oceano Indiano alla nave “Enrica Lexie”, battente bandiera italiana, ha pubblicato il dispositivo della sentenza arbitrale. La Farnesina annota che i fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone hanno fatto ritorno in patria dall’India, rispettivamente, il 13 settembre 2014 e il 28 maggio 2016 dopo una lunga permanenza forzata in India e che il Tribunale Arbitrale era chiamato a pronunciarsi sulla attribuzione della giurisdizione, e non sul merito dei fatti occorsi il 15 febbraio 2012. Italia e India si erano di conseguenza impegnate a esercitare la giurisdizione una volta attribuita a una delle due Parti.
La Farnesina ricorda poi che la sentenza arbitrale, nella sua parte dispositiva, stabilisce in particolare che:
· i Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone godono della immunità in relazione ai fatti accaduti durante l’incidente del 15 febbraio 2012 e all’India viene pertanto precluso l’esercizio della propria giurisdizione nei loro confronti. Il Tribunale arbitrale ha dunque accolto la tesi sempre sostenuta dall’Italia in tutte le Sedi giudiziarie – indiane e internazionali – e cioè che i due Fucilieri di Marina erano funzionari dello Stato italiano, impegnati nell'esercizio delle loro funzioni, e pertanto immuni dalla giustizia straniera;
· l’Italia dovrà esercitare la propria giurisdizione e riavviare il procedimento penale sui fatti occorsi il 15 febbraio 2012, a suo tempo aperto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma;
· l’Italia ha violato la libertà di navigazione sancita dagli articoli 87 e 90 della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare del 10 dicembre 1982, e dovrà pertanto compensare l’India per la perdita di vite umane, i danni fisici, il danno materiale all’imbarcazione e il danno morale sofferto dal comandante e altri membri dell’equipaggio del peschereccio indiano “Saint Anthony”. Al riguardo, il Tribunale ha invitato le due Parti a raggiungere un accordo attraverso contatti diretti.
L’Italia è pronta ad adempiere a quanto stabilito dal Tribunale arbitrale, con spirito di collaborazione.
La Farnesina sottolinea che la decisione del Tribunale arbitrale lascia impregiudicato l’accertamento relativo ai fatti e al diritto per quel che concerne il procedimento penale che dovrà svolgersi in Italia.
Si desidera esprimere apprezzamento per l’efficace lavoro svolto in questi anni dal team legale a tutela dell’Italia nelle sedi giudiziarie indiane e internazionali.
Da parte sua il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha detto che si tratta di "un risultato che accogliamo con soddisfazione, che mette fine a una vicenda che andava avanti da anni, particolarmente gravosa anche per i suoi aspetti umani. Per questo rivolgo un affettuoso pensiero ai nostri due marò e alle loro famiglie per i difficili momenti che hanno vissuto".
"La decisione" ha aggiunto Guerini "conferma come sia stato corretto che a esprimersi fosse un arbitrato internazionale, che ha recepito le considerazioni legali che l'Italia ha sempre manifestato. Ora sono certo che la verità dei fatti verrà definitivamente accertata".
Il ministro della Difesa ha concluso: "va dato atto dell'importante lavoro diplomatico svolto con determinazione e dedizione in tutti questi anni, sempre in un atteggiamento costruttivo e collaborativo nei confronti del Governo e del popolo indiano, a cui ribadiamo il nostro sentimento di amicizia. Ora il procedimento avrà il suo corso, ma in quella che è la sua sede naturale, ovvero la giurisdizione italiana".


Fonte: Ministero degli Esteri
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