05 Maggio 2024
[Testata sito web Giornale Diplomatico]
News
percorso: Home > News > Ambasciate

Ambasciatore USA fa check up relazioni con Italia: «L’alleanza è solida» - intervista a «Il Giornale di Vicenza»

09-05-2020 18:22 - Ambasciate
GD - Vicenza, 9 mag. 20 - Il quotidiano «Il Giornale di Vicenza» pubblica oggi, in primo piano a pag. 3, una intervista in esclusiva all'amb. Lewis Eisenberg, diplomatico americano in Italia. L'intervista è stata fatta da Marino Smiderle, capo redattore del quotidiano. Ecco il testo dell'intervista.
Amb. Lewis Eisenberg: «Gli aiuti dell'America all'Italia sono fatti di milioni e di valori» - «Lo sforzo fatto a Vicenza per affrontare il virus è diventato un modello da seguire» - «Conte e Di Maio? Va tutto bene».
Il mondo è un bel posto e per esso vale la pena di lottare. Mentre Ernest Hemingway scriveva “Per chi suona la campana”, un capolavoro che compie 80 anni, non aveva certo idea che ci stava infilando quello che oggi potrebbe essere sventolato come uno slogan per combattere il coronavirus. L'amb. Lewis Eisenberg, nato due anni dopo la pubblicazione del celebre romanzo (poi trasformato in un film con Ingrid Bergman e Gary Cooper) a Chicago, a una decina di fermate di metro da Oak Park, il sobborgo che ha dato i natali al grande scrittore, sottoscrive al cento per cento l'idea dell'illustre concittadino. Ma dall'alto del suo ruolo di ambasciatore degli Stati Uniti in Italia è rimasto stupito dal risultato di un sondaggio SWG secondo il quale la Cina avrebbe sorpassato gli Stati Uniti nella percezione di Paese ideale con cui stringere un'alleanza.
D.: Ambasciatore Eisenberg, vale sicuramente la pena di lottare contro il coronavirus per il nostro mondo. Ma come mai in questi due mesi di lockdown è passata l'idea, tra gli italiani, che Cina, Russia e perfino Cuba siano stati più vicini all'Italia dello storico alleato americano?
- Eisenberg: «La prima considerazione che ho fatto, mentre la crisi stava diventando sempre più grave in Italia, è che chi chiunque fosse arrivato con buona volontà e con l'onesta intenzione di aiutare un Paese in difficoltà dovesse essere il benvenuto. Alla fine spetterà agli italiani giudicare i risultati ottenuti e le modalità seguite da questi Stati».
D.: Qualcuno ha parlato di propaganda cinese o russa, ma dall'altro lato l'intervento degli Stati Uniti,a torto o a ragione,è stato considerato inferiore. Non è così?
- Eisenberg: «Posso dire che il presidente Trump ha annunciato il più grande aiuto finanziario che gli Stati Uniti abbiano mai dato a un Paese dell'Europa occidentale dal 1948, dai tempi del Piano Marshall. E non sono solo parole ma decine di milioni di dollari che sono andate e andranno alla Croce Rossa e ad alcune organizzazioni non governative a supporto delle attività sanitarie».
D.: A Vicenza c'è una comunità americana,tra militari e civili, di quasi 15 mila persone. Si sono trovati qui allo scoppio della pandemia e hanno collaborato con le autorità cittadine e regionali nel seguire i protocolli di sicurezza dell'emergenza. È stata una lezione utile anche per gli Stati Uniti?
- Eisenberg: «Innanzitutto vanno le mie condoglianze alle famiglie italiane, e vicentine in particolare, per le vittime del Covid-19. E l'apprezzamento per il grande lavoro fatto da tutti coloro che operano nel servizio sanitario nazionale e che hanno rischiato, stanno rischiando, e purtroppo in alcuni casi hanno perso, le proprie vite. Penso che la lezione che abbiamo recepito dall'Italia sia stata importante e poggia sulla condivisione di un range di valori che ci danno la resilienza comune per venire fuori da questa epidemia e di andare avanti».
D.: Negli Stati Uniti il numero di vittime da coronavirus ha superato quello dei morti nella guerra del Vietnam. Come state vivendo l'emergenza dall'altra parte dell'Atlantico?
- Eisenberg: «I miei figli e i miei nipoti che vivono nel New Jersey e a New York, che in questo momento è per noi sono ciò che la Lombardia è stata per l'Italia. Sono preoccupato costantemente e non dormo la notte. Spero che a New York si sia raggiunto il picco, ma nel resto del Paese la strada da percorrere è ancora lunga e irta di ostacoli».
D.: I militari Usa vicentini avevano anticipato la preoccupazione per essersene occupati direttamente. Che notizie ha dell'esperienza delle caserme Ederle e Del Din?
- Eisenberg: «Io e mia moglie abbiamo capito perché Vicenza è la destinazione più gradita in assoluta per chi chiede di prestare servizio militare all'estero: è una città meravigliosa e i militari sono inseriti perfettamente nell'ambiente e collaborano attivamente con il territorio. Il loro sforzo è diventato un modello da seguire. Non c'è solo l'aiuto finanziario, che peraltro per l'Italia è legato anche all'attività di molti grandi gruppi».
D.: In che modo?
- Eisenberg: «Credo che nessun altro Paese possa vantare un intervento diretto di diversi gruppi USA attivi qui in Italia. Queste società hanno stanziato oltre 35 milioni di dollari nella lotta al Covid-19. Il nostro sostegno, quindi, è continuo, concreto e basato su un semplice fatto: condividiamo i valori della democrazia, della libertà individuale, del governo rappresentativo. Tutti gli alleati che stiamo aiutando condividono questi valori. Non si può dire lo stesso di molti altri Paesi che stanno tentando di portare supporto».
D.: Che rapporti ha con il Governo italiano?Gli accordi a suo tempo raggiunti con la Cina per la Via della Seta sembravano non sono stati molto graditi dagli Stati Uniti...
- Eisenberg: «Tengo molto alla relazione stretta che il governo italiano ha con gli Stati Uniti attraverso la nostra ambasciata. Questo è il terzo esecutivo che si è insediato da quando sono stato nominato ambasciatore. Quando il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, dice che la Cina è un business partner dell'Italia ma la relazione numero uno nel mondo è quella con gli Stati Uniti, dice molto. E il fatto che il presidente Giuseppe Conte sottolinei spesso la sua amicizia col presidente Trump dimostra che siamo sulla strada giusta. E ci sono anche altri indicatori importanti».
D.: Di tipo economico?
- Eisenberg: «Economico e strategico. Insieme abbiamo raggiunto recentemente uno dei più grandi accordi militari con Fincantieri, che ha vinto la gara per la realizzazione delle nove fregate multiruolo (un contratto da 795,1 milioni di dollari - ndr), raggiungendo una posizione di grande considerazione per la nostra Marina. Insomma, credo proprio che i nostri governi ora siano in sintonia. E prego che sia sempre così perché condividiamo gli stressi valori».
D.: Ambasciatore, in autunno in Veneto ci saranno le elezioni regionali e amministrative e negli Stati Uniti le presidenziali. Saranno condizionate dal modo in cui è stata gestita l'emergenza?
- Eisenberg: «Mi sta trascinando in un'area di cui non ho alcuna competenza. In ogni modo le democrazie trovano sempre il modo di fare esprimere i cittadini, cosa che non capita in altri Paesi. È uno dei valori che ci contraddistingue».
D.: Quando arriverà il vaccino? Si è fatto un'idea?
- Eisenberg: «So che Italia, America e altri Paesi stanno lavorando assieme per trovarlo. La mia speranza è che venga trovato domani, ma credo che dovremo aspettare un po', magari fino alla fine dell'anno o ai primi mesi del prossimo. Comunque sono ottimista».
D.: Come è stata la sua vita a Roma in questo periodo?
- Eisenberg: «Roma è diventata la mia casa. La mia casa lontana da casa. Ma non solo Roma. A Vicenza, meravigliosa, e in altre città italiane ho trovato calore e un'atmosfera da famiglia che mi fanno davvero sentire a casa. Anche nell'emergenza».


Fonte: IL GIORNALE DI VICENZA
Documenti allegati
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
Media partnership
[]

Realizzazione siti web www.sitoper.it
cookie